Crack Balzarini, aziende decotte

BELLINZONA - Rien ne va plus al cuore dell?impero fondato negli anni Settanta dall?imprenditore di Cama Antonio Balzarini. Il re delle pentole che dallo scorso maggio si trova agli arresti domiciliari accusato dalla Procura di Roma di bancarotta fraudolenta e di aver sottratto all?erario italiano 100 milioni di euro nell?ambito dell?inchiesta «Empty Cookers» nella quale sono coinvolti anche tre suoi figli: Jacqueline, Robert e John (sempre ricercato). Il tentativo di salvare le ditte basate nella zona industriale di Cornate d?Adda dove si trova la sede centrale del gruppo Imco non è riuscito. Non avendo trovato alcun imprenditore in grado di presentare sufficienti garanzie per rilevarle, la prossima settimana gli amministratori delle aziende poste sotto sequestro dalla magistratura italiana daranno il via alla procedura fallimentare per la Imco Free Net e la WTC. La prima è la ditta che commercializza le pentole, la seconda quelle che le ripara. La conferma è giunta al CDT dal sindacalista della Fiom-Cgil Antonio Castagnoli. Da mesi assiste la cinquantina di dipendenti delle due società rimaste coinvolte, al pari di diverse altre riconducibili al gruppo Balzarini, nel crack della famiglia mesolcinese. Antonio che quest?anno compirà 80 anni e i figli sono accusati d?aver pilotato il fallimento di varie società per non pagare imposte, tasse e tributi.