La storia

Da Lugano a Tomorrowland grazie a una telefonata

Il musicista ticinese Suark sarà di scena all’importante festival belga di musica dance, nonché in una delle più celebri discoteche di Ibiza - È iniziato tutto da una canzone venduta in Olanda, poi una catena d’eventi l’ha portato a collaborare con uno dei DJ più famosi al mondo
©TOMORROWLAND
Federico Storni
08.06.2022 06:00

Il musicista ticinese Suark quest’estate suonerà a Tomorrowland. Una notizia che, per chi bazzica poco il mondo della musica elettronica, non ha quasi significato. Ma chi sa cosa sia Tomorrowland ha probabilmente sgranato un po’ gli occhi. Per capirci: è un po’ come se dopo aver partecipato a Palco ai Giovani ci si trovasse a suonare - con le dovute proporzioni - a Woodstock. O ad aprire i concerti di Vasco. Tomorrowland è infatti il festival di riferimento per gli amanti del genere. Si tiene in Belgio ogni estate, conta una decina di palchi e attira decine se non centinaia di migliaia di persone. Ed è un evento sentito anche alle nostre latitudini. Durante la pandemia ne è stata organizzata un’edizione virtuale, e anche in Ticino c’è chi ne ha approfittato per invitare qualche amico in giardino per un silent party (cioé con la musica nelle cuffie) che ha fatto ballare tutto un pomeriggio. Ma non finisce qui. Pochi giorni prima, per una sorta di antipasto, Suark sarà a Ibiza alla discoteca Ushuaïa, all’interno del residence di Dimitri Vegas & Like Mike. Di nuovo, un po’ di contesto. L’Ushuaïa è uno dei locali più importanti al mondo per la musica elettronica. Quest’estate ogni lunedì vi suonerà David Guetta, e ogni venerdì Calvin Harris, per citare due artisti forse più noti al grande pubblico di Dimitri Vegas, benché il dj belga e suo fratello (fissi ogni mercoledì) siano da anni fra i nomi di punta di questo mondo.

Come ha fatto

Ma come ci è finito Suark - al secolo Alessandro Kraus, classe 1987 - su uno dei prestigiosi palchi di Tomorrowland? Prendiamola alla lontana, partendo dal fatto che artisticamente Kraus non nasce ieri. «Ho cominciato diversi anni anni fa facendo il DJ nei club di Milano. Una cosa molto divertente quando sei giovane, ma che non ti dà molta libertà. Si diventa un po’ dei jukebox e spesso ti vien chiesto di assecondare i desideri dei clienti e mettere le hit anziché proporre scalette più sperimentali». Ciò lo ha quindi portato a fermarsi - «Mi ero detto che avrei ricominciato a suonare dal vivo solo quando avrei potuto mettere la musica che volevo io» - e a concentrarsi sull’attività di produttore che, complice la pandemia, si è tradotta nella fondazione di una propria casa di produzione, la MSBtalent, con sede in città.

La composizione musicale per se stesso, tuttavia, non è mai stata abbandonata, anche se «avevo perso un po’ la speranza». Una prima svolta avviene in Olanda: «Stavo vendendo una mia canzone a Universal, che poi l’ha tradotta e data a un’artista locale. Visto che non avevano messo a budget un ammontare sufficiente, abbiamo concordato di mettere il mio nome come featuring. Questo ha innescato una catena di eventi che mi ha portato a firmare con una delle etichette di riferimento della musica dance: Smash The House, la label di Dimitri Vegas & Like Mike».

Uno squillo che fa una carriera

Addirittura il momento in cui il celebre DJ scopre Suark è stato filmato. Accade durante un radioshow dell’artista belga, che fa partire «Take it Slow» di Suark e si ferma a godersela, chiedendo a qualcuno fuori campo di chi sia la canzone. Un paio di giorni dopo, a Lugano, squilla un telefono, ed è una di quelle chiamate in grado di fare una carriera. «Ne è nato un accordo di collaborazione con il loro team e la sua casa discografica - spiega Kraus. - E loro sono molto vicini a Tomorrowland». E a questo punto è solo naturale che al nuovo arrivato venga dato uno spazio per farsi conoscere su un palco del festival.

«Pezzi miei e remix»

Ne consegue che Suark tornerà a esibirsi davanti a un pubblico su due dei palchi più importanti del suo genere di riferimento. Va da sé che questi sono giorni frenetici, di definizione della scaletta. «Un po’ di pezzi miei e un po’ di remix di canzoni famose altrui». Per mostrare il proprio stile, con un occhio - orecchio? - di riguardo agli addetti ai lavori, a caccia di future collaborazioni.