Davide ha la meglio su Golia

«L’attitudine dell’autorità inferiore è stata verso il Comune intransigente, anche tenendo conto della passività incomprensibile del ricorrente. Per le ragioni esposte, la lesione del diritto di essere sentito del Comune è da considerarsi grave». Tutto da rifare. E, allo stato attuale, Davide ha avuto la meglio su Golia. Il primo è il paese di Mesocco, il secondo nientemeno che l’Ufficio federale delle strade (USTRA). Il Tribunale amministrativo federale (TAF) - con sentenza del 30 giugno scorso, ma pubblicata solo recentemente - ha accolto il ricorso presentato dall’ente locale altomesolcinese (patrocinato dall’avvocato Andrea Toschini) contro la fissazione dei costi di esercizio e di manutenzione di una quindicina di sottopassi dell’A13 sul territorio, appunto, di Mesocco.
Richiami e mancate risposte
Per venire a capo della questione occorre fare un salto a ritroso di mezzo secolo abbondante. Parallelamente alla realizzazione dell’autostrada negli anni Settanta da parte della Confederazione, il Cantone Grigioni ha costruito sotto- e sovrappassi in corrispondenza delle strade comunali, occupandosi altresì della loro manutenzione. Dopo che dal 1. gennaio 2008 le strade nazionali sono passate nelle mani di Berna, l’USTRA ha deciso che per 14 sottopassi e un sovrappasso - tutti a Mesocco- bisognava procedere con una regolamentazione specifica riguardante l’assunzione dei costi. I contratti sono stati trasmessi al Comune una prima volta nell’ottobre 2014.
Sollecitato a più riprese, per ben quattro anni, il Municipio non ha mai risposto. Così nell’aprile 2020 l’USTRAha adottato unilateralmente i 15 contratti. Apriti cielo. Mesocco ha censurato, principalmente, la violazione del diritto di essere sentito. Secondo il TAFil Comune è «toccato nella sua autonomia finanziaria - ambito in cui esso gode di una certa indipendenza - visto che la decisione adottata dall’autorità inferiore (l’USTRA; n.d.r.) comporterebbe per l’insorgente dei costi aggiuntivi e gli imporrebbe un aggravio volto ad assicurare l’esercizio e la manutenzione dei sottopassaggi e del sovrappassaggio».
«I contratti sono bilaterali»
I contratti, specificano i giudici di San Gallo, sono per natura bilaterali. Ergo: necessitano della sottoscrizione, pure, del Comune e non solo dell’Ufficio federale. «Nel caso di specie non è possibile quantificare in anticipo quali saranno le risorse necessarie per, ad esempio, determinati lavori di manutenzione. I costi possono infatti variare a dipendenza dell’intervento richiesto - si legge nella sentenza -. Questo punto può generare insicurezza per un Comune medio-piccolo come quello di Mesocco, dato che rende maggiormente difficile una pianificazione delle proprie uscite. Per la ragione sovraesposta lo scrivente tribunale ritiene che l’onere imposto dalla decisione dell’autorità inferiore è importante».
Il TAF si è inoltre chiesto se ci fosse urgenza nel regolarizzare la situazione. La risposta è no: «Qualche mese aggiuntivo non avrebbe di certo messo a repentaglio un qualsivoglia interesse pubblico al punto tale da dover emettere una decisione senza previo avvertimento del ricorrente». Pur biasimando il fatto che l’Esecutivo non abbia risposto ai diversi richiami di USTRA («comportamento incomprensibile e non accettabile»), i magistrati sono dell’avviso che l’imposizione di 15 contratti per mezzo di una decisione senza previo avvertimento è «problematica». Ricorso del Comune accolto, pertanto, ed atti rinviati all’USTRA con la speranza che «le parti riprendano gli scambi nel tentativo di giungere ad un accordo».