Controlli doganali nei cantieri navali del Lago di Lugano e del Lago Maggiore: scoperte 24 irregolarità

La Guardia di finanza e l’Agenzia delle dogane e dei monopoli hanno condotto, nei giorni scorsi, una serie di controlli congiunti in alcuni cantieri navali situati sulle sponde italiane del Lago di Lugano e del Lago Maggiore, nel Varesotto. L’obiettivo era quello di verificare il rispetto delle normative doganali riguardanti l’ingresso e la permanenza di imbarcazioni provenienti dalla Svizzera, in particolare quelle che approdano temporaneamente per operazioni di manutenzione.
Le operazioni, svolte dai militari delle Sezioni Operative Navali della Guardia di finanza di Lago Maggiore e Lago di Lugano in stretta collaborazione con l’Ufficio delle Dogane di Varese, hanno portato alla luce 24 casi di irregolarità. In tutti questi episodi, i proprietari dei natanti avevano omesso di comunicare all’autorità doganale la data di ingresso in Italia, una procedura essenziale per avvalersi legalmente del regime di ammissione temporanea, che consente di esonerare dal pagamento dei diritti doganali per un periodo massimo di diciotto mesi.
L’inadempienza, apparentemente formale, ha però importanti risvolti fiscali e amministrativi: in assenza della comunicazione iniziale, non è possibile determinare con certezza la decorrenza del periodo di ammissione temporanea, esponendo così l’imbarcazione e il suo proprietario al rischio di infrazioni.
Il caso più grave ha riguardato un’imbarcazione immatricolata in Svizzera, rinvenuta nelle acque italiane oltre il limite consentito di permanenza, senza alcuna dichiarazione doganale. In questo caso, è scattato il sequestro per contrabbando, con l’ipotesi di evasione dei diritti doganali di confine.
L’azione si inserisce in un più ampio piano di controllo e presidio del territorio portato avanti congiuntamente dai funzionari doganali e dalle Fiamme Gialle, volto a contrastare fenomeni di importazione illecita da paesi extra-UE e a tutelare gli interessi finanziari nazionali e dell’Unione Europea.
Lo scorso 28 maggio, Guardia di finanza e Agenzia delle dogane hanno rinnovato il protocollo d’intesa che regola la collaborazione tra le due amministrazioni, con l’intento di rendere ancora più efficace e sistematica l’attività operativa sul campo. Tra le priorità individuate, proprio il monitoraggio del regime di ammissione temporanea, che in contesti di confine come quelli lacustri risulta particolarmente sensibile.
«L’operazione ha confermato l’efficacia dell’azione sinergica fra le nostre istituzioni», ha dichiarato il tenente colonnello Paolo Zottola, referente dell’operazione. «Una collaborazione fondamentale per garantire la legalità e la correttezza nelle dinamiche commerciali e logistiche che interessano le zone di confine».
L’attività condotta rappresenta un ulteriore tassello del lavoro quotidiano svolto sul territorio dalla Guardia di finanza e dall’Agenzia delle dogane, che presidiano anche le vie d’acqua interne, non solo con finalità fiscali ma a tutela dell’equità e della concorrenza leale nel rispetto delle normative europee.