L'anniversario

David Beckham compie 50 anni: di recente, è stato pure in Ticino

L'ex calciatore, ora co-proprietario e presidente dell'Inter Miami ma soprattutto icona mondiale, nelle scorse settimane è stato avvistato a Coldrerio dove ha sede Hugo Boss
©Lynne Sladky
Red. Online
02.05.2025 10:34

Cinquant'anni. Da festeggiare fra pochi intimi, per così dire: la moglie Victoria, i figli, 88 milioni di follower su Instagram. David Beckham, già Spice Boy, oggi compie 50 anni. Ma no, dai: impossibile. E invece sì. L'ex ragazzo prodigio del Manchester United, poi nazionale inglese, stella del Real Madrid, del Milan e del Paris Saint-Germain, nonché pioniere del calcio USA con i Los Angeles Galaxy, è diventato grande. «La gente mi chiede come mi sento, dato che parliamo di una tappa cruciale» ha confidato il diretto interessato di recente al Sunday Times. «Ma è un aspetto, questo, che non mi inquieta. Finché io e la mia famiglia godiamo di buona salute, va tutto bene». Di sicuro, Beckham – oggi imprenditore di successo e presidente dell'Inter Miami – ha una forma fisica invidiabile, frutto di una disciplina rigorosa.

Il compleanno di Beckham, di fatto, è scattato un mese fa. Dove? Da Cipriani, ritrovo italiano chic di Miami. Un centinaio gli invitati, selezionati dai vari universi che, per tutto questo tempo, hanno interagito con l'ex calciatore: sport, spettacolo, moda, cinema e televisione. Presente, ovviamente, anche la famiglia. Una serata, hanno scritto le cronache, per ribadire lo status raggiunto da Beckham: icona mondiale, influencer globale, ma anche (se non soprattutto) investitore, uomo immagine e, al netto dell'età, sex symbol. Le fortune personali di Beckham, secondo le stime, ammontano a 550 milioni di franchi svizzeri. I partenariati «a vita» con marchi di lusso, d'altro canto, gli garantiscono introiti continui e importanti.

Lo Spice Boy

Già, ma come ha fatto Beckham, in sostanza, a vendere se stesso? Una prima risposta si nasconde fra le pieghe dei suoi debutti come calciatore, allo United, e nello specifico all'incontro con Victoria, all'epoca ben più famosa di lui poiché membro delle Spice Girls (di qui il soprannome di Spice Boy). Il matrimonio, celebrato nel 1999 quando Beckham aveva appena 24 anni, ha aperto le porte dello show business al centrocampista. Alex Ferguson, allenatore-guru del Manchester, con un misto di ironia e frustrazione a suo tempo disse: «Il calcio, da quel giorno, ha rappresentato solo una piccola parte della sua identità». In realtà, Beckham – lo dimostra proprio la sua carriera – è stato in primis un grande, grandissimo giocatore. Tecnico, ispirato, tatticamente irreprensibile. E dalla personalità forte. Detto questo, fu Simon Fuller, manager delle Spice Girls e, poi, proprio di Beckham, a disegnare una carriera extra-sportiva per David. Arrivando a costruire un vero e proprio marchio, Becks, attraverso cui immergersi nella cultura pop e riflettere il cosiddetto zeitgeist. Beckham, indubbiamente, ci ha messo del suo. Lanciando tendenze, catturando l'attenzione, mettendo in scena (con maestria e dosaggio) la sua vita privata e professionale. 

La famiglia e le origini umili

Beckham, nelle varie interviste concesse negli anni, ha sempre posto al centro di tutto la famiglia. Da un lato, ricordando le sue origini modeste, legate alla periferia londinese, origini che tuttavia non gli impedirono di ricevere un'educazione improntata sulle buone maniere e, soprattutto, su una forte etica del lavoro. Per dire: il padre, Ted, si è lasciato andare in lodi sperticate e complimenti solamente dopo la sua centesima presenza con la maglia della nazionale. «Sei arrivato, figliolo». Dall'altro, presentandosi come padre e marito modello (al di là di alcuni scandali). Su Instagram, condivide spesso scatti e filmati di normalissima, e per certi versi noiosa, vita famigliare: dalla preparazione della colazione, con particolare attenzione ai frullati di frutta e verdura, alle attività di chauffeur per la figlia. All'interno del quadretto famigliare, certamente, va inserita la sua attività, chiamiamola così, di fattore: durante la pandemia, infatti, Beckham ha scoperto la sua passione per piante e animali. Una passione che può sfogare nella sua proprietà di campagna, a un'ora e mezza dalla villa di Holland Park a Londra. 

Attività, queste, che consentono a David di mantenere i piedi per terra. E che, di fatto, accrescono il suo status di sex symbol. Uno status trasversale, dal momento che Beckham è un'icona anche per la comunità LGBTQ+. Neppure il suo discusso ruolo di ambasciatore del Qatar, uno Stato in cui l'omosessualità è addirittura vietata, ha minato questo rapporto con la comunità.

In fila per la regina, come tutti

Dicevamo dell'etica del lavoro. E delle origini umili. In occasione della morte di Elisabetta II, Beckham ha fatto prova di tanta, tantissima pazienza. Mettendosi in coda e aspettando per dodici ore, come qualsiasi altro suddito, per rendere omaggio alla regina appena scomparsa. Altri VIP, invece, avevano chiesto e ottenuto di poter saltare la fila. Beccandosi, di riflesso, forti critiche. Di più, quando un fan, durante l'attesa, gli ha chiesto una foto, David si è scusato con il diretto interessato: meglio di no, anche perché non vorrei far aspettare ulteriormente quelli dietro di noi. 

Il gesto di Beckham, nel suo piccolo, ha unito un Paese diviso dalla Brexit e dalle polemiche. Ai tempi del Manchester United e del suo cartellino rosso ai Mondiali di Francia 98 contro l'Argentina, una simile accettazione popolare sarebbe stata impensabile. Beckham, ora, punta a ricevere il titolo di baronetto: un traguardo che sembrava vicino già nel 2013, ma che successive indagini fiscali fecero tramontare. 

Quella clausola per fondare un club

Il calcio è rimasto parte integrante della vita di Beckham. Basti pensare che è presidente e co-proprietario dell'Inter Miami, squadra della MLS nordamericana. Una mossa, questa, studiata nei minimi dettagli: nel 2007, quando David lasciò il Real Madrid a soli 31 anni per raggiungere i Los Angeles Galaxy, fece inserire nel suo contratto una clausola che, in futuro, gli avrebbe permesso di fondare un suo club nel massimo campionato americano per «appena» 25 milioni di dollari. Lungimirante. Per intenderci: nel 2023 l'Inter Miami si è guadagnato, di diritto, un posto nella grande mappa del calcio mettendo le mani nientepopodimeno che su Lionel Messi. Quest'ultimo ha rivelato che, di tanto in tanto, Becks partecipa ancora agli allenamenti: che cosa non si fa per restare in forma, vero?

Beckham e il Ticino

La storia di Beckham è una storia che cerca, anche con insistenza, il lieto fine. Anche perché i suoi protagonisti, a partire dal diretto interessato, sanno governare molto bene la narrazione. Agli occhi di una nazione, il Regno Unito, e del mondo intero il neocinquantenne è un padre e un marito ideale. La scappatella a Madrid con Rebecca Loos a Madrid, oltre vent'anni fa, pare dimenticata. Per sempre. Becks soffierà su cinquanta candeline a casa sua, in campagna, fra pochi intimi eppure con gli occhi di un pianeta intero attorno. Ah, siccome nel suo caso gossip e notizia viaggiano sempre a braccetto, alcune settimane fa Beckham è passato anche dal Ticino e più precisamente da Coldrerio, dove ha sede Hugo Boss. Uno dei marchi che hanno scelto Beckham come volto e immagine.