Processo

Dalla tombola itinerante ai pasti tutti assieme

I vertici della casa anziani di Sementina devono rispondere dell'accusa di non aver rispettato alcune direttive emanate dalle autorità superiori durante la pandemia - Vediamo nello specifico di cosa si tratta
©Gabriele Putzu
Alan Del Don
23.11.2022 12:08

Caduta l'ipotesi di reato di omicidio colposo prospettata inizialmente, l'accusa di cui devono rispondere i vertici della casa anziani di Sementina da oggi a processo di fronte alla Pretura penale cittadina è quella di ripetuta contravvenzione alla Legge federale sulla lotta contro le malattie trasmissibili dell'essere umano. In pratica agli imputati viene rimproverato di essersi intenzionalmente opposti ai provvedimenti presi dalle autorità cantonali e federali per evitare il propagarsi del coronavirus. Fatte salve le singole responsabilità, che verranno chiarite nel corso del dibattimento della durata di tre giorni, la direttrice sanitaria, il direttore amministrativo e l'ex capocure hanno in pratica consentito che il personale dell'istituto (quindi gli infermieri, gli operatori sociosanitari, gli assistenti di cure, eccetera) non applicasse le misure emanate dalle autorità superiori.

Cosa significa? Che alcuni ospiti che presentavano sintomi simil influenzali o fossero dei sospetti casi di COVID hanno continuato a muoversi «liberamente all'interno della struttura e/o non sono stati sottoposti ad analisi di laboratorio sebbene adempissero i criteri indicati dall'Ufficio federale di sanità pubblica», puntualizzano nei decreti d'accusa il procuratore generale Andrea Pagani e la procuratrice pubblica Pamela Pedretti. Ovvero i degenti, ad esempio, hanno comunque partecipato ad attività di gruppo e hanno consumato i pasti assieme agli altri anziani. In un caso un ospite è stato accompagnato «da un'ausiliaria di cura», ha specificato la direttrice sanitaria, al pianterreno per salutare il figlio: «È stato un errore».

Per tre settimane, tra metà marzo e l'inizio di aprile 2020, inoltre, le attività socializzanti di gruppo non sono state vietate nonostante una precisa direttiva del medico cantonale, ribadita da uno scritto dell'Associazione dei direttori delle case per anziani della Svizzera italiana. Fra le offerte proposte in quel periodo dall'istituto Circolo del Ticino di Sementina segnaliamo l'isola dei lettori, la bottega del passatempo, la tombola itinerante, la colazione al piano, l'atelier creativo e le passeggiate nel parco. Vi partecipavano, a dipendenza del gioco, fra i 3 e i 12 partecipanti per volta. 

Fra le altre fattispecie rimproverate alla direzione dell'istituto figurano altresì l'aver impiegato un'infermiera durante il turno notturno benché fosse risultata positiva al virus ed autorizzato l'ingresso a tre operai per eseguire lavori di ritinteggio nonostante ci fosse il divieto di accesso alle case anziani. Non è stata neanche allestita la lista dei contatti con esposizione significativa avvenuti con il paziente nelle 48 ore precedenti l'applicazione delle misure addizionali decise da Cantone e Confederazione: «Con la conseguenza che nella struttura sanitaria non sono stati tracciati (e quindi non è stato possibile evitare) i contagi». Una quarantina, in totale, su 80 degenti; e purtroppo 22 morti.

«Prima dell'avvento della pandemia da coronavirus una temperatura di 37,7 o 37,8 gradi non veniva considerata un reperto importante, nel senso che non era ritenuta una situazione d'urgenza. Non è raro che gli ospiti di una casa anziani, infatti, verso sera possano avere la febbre», ha risposto la direttrice sanitaria alla precisa domanda del procuratore generale Andrea Pagani. Non ha invece risposto ad un altro quesito posto sempre dall'accusa, ovvero a sapere che scopo aveva sottoporre un paziente a tampone.

Ora è appena iniziato l'interrogatorio della ex capocure, non più alle dipendenze della Città essendo andata in prepensionamento. Dopo toccherà al direttore generale. Forse già oggi verrà inoltre ascoltata una testimone. Fra il pubblico presenti anche alcuni familiari delle vittime e i consiglieri comunali Matteo Pronzini (Verdi-FA-MPS-POP) e Tuto Rossi (Lega-UDC), fra i più combattivi nell'esigere dal Municipio di Bellinzona massima chiarezza su quanto capitato a Sementina. La stampa, per contro, sta seguendo il dibattimento nell'apposita sala e quindi non direttamente nell'aula del Tribunale penale federale, scelta in quanto più ampia di quella della Pretura.

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