Sicurezza

Contro il San Salvatore reti paramassi da record

Le FFS stanno lavorando per contenere al massimo il rischio di caduta massi fra Capo San Martino e Melide, potenziando in maniera decisa la situazione esistente - I nuovi ripari arrivano ai nove metri, i più alti in Svizzera
Gli operai che lavorano alla posa delle reti devono avere conoscenze alpinistiche ©FFS
Federico Storni
24.05.2022 06:00

Il San Salvatore è un monte ostico per gli ingegneri, capace di dare filo da torcere dentro e fuori. Nelle sue viscere fra la roccia filtra abbondante l’acqua (ne sa qualcosa l’USTRA, che per la galleria autostradale che lo attraversa ha fatto e farà investimenti ingenti), mentre all’esterno, in particolare a est - dove affaccia sul lago - il monte è scosceso e friabile, caratterizzato da diversi distaccamenti, specie quando tira vento o piove forte, cosa sempre più frequente in Ticino. Tutto ciò rappresenta una minaccia importante sia per la strada cantonale che per la ferrovia strette nel tratto fra Capo San Martino e Melide. Tanto importante che le FFS hanno deciso di potenziare il sistema di protezione, in particolare con la posa di nuove reti paramassi - fra cui le più alte in Svizzera: nove metri - in grado di fermare un masso da cinque metri cubi lanciato a cento chilometri l’ora. «Il rischio zero non esiste - ha detto il capoprogetto generale FFS Ueli Zimmermann - ma queste opere permettono di ridurre in maniera importante la possibilità che dei massi finiscano sui binari o sulla strada». Talmente tanto da spingere la Confederazione a dare luce verde alla creazione di una ciclopista che colleghi su percorso dedicato Paradiso e Melide. Ciclopista che, senza le nuove reti paramassi e la conseguente riduzione del rischio, sarebbe stata destinata a rimanere un sogno nel cassetto.

Monte impervio, cantiere idem

Per tutti questi motivi, quello del San Salvatore è un progetto di cui le FFS vanno particolarmente fiere, tanto da convocare ieri la stampa sul cantiere per illustrare i lavori fatti e ancora da fare (l’opera sarà completata a inizio 2023) e per toccarli con mano. Per certi versi, la fase di cantiere è ostica come la montagna da cui ci si vuole proteggere: l’area è impervia ed è difficilmente raggiungibile, quindi il materiale è stato portato quasi esclusivamente tramite elicottero (previsti in tutto circa duemila voli). Inoltre gli operai che lavorano all’allestimento delle reti devono avere una formazioni alpinistica e sono chiamati ad afferrare il materiale consegnato in volo aggrappati ai pali o alle reti.

Il cantiere si sviluppa su poco meno di due chilometri dove verranno posati circa 1.300 metri di nuove reti paramassi, con altezze variabili dai 4,5 metri ai 9. Altri 500 metri di reti già esistenti verranno rinforzate, e su 300 metri verranno creati anche dei valli paramassi. Il tutto per un investimento di 18 milioni di franchi, metà a carico delle FFS, il 45% della Confederazione e il 5% del Cantone.

Sicurezza a tutto tondo

Il leitmotiv del progetto è la sicurezza a tutto tondo. In primis quella dell’esercizio ferroviario ma non solo. Durante i lavori è stato allestito un concetto di sicurezza per le maestranze che, in caso di pericolo, blocca i lavori e, se necessario, anche la linea ferroviaria e la strada cantonale. Dove si sta lavorando, vengono inoltre posate reti paramassi provvisorie a tutela degli operai. L’area è sotto monitoraggio continuo, per determinare eventuali spostamenti del fianco della montagna, un sistema implementato già due anni prima dell’inizio dei lavori e utile anche a capire dove esattamente posizionare le protezioni.

Una volta terminati i lavori l’opera di protezione San Salvatore sarà parte integrante del sistema di allarmi per pericoli naturali, che ha il compito di sorvegliare la rete FFS con un sistema di sensori radio che segnalano con precisione gli eventi naturali e che a dipendenza della gravità dell’evento possono far sbarrare quasi in tempo reale la tratta. Nel passato recente i massi sono giunti sin sulla carreggiata nel 2017 e nel 2021, mentre nel 2015 alcuni sono finiti sui binari.

Il progetto prevede anche un aspetto di rinaturazione del territorio. Le FFS bonificheranno l’ex stand di tiro e recupereranno il territorio prima occupato da alcune cave da cui si estraeva dolomia. Verranno anche piantati nuovi alberi autoctoni che concorreranno ad aiutare a frenare i massi una volta che saranno cresciuti.

Importanza internazionale

È un dettaglio che a volte si dimentica, ma il tratto ferroviario per cui si sta lavorando è piuttosto importante non solo in ambito locale, ma anche nazionale e internazionale, trovandosi sul corridoio Genova-Rotterdam, considerato strategico per il trasporto merci via treno: una sua interruzione a Capo San Martino comporterebbe disagi logistici non indifferenti.