Cantonali 2023

«Dalle prossime elezioni dipende il nostro futuro»

Riunito in comitato a Pregassona, il Centro/PPD ha approvato la lista per il Gran Consiglio - Il presidente Dadò: «Dobbiamo fornire risposte al Paese, facendoci valere sui temi giorno dopo giorno» - Beltraminelli: «Nel prossimo quadriennio non possiamo sbagliare»
© CdT/Gabriele Putzu
Martina Salvini
22.12.2022 22:10

«La popolazione non vuole più promesse, ma desidera fatti. E il rilancio del Centro in queste elezioni dipenderà dalla nostra credibilità e dalla presenza efficace sui temi». È un Fiorenzo Dadò battagliero, quello che questa sera ha lanciato la campagna elettorale del Centro/PPD in vista delle Cantonali dell’aprile del 2023. Una campagna che «si preannuncia difficile» e il cui esito «determinerà il futuro del nostro partito», ha chiarito il presidente del Centro/PPD, riunito in comitato cantonale al Capannone di Pregassona.

La nascita di partitini e di movimenti che «hanno l’ambizione di entrare a portare la propria voce tra i banchi del Parlamento rappresenta una sfida», ha spiegato Dadò. Sì, perché la loro presenza potrebbe significare un’erosione dei consensi per le altre forze politiche, «compresa la nostra». E allora ecco che determinante sarà la voglia di fare, ha proseguito Dadò: «Il grado di entusiasmo che sapremo trasmettere con chiunque parleremo dovrà essere la nostra carta vincente». Fondamentale sarà però anche il pragmatismo, perché «oggi la necessità di un centrodestra politico forte, che desideri fortemente costruire e innovare, è più impellente che mai».

Ma per costruire ed essere concreti, secondo Dadò, «servono le idee e la capacità di tessere alleanze forti e durature dietro un progetto politico chiaro e non interpretabile». Nel suo intervento, il presidente del Centro/PPD ha quindi ribadito la necessità di fare «un lavoro da formica, da portare avanti giorno dopo giorno»: «Il rilancio del partito in queste elezioni, più che dai cartelloni pubblicitari che costano decine di migliaia di franchi e che lasciano il tempo che trovano, dipenderà soprattutto dalla nostra credibilità, dalla nostra serietà, dalla presenza efficace sui temi».

Torna Beltraminelli sul palco

Questa sera, a quattro anni dall’ultimo comitato cantonale, ha preso la parola anche il presidente della Sezione di Lugano Paolo Beltraminelli. «Per la prima volta dal 1991 non sarò in lizza per le elezioni cantonali», ha esordito l’ex consigliere di Stato. «L’amore per la politica e per il partito sono stati però superiori a qualsiasi amarezza. E lo dico tanto per me quanto per Filippo Lombardi, i grandi sconfitti delle elezioni cantonali e federali del 2019», ha aggiunto Beltraminelli, ricordando che entrambi si sono messi a disposizione del partito per la città di Lugano. Il prossimo anno, ha sottolineato ancora, si preannuncia complicato, «e il ruolo del nostro partito sarà decisivo». Essere al centro, ha detto, «vuol dire non essere ai margini, impegnarsi per una politica che non dimentichi nessuno. Nel prossimo quadriennio non possiamo sbagliare e sarà importante trovare soluzioni che permettano al Ticino di crescere, mantenendo però le finanze sane». Di qui l’appello affinché il partito «eviti la gara tra chi propone sempre più sgravi e chi propone sempre più sussidi».

90 nomi e un chiaro compito

Il comitato cantonale pre-natalizio è però stato anche l’occasione per ratificare la lista per il Gran Consiglio. Una lista, ha detto il presidente della Commissione cerca e vicepresidente del partito Marco Passalia, che vede candidarsi «tante persone già impegnate in politica, ma anche nella società civile». A loro, Passalia ha affidato il compito di «rilanciare all’esterno l’entusiasmo. Di parlare agli elettori, anche a coloro che negli ultimi anni si sono allontanati dal partito». Tra i 90 candidati annunciati figurano anche alcune personalità note, come ad esempio l’avvocato Gianluca Padlina, il presidente di HotellerieSuisse Ticino Lorenzo Pianezzi, l’esercente Guido Sassi, la ex direttrice del Giornale del Popolo Alessandra Zumthor Bernasconi, il municipale di Chiasso Davide Lurati e il capitano della Polizia cantonale Giovanni Capoferri.

In 5 non si ripresentano

Al capogruppo in Gran Consiglio Maurizio Agustoni, invece, il compito di «rendere l’onore delle armi» (rigorosamente in rima) ai cinque granconsiglieri che hanno deciso di non sollecitare un nuovo mandato. A lasciare sono: Sara Imelli (dopo una sola legislatura), Fabio Battaglioni (dopo otto anni), Lorenzo Jelmini (che in Gran Consiglio ha passato 12 anni), Luca Pagani (ben 16 anni tra i banchi del Parlamento) e, infine, Claudio Franscella (anche lui dopo 16 anni).