Dazi USA, anche in Ticino le prime richieste di lavoro ridotto

Anche in Ticino sono giunte le prime richieste di lavoro ridotto legate ai dazi imposti dall’amministrazione USA. A confermarlo – rispondendo a un’interrogazione dei deputati PLR Matteo Quadranti e Patrick Rusconi (qui trovate il documento completo con le risposte del Governo) – è il Consiglio di Stato.
Senza entrare nei dettagli, il Governo fa sapere che «per quanto riguarda il nostro Cantone, sono state inoltrate alcune richieste di lavoro ridotto con riferimento ai dazi» e che «a oggi, il settore (ndr. dell’economia ticinese) che ha espresso le maggiori preoccupazioni è quello dell’industria metalmeccanica ed elettrica». Ma l’Esecutivo afferma pure di seguire «con attenzione anche altri comparti manifatturieri ed esportatori, in particolare alla luce delle incertezze legate alla farmaceutica e ai metalli preziosi».
Riguardo alla strategia adottata, il Governo spiega di monitorare «costantemente la situazione grazie alle riunioni regolari avviate con la Camera di commercio (Cc-Ti) e l’Associazione industrie ticinesi (AITI), così da rimanere costantemente aggiornato su quanto stanno vivendo le imprese». E se da un lato «di principio, le aziende valutano autonomamente la riorganizzazione delle filiere», dall’altro «il Cantone sostiene l’economia tramite condizioni quadro attrattive e misure dedicate, tra i quali vi sono le indennità di lavoro ridotto e gli incentivi all’internazionalizzazione».
L’Esecutivo spiega infine che attualmente «le Camere di commercio svizzere stanno rilevando gli ostacoli principali nelle procedure» e «la Cc-Ti ha segnalato che si metterà in contatto con le autorità cantonali al termine delle proprie indagini per una più ampia riflessione».