Dal garage, alla Finlandia: la piccola radio diventa grande

A che età si diventa «grandi»? La risposta a questa domanda può variare a dipendenza dell’interlocutore, ma anche della sua cultura. Per Radio Gwendalyn la risposta è 20 anni. Venti anni durante i quali la missione di «parlare» alla sua cultura di riferimento si è mantenuta e rinforzata. Il progetto nato nel 2005 si appresta infatti a compiere un passo che ne determina la maturità, abbandonando parallelamente e progressivamente il volontariato.
La chiassese Radio Gwendalyn – o Radio Gwen – è la prima radio ticinese ad ottenere lo status di radio complementare senza scopo di lucro. La concessione valida per 10 anni, dal 2025 al 2034, è stata approvata dall’Ufficio federale delle comunicazioni, che nel 2022 aveva pubblicato un bando a riguardo. «La decisione di partecipare al bando è stata presa in assemblea (la radio fa capo a un’associazione, ndr), un’assemblea che ha funto un po’ da spartiacque», esordisce Andrea Palamara, coordinatore dell’emittente. L’associazione si è infatti trovata di fronte a una sorta di bivio: continuare ad espandersi o fare un passo indietro. Oppure, detto con le parole di Palamara: «Tornare a trasmettere dal garage dove abbiamo iniziato o professionalizzarci». L’assemblea ha scelto la seconda via, optando per la partecipazione al bando. Una partecipazione che ha dato i suoi frutti.
Un franco ne vale quattro
Il passaggio a radio complementare permette di accedere a fondi per un massimo di mezzo milione circa. Ma non stando a guardare: «Dobbiamo dimostrare di poter raccogliere il 20% della cifra, quindi in sostanza riceveremo 4 franchi dalla Confederazione per ogni franco raccolto», chiarisce Laura Donato, del comitato dell’associazione, ma occasionalmente anche speaker.
Oggi la radio può contare su una dozzina di persone attive (ma volontarie) più una cinquantina di collaboratori meno assidui (ma sempre volontari). Con i fondi si ambisce a abbandonare il volontariato puro. In questi mesi ci si sta quindi riorganizzando in tale ottica. In particolare a livello organizzativo, perché il prodotto radiofonico è già motivo di orgoglio. «Noi in fondo eravamo già prima una radio complementare per quanto riguarda l’offerta», così Donato. Per definizione, le radio complementari sono infatti concepite come un’alternativa alle emittenti commerciali e si rivolgono a diverse minoranze sociali: «Eravamo già una radio indipendente e comunitaria, attenta all’inclusione, ci rivolgevamo già alle minoranze, anche proponendo trasmissioni in lingue diverse dall’italiano, dal francese, allo spagnolo, al croato, che sono le lingue parlate delle minoranze che vivono sul nostro territorio. Ora cercheremo di fare queste cose con ancora più costanza», aggiunge Palamara.
Rivolgersi alle minoranze locali, non limita però la capacità di raggiungere angoli lontani del pianeta. Grazie alla trasmissione via DAB e via internet, radio Gwen è ascoltata anche all’estero, ad esempio in Finlandia e Germania. «Forse è la musica alternativa che proponiamo, musica che gli altri non riproducono», come dire che l’essere di nicchia può essere apprezzato ovunque.