Incontro

Dall’impiego in banca alla natura da valorizzare

Nel 2017 Ivan Guidotti ha lasciato il lavoro svolto per una vita e ha assunto la direzione dell’ente che gestisce la montagna di sponda destra della Città di Bellinzona: i motivi della scelta e i progetti all’orizzonte
Ivan Guidotti all’ex Convento, dove lo abbiamo incontrato, nella sua Monte Carasso. ©Ti-Press/Alessandro Crinari
Simone Berti
02.09.2020 06:00

Nel 2017 ha lasciato la banca dopo trent’anni, e da allora si dedica alla montagna bellinzonese. Una scelta di vita azzeccata, racconta oggi Ivan Guidotti quando lo incontriamo per farci raccontare (anche) quel cambiamento e poi la sua vita attuale alla testa dell’ente che gestisce la funivia di Monte Carasso e le attività legate a sentieri e strutture della sponda destra. Perché cambiare dopo così tanto tempo nello stesso settore? Il “Blasco”, come lo chiamano sin da quando in gioventù era un po’ il leader di una combriccola di cinque amici, non usa eufemismi: era stufo di quel lavoro allo sportello, al chiuso, con orari fissi. Mentre la nuova funzione richiede flessibilità, che vede come un vantaggio. La flessibilità necessaria per portare avanti il progetto “Carasc”, quello del ponte tibetano per intenderci, ma non solo. Siamo solo all’inizio, precisa davanti a un caffè preso al bar Convento nella sua Monte Carasso, dove è molto popolare. 51 anni, a suo tempo buon centrocampista della locale Unione sportiva in Seconda Lega, oggi Ivan Guidotti è anche vicepresidente della stessa società, che organizza pure il carnevale, di cui è stato re per sette anni. Quando c’era da dare una mano alle società non si è mai tirato indietro. Gli piace “farsi dentro”, per usare un’eloquente espressione dialettale. Persona mite e benvoluta, così si spiega anche la conquista della carica di sindaco, nel 2012, avvenuta un po’ in sordina dopo che sino ad allora la politica non era stata uno dei suoi maggiori interessi. L’ultimo sindaco di Monte Carasso prima dell’aggregazione. Ora è “solo” consigliere comunale, per il PPD, carica a cui non si ricandiderà il prossimo anno nelle elezioni rinviate lo scorso aprile. Così potrà anche essere più libero nella professione che è ovviamente legata al Comune.

Boom francofono
Sono dunque passati tre anni da quando Ivan Guidotti ha lasciato la banca. La stessa in cui nel 1985 aveva cominciato come apprendista, la Società bancaria ticinese con sede in centro a Bellinzona. Trent’anni e passa di banca, con una parentesi alla gerenza della Raiffeisen del suo paese, per poi rientrare in piazza Collegiata alla testa dello sportello. E infine la decisione di lasciare. Oggi dirige l’Ente autonomo Carasc, che ha sede all’ex casa comunale, sempre a Monte Carasso. Anche qui sulla scia della pandemia e dei viaggi entro i confini nazionali, l’estate è stata caratterizzata dal boom di turisti svizzeri. Con un’impennata soprattutto dei romandi, mentre quelli germanofoni c’erano e ci sono ancora. Gestione non facile degli afflussi perché, come in realtà già riscontrato negli scorsi anni grazie alla novità del ponte tibetano, l’invasione escursionistica ha generato non pochi problemi soprattutto a livello di traffico motorizzato in collina. Ora va meglio, spiega Ivan Guidotti. Si è lavorato sulla sensibilizzazione e sulla segnaletica. È andata bene anche con le mascherine (obbligatorie) sulla funivia e sui bus navetta: la gente si è adeguata. Ma qual è l’obiettivo del progetto Carasc, ora? Si punta ad offrire qualcosa alla gente del posto o si pensa soprattutto ai turisti? L’intervistato non ha dubbi: le due cose vanno insieme. I turisti, insomma, portano indotto all’economia locale; al contempo la loro massa critica permette di fare introiti tramite cui mantenere accettabili i prezzi per l’utilizzo della teleferica che porta a Mornera, a beneficio anche dei titolari di cascine private. Ora si tratta di migliorare ancora l’offerta dei sentieri, collegandoli e segnalandoli maggiormente, da Gorduno a Gudo.

Non solo ponte tibetano
La sponda destra insomma è sinonimo di ponte tibetano, ma non solo. E, dopo il boom dei primi anni con decine di migliaia di passaggi, non di solo ponte si potrà vivere, secondo il direttore dell’Ente Carasc. Bisognerà insomma reinventarsi. Ma quel ponte una menzione la merita comunque. E il pensiero va al suo ideatore, il compianto Carlo Bertinelli. L’idea di collegare in maniera spettacolare le valli di Sementina e Monte Carasso fu sua. Ma sua, ancor prima, fu anche la spinta per valorizzare la località di Curzùtt, tramite l’omonima fondazione, dove oggi sono attivi un grotto e un ostello. Molto resta da fare, però. C’è poi la sponda sinistra, quella che va da Claro a Camorino. Qualcosa si muove: per la sua valorizzazione c’è uno studio in corso. Ma Ivan Guidotti, per ora, non vede una gestione comune da parte di Carasc. Al momento l’ente deve pensare al suo consolidamento.

La nostra chiacchierata si avvia alla conclusione mentre ci raggiunge il fotografo, che scatterà alcune immagini nella cornice dell’ex Convento. Che pure merita una riflessione. Anche questa è una scommessa vinta. Spesso in Ticino si parla vagamente di “luogo d’aggregazione”; questo, invece, è un esempio concreto. Anche qui ci fu in parte lo zampino di Carlo Bertinelli, all’epoca segretario comunale, mentre la firma è dell’architetto Luigi Snozzi. Al “Cunvent” si svolgono manifestazioni di vario genere, dal carnevale di re Piögiatt all’Open air del Gruppo giovani, passando per altre attività che si spera possano presto riprendere a pieno regime dopo questi mesi di annullamenti. Un punto d’incontro che per altro ospita anche le scuole, è funzionale all’organizzazione di eventi e ora sottostà al cappello dello stesso Ente autonomo Carasc. Secondo Ivan Guidotti, il luogo potrà essere sfruttato ancora meglio, ad esempio mettendolo a disposizione per eventi privati e aziendali. Un’altra idea per il futuro.

Ivan Guidotti all’ex Convento, dove lo abbiamo incontrato, nella sua Monte Carasso. ©Ti-Press/Alessandro Crinari
Ivan Guidotti all’ex Convento, dove lo abbiamo incontrato, nella sua Monte Carasso. ©Ti-Press/Alessandro Crinari