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Cripto, blockchain e dintorni: la Città investe su se stessa

Lugano quest’anno spenderà mezzo milione per attirare aziende e contribuenti legati alle tecnologie – La cifra fa già discutere e tra un mese il Consiglio comunale affronterà il primo vero dibattito politico sul Plan B
©KEYSTONE/ VALENTIN FLAURAUD

Diciamocelo: negli scorsi mesi il dibattito politico sul Plan B, il progetto per la promozione delle criptovalute e della tecnologia blockchain, è stato spezzettato e a bassa intensità. Qualcosa potrebbe cambiare a febbraio, quando il Consiglio comunale affronterà la discussione generale sul tema chiesta dalla sinistra. Sul tavolo, oltre alle questioni di principio, ci sarà una cifra concreta:il mezzo milione di franchi che la Città investirà nel 2023 per attirare nuove aziende tecnologiche (del settore cripto, ma non solo) e nuovi contribuenti (detentori di criptocapitali, ma non solo). La scelta fa discutere: in un’opinione inviata ai media, il consigliere comunale Raoul Ghisletta (PS) rimprovera il Municipio di «continuare a spendere soldi per il Plan B» stanziando una somma «che andrà in parte alla promozione di questa finanza da far west».

Un luogo dove creare qualcosa

Ma a cosa serviranno questi soldi?«Quei 503 mila franchi serviranno per operazioni di marketing territoriale, cioè per promuovere Lugano agli occhi di famiglie e aziende» risponde il sindaco Michele Foletti. «Nel 2022 abbiamo portato avanti alcune di queste iniziative e quest’anno vogliamo pigiare sull’acceleratore. L’obiettivo è contrastare la diminuzione del numero di abitanti: nel 2021-2022 c’è stata un’inversione di tendenza e aspettiamo i dati 2022-2023 per capire se la campagna ha dato i suoi frutti». Ma quali sono le aziende che Lugano intende attirare in riva al Ceresio? Foletti sgombera il campo dai dubbi: non ci si concentra esclusivamente sull’ambito delle criptovalute: «Con il Plan B abbiamo avuto una visibilità a livello mondiale che altrimenti non avremmo mai potuto permetterci: questo ha portato benefici a tutta l’economia, dall’immobiliare ai servizi, e soprattutto sta creando interesse tra tanti giovani che vedono Lugano come un luogo dove poter creare qualcosa. Inoltre, abbiamo già ricevuto tante richieste da parte di società attive nel ramo della tecnologia blockchain e nel trading che vogliono insediarsi in città». D’altronde, prosegue Foletti, «siamo coerenti con quanto inserito nelle linee di Sviluppo 2018-2028, presentate al Consiglio Comunale e discusse pubblicamente». «Chiaramente dobbiamo puntare sul settore terziario – precisa il sindaco –. Lugano non ha i terreni da destinare alle industrie. Ci concentriamo quindi su aziende legate alla finanza e alla tecnologia, anche nell’ottica di creare posti di lavoro ad altro valore aggiunto. Le persone con queste competenze ricevono in media stipendi molto alti».

Finanze: arriva un bond da 100 milioni

Aspettando i criptocapitali, la Città è sempre impegnata con le (sue)finanze tradizionali. La prossima mossa di Palazzo civico potrebbe essere l’emissione di obbligazioni comunali per un totale di 100 milioni. «Stiamo facendo le nostre valutazioni» spiega il sindaco Foletti annunciando il bond, previsto da tempo per rimborsare un prestito andato a scadenza. A proposito di prestiti, al 31 dicembre scorso il debito verso terzi ammontava a 856 milioni. Lugano si è allontanata dalla temuta soglia del miliardo di franchi, ma le previsioni per i prossimi anni non lasciano tranquilli. Se la Città non dovesse riuscire ad equilibrare il suo bilancio, sarebbe costretta a chiedere ulteriori prestiti andando ad aumentare i costi annuali per gli interessi, che nel caso peggiore potrebbero salire dagli attuali 12 a 21 milioni annui. Dipenderà anche da come andranno le rinegoziazioni degli altri prestiti in scadenza (nei casi in cui Palazzo civico non volesse o non potesse saldare il dovuto) per i quali andranno concordati dei nuovi tassi in una situazione di mercato che si è fatta più complicata.

Un punto a favore di Lugano è la valutazione dell’agenzia di rating Moody’s, che lo scorso luglio aveva confermato per il sesto anno consecutivo il punteggio Aa3, che rappresenta per gli investitori «una prospettiva stabile». Viene invece da chiedersi che ruolo avrà (se lo avrà) lo slancio della Città nel mondo delle criptovalute, che non sono molto amate da una parte del settore bancario. Il Plan B potrebbe complicare le trattative sui tassi d’interesse? «È una preoccupazione di chi non sa cosa sono le banche» taglia corto il sindaco. «I nostri rapporti con gli istituti di credito sono ottimi. E tre di essi hanno anche sponsorizzato il Plan B. Come Città continuiamo a lavorare con le maggiori banche e abbiamo sempre detto di voler creare un ponte tra la finanza tradizionale e quella cripto».