La storia

Da Mariupol ad Astano, una storia a lieto fine

Lunedì una famiglia affidataria con otto orfani ucraini si è registrata per ottenere lo statuto S e ha potuto essere ospitata nell’ex albergo che da mesi aspetta di poter aprire le sue porte ai profughi - Paolo Bernasconi: «Hanno superato ostacoli inimmaginabili»
©Chiara Zocchetti
Nico Nonella
21.12.2022 17:35

A Natale si dovrebbe poter raccontare una storia a lieto fine, soprattutto se i protagonisti sono bambini che si sono lasciati alle spalle la guerra e la distruzione delle loro case. E fortunatamente, la storia di cui vi stiamo raccontando si è conclusa nel migliore dei modi. Proprio qui in Ticino. Dopo dieci mesi di attesa e dopo un viaggio di migliaia di chilometri, un gruppo di orfani ucraini potrà passare il Natale in un posto sicuro, nel Malcantone, dopo aver lasciato la martoriata città di Mariupol. Proprio lunedì, dieci minorenni e la loro mamma affidataria su sono registrati al Centro federale d’asilo di Chiasso per ottenere lo statuto S da parte della Segreteria di Stato della migrazione (SEM). E, finalmente, possono alloggiare all’ex albergo di Astano.

Dai 7 ai 18 anni

Del progetto di accogliere gli orfani ucraini nel Malcantone se ne parla almeno dallo scorso mese di febbraio. L’idea era partita da un consorzio di quattro Fondazioni ticinesi (Azione Posti Liberi, SOS Infanzia, Angeli di L.U.C.A. e Casa Veritas) e aveva incontrato da subito il favore dei nuovi proprietari dell’ex albergo, i quali lo avevano messo a disposizione gratuitamente alla neonata Associazione Casa Astano. Concluso dunque un lungo iter burocratico – che riassumeremo più avanti – a inizio settimana le porte dell'hotel si sono finalmente aperte. A essere ospitato è un nucleo famigliare composto dalla signora Natalya insieme ai suoi due figli minorenni e ad altri otto bambini in affidamento, di età compresa tra i 7 e i 18 anni.

Un gruppo che, come ci racconta il promotore dell’iniziativa e rappresentante delle quattro fondazioni, l’avvocato Paolo Bernasconi, è stato ben accolto in paese. «L’assistenza a queste persone è garantita innanzitutto con l’empatia e la condivisione dei traumi subiti a causa della guerra», spiega il nostro interlocutore. «Se ne occupano professioniste con lunghissima esperienza personale nel campo dell’assistenza sociale». E il team di Casa Astano può contare sul supporto di figure come le consulenti Luisella Demartini e Myriam Caranzano e l’ex docente delle Medie Gideon Bough. Le quattro fondazioni promotrici hanno messo a disposizione il personale sanitario e educativo. «Professionisti volontari sono responsabili per la manutenzione degli stabili, contabilità, amministrazione, trasporti e ogni altra necessità per questo gruppo di minorenni orfani oppure appartenenti a famiglie considerate non idonee», ricorda Bernasconi. «Ovviamente i costi generali preventivati sorpassano di gran lunga i mezzi finanziari disponibili per queste fondazioni che sono tutte operative e assorbite da anni già in altri settori analoghi».

"Una vera Mamma Coraggio"

Come detto, per arrivare a questo lieto fine, che i promotori sperano possa essere un punto di partenza, è stato necessario superare un lungo percorso costellato di ostacoli burocratici. Ancora Bernasconi: «Chi ha dovuto superare ostacoli inimmaginabili è stata la madre affidataria che ha accompagnato e l’assistito questo gruppo di bambini da quando hanno dovuto fuggire dalla città di Mariupol distrutta dalle bombe russe. Una vera Madre Coraggio».

Ma per quanto tempo il gruppo di profughi potrà rimanere ad Astano? «L’armata Rossa ha scatenato la guerra contro i bambini ucraini, distruggendo le loro case e rendendo impossibile la vita ai loro genitori. Rimarranno non soltanto fino a quando terminerà l’aggressione russa ma fin quando riprenderà la vita normale in un paese ricostruito». Undici persone sono ora al sicuro, ma ci sarà la possibilità di accogliere altri orfani? «Casa Astano ha a disposizione anche il vicino ostello con 25  posti (l’albergo ne ha invece a disposizione una trentina). Con il Cantone stiamo esaminando la modalità più adeguata per utilizzarlo a favore di qualche altra comunità di minorenni vulnerabili», conclude Bernasconi.

La signora Natalya con un gruppo di mamme affidatarie durante un incontro con il sindaco di Mariupol Vadym Serhijovyč Bojčenko.
La signora Natalya con un gruppo di mamme affidatarie durante un incontro con il sindaco di Mariupol Vadym Serhijovyč Bojčenko.

Un iter lungo e tortuoso

Il progetto di ospitare gli orfani nel Malcantone, lo ricordiamo, risale allo scorso mese di febbraio, all’inizio dell’invasione russa. Per il via libera definitivo è stato necessario rispettare i tempi della burocrazia: dopo il preavviso cantonale favorevole del 2 maggio, il 5 luglio scorso la Gerenza di Astano (il Comune non ha un Municipio, ndr.) aveva rilasciato la relativa licenza edilizia. L’11 luglio le autorità cantonali e comunali avevano eseguito i sopralluoghi di collaudo per il rilascio dell’abitabilità della struttura, in seguito concesso a decorrere dal 13 settembre. L’albergo è nel frattempo stato ristrutturato grazie al supporto di una direzione lavori, due studi di architettura e artigiani autorizzati, con i lavori di pittura e pulizia che sono stati effettuati da un gruppo di rifugiati ucraini volontari. Anche il vicino ostello della gioventù è stato convenientemente attrezzato ed è stato messo a disposizione con un canone di locazione ridotto. Lo scorso 2 novembre, l’associazione Casa Astano aveva incontrato la popolazione per illustrare nel dettaglio il progetto e le sue finalità. «Tendere la mano a chi ne ha bisogno non è evidente», aveva dichiarato il presidente dell'associazione, l’ex sindaco di Lugano Giorgio Giudici. «Quando mi hanno chiesto di assumere la presidenza ho subito accettato perché in passato, in politica, ho notato che spesso chi ha bisogno di aiuto non ha il coraggio di chiederlo. Per bloccare qualsiasi iniziativa basta un cavillo giuridico; oggi, i cavilli devono essere invece il pretesto per sostenere un'iniziativa di questo genere».

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