Corriere via da Chiasso, ma solo con l’ufficio

«Via da Chiasso». Da qualche mese lo cantano i momò The Vad Vuc, con un testo ironico ma profondo che mira a capovolgere tutti quei pregiudizi negativi che spesso e volentieri sono associati alla cittadina di confine.
Per noi quella della band del distretto è però stata una sorta di profezia, la redazione del Mendrisiotto del Corriere del Ticino da Chiasso è infatti andata via per davvero. Dopo oltre 50 anni di fedele presenza, l’ufficio del CdT che si occupa della cronaca del Mendrisiotto ha traslocato a Mendrisio. Un trasferimento che abbiamo vissuto con sentimenti molto simili a quelli cantati dai The Vad Vuc. Sì perché negli anni con la cittadina di confine e con i suoi abitanti si è creato un legame profondo. Fatto di strette di mano, incontri più o meno casuali, visite in redazione e molto altro.
La moglie in ufficio
Quella del Mendrisiotto è stata la prima redazione esterna del Corriere e a Chiasso è arrivata nella seconda metà degli anni Sessanta (inizialmente è stata un paio d’anni nell’abitazione privata di un giornalista). Il nostro primo ufficio era nella parte alta di corso San Gottardo, in zona Boffalora. Lì restammo un paio di decenni, tra pile di giornali - spesso ingialliti -, fogli di appunti sparpagliati qua e là, telefoni e un prezioso fax. Era un luogo d’altri tempi in cui spesso del tempo si perdeva la cognizione. Tanto che, ad esempio, per far rincasare il marito giornalista, la moglie di uno storico redattore che abitava nello stesso palazzo dell’ufficio, la sera si presentava in redazione di persona, dando vita a scenate/strigliate di cui al CdT si parla ancora oggi.
Il primo citofono con telecamera
Il trasloco nel vero cuore pulsante della cittadina di confine risale alla fine degli anni ’80: in viale Volta, in una sede che forse molti dei nostri lettori ricordano. A due passi dal confine, dalle banche, dagli studi di avvocatura, dai bar «giusti» e dal Municipio e nel periodo di boom economico di Chiasso. Dal balcone di viale Volta i nostri giornalisti hanno visto Chiasso crescere, giorno dopo giorno. Per chi fa il nostro lavoro quell’ufficio aveva una posizione invidiabile – lo pensava anche la giuria del Nebiopoli, che proprio lì si posizionava una volta all’anno per vedere al meglio il corteo di carnevale del martedì grasso -, internamente però, seppur trasmettendo fascino, qualche pecca c’era: tutto sapeva di vecchio. Dalla moquette macchiata in più punti (provata anche dal fumo delle migliaia di sigarette consumate negli anni da più di un collega), alle pareti giallastre, al soffitto che un giorno cedette all’improvviso costringendoci a una puntellatura d’emergenza dell’atrio. Gli aneddoti su quell’ufficio potrebbero riempire un’edizione del CdT e ci costringono a una cernita. Ciò che non può essere tralasciato è però il rapporto della sede di viale Volta con la tecnologia. Se inizialmente lo strumento più moderno presente in ufficio era una sorta di precursore del citofono con telecamera (per vedere chi suonava alla porta bastava affacciarsi dal balcone), negli anni in quella sede si fece largo quella rivoluzione chiamata Internet. Il computer connesso alla grande rete era però uno soltanto, da usare necessariamente a turno, e non sempre funzionava al meglio.
La sera più intensa e tragica
Negli ultimi 6 anni la redazione del Mendrisiotto è stata in corso San Gottardo, al limite della zona pedonale, in uno spazio dove per un po’ abbiamo ospitato anche l’ufficio momò del Giornale del Popolo. Una vicinanza quotidiana con «la concorrenza» che ci ha fatto vivere in un modo ancora più intenso la scomparsa della storica testata.
La serata più intensa – e scioccante – vissuta in corso San Gottardo 54 è però stato senza dubbio il 27 novembre 2015 dopo che, allarmata dalle molte sirene sentite dalla finestra, una collega è scesa a controllare cosa stesse accadendo. Quella sera nel garage sotto il nostro ufficio si trovò di fronte a una scena che non dimenticherà mai: un corpo riverso a terra in una pozza di sangue. L’omicidio di quel giorno (vedi CdT del 28 novembre 2015) rischiò di compromettere la pubblicazione del CdT della mattina successiva, gli agenti di polizia al lavoro sulla scena del crimine ci impedirono infatti di tornare in ufficio per scrivere l’articolo sull’accaduto, costringendoci, a un’ora ormai molto tarda, a correre a casa a completare il pezzo all’ultimo minuto.
Ora però è tempo di una nuova avventura. A qualche chilometro di distanza. Se quello con Chiasso sia un addio o un arrivederci non possiamo saperlo. Ciò che sappiamo è che il nostro rapporto con il Mendrisiotto – fatto di rapporti personali, incontri, confronti, scambi di informazioni e molto altro – non cambierà. Da oggi ci troverete in via Gian Alfonso Oldelli 1 a Mendrisio, in zona Cercera, a due passi dalla stazione e dalle vie di comunicazione principali.
Un vero e proprio centro di news con Rescue Media
Arrivederci Chiasso, buongiorno Mendrisio. Il Corriere del Ticino ha deciso di traslocare, di spostare la sua redazione nel Capoluogo. Una scelta ponderata e strategica per diverse ragioni. Anzitutto l’opportunità, avendo trovato spazio nei locali di Rescue Media in via Gian Alfonso Oldelli, di dare vita a un vero «media center» nel Mendrisiotto moderno e tecnologico. Un passo importante per il Corriere del Ticino dopo l’inaugurazione della Newsroom di Muzzano a fine 2018 e il trasferimento della redazione esterna di Lugano al Quartiere Maghetti. La volontà, anche in questo caso, è di rendere ancora più diretto e immediato il rapporto tra i giornalisti e i loro lettori.
Mendrisio come centro urbano ha nel corso degli ultimi decenni conosciuto uno sviluppo notevole che ha trasformato il Magnifico Borgo in una città vera e propria. Un trend che proseguirà anche nei prossimi anni. Ma il trasloco non deve assolutamente venir percepito - come qualcuno ci ha fatto notare, ed è davvero un onore per noi sapere che c’è chi considerava importante la nostra presenza nella cittadina di confine - come una «bocciatura» per Chiasso, anzi. Con Chiasso e i chiassesi continueremo - come del resto con tutti gli altri comuni del Mendrisiotto - ad avere uno strettissimo legame. Perché tra la vecchia sede a quella nuova ci sono, in linea d’aria, meno di 8 chilometri. La conferma di come il distretto sia per molti versi una città diffusa. Una città diffusa con due poli distinti ma in piena sinergia. E in sinergia c’è anche Lugano. E non è un caso se il nostro quotidiano ha deciso recentemente di far unire le forze ai giornalisti che - a sud del Ceneri - si occupano di cronaca, dando vita alla redazione, appunto, del Sottoceneri. Venite a trovarci in via Gian Alfonso Oldelli 1. Siamo a vostra disposizione e sempre pronti a raccogliere i vostri spunti, suggerimenti e segnalazioni.