Copertura dell’A2 nell’Alto Vedeggio, un progetto vivo

RIVERA - Poteva sembrare una di quelle proposte – ce ne sono state tante nel Luganese negli ultimi anni – che nascono e poi vengono dimenticate nell’arco di pochi mesi. E invece il progetto Alto Vedeggio, ovvero l’idea di coprire l’autostrada in diversi punti tra Rivera e Sigirino, sembra muoversi. E sembra muoversi a tal punto che nelle prossime settimane, per la precisione il 21 febbraio, il PAV sarà al centro di una serata pubblica alla presenza – così ci ha confermato uno dei portavoce del gruppo spontaneo che nel 2016 lanciò questa proposta, l’architetto Marco Giussani – del consigliere di Stato Claudio Zali e dei rappresentanti dei Municipi di Monteceneri e Mezzovico-Riva.
Nel giugno del 2017 infatti il Dipartimento del territorio aveva deciso di cofinanziare lo studio di fattibilità per la realizzazione di una copertura dell’A2 nell’Alto Vedeggio e ora i risultati di quello studio sono pronti.
«Il PAV – racconta Giussani – non solo vuole conservare e proteggere il territorio, ma vuole recuperarlo. Durante la serata pubblica intendiamo presentare in modo esaustivo lo studio per poter guardare con sempre maggior concretezza a questo progetto». Un progetto, ci viene spiegato, che ovviamente è complesso. «Soprattutto – fanno sapere i promotori – dal punto di vista pianificatorio». Lo studio di fattibilità non è da considerare come «un progetto», ma come «l’inizio di un iter che intende trasformare una visione in realtà». Nel 2016, quando il PAV venne presentato per la prima volta alla stampa, si parlava di un investimento di circa 300 milioni di franchi. L’obiettivo era quello di recuperare circa 500.000 metri quadri di territorio (oggi tranciato dall’autostrada) per ridonarlo alla natura, all’agricoltura e al tempo libero. Stando ai promotori l’opera si sarebbe addirittura potuta autofinanziare, visto che la copertura dell’A2 sarebbe stata effettuata con materiale inerte recuperato in tutto il Ticino («E il Cantone – così aveva spiegato Giussani – non dovrebbe più creare nuove discariche, senza dimenticare che solo dal materiale si potrebbero recuperare 200 milioni di franchi»).
La proposta, lo ricordiamo, era stata accompagnata da una raccolta di firme a cui avevano aderito quasi 6.400 persone. «Noi la consideriamo – precisa Giussani – una raccolta di consensi dal basso. E il numero importante di persone che hanno sostenuto la proposta è stata una delle ragioni che hanno spinto a proseguire l’approfondimento di questo progetto».
Ma quando, ragionevolmente e nella migliore delle ipotesi, è immaginabile che il PAV diventi realtà?_Quanti anni ci vorranno?_«Il risanamento di tutte queste aree – continua Giussani – permetterà di coprire buona parte dell’autostrada per un tratto di 800 metri e ricollegare aree, per esempio quella di Sigirino, al Vedeggio. Tutto questo risanando lo scempio territoriale oggi visibile. Si tratta di un progetto pilota su scala regionale. Ci vorrà credo una decina di anni. Ma se ci abbiamo messo 50 anni a distruggere il territorio, mettercene 50 per ricostruirlo sarebbe comunque già un buon passo avanti». Per chi ne volesse sapere di più, l’appuntamento è per il 21 febbraio alle 20 all’Infopoint AlpTransit di Sigirino.