Mendrisiotto

Decine e decine di falsi allarmi, i pompieri corrono a Pasture

In poco meno di quattro mesi i militi hanno risposto a un’ottantina di sollecitazioni per presunti incendi al Centro federale d’asilo di Pasture – Un problema, innescato verosimilmente dagli ospiti, che crea non pochi disagi (e costi)
©Gabriele Putzu
Stefano Lippmann
28.04.2023 06:00

Quando i pompieri intervengono d’urgenza, il loro transito sulle strade non passa inosservato. Le sirene si sentono a distanza e poco dopo si scorgono i lampeggianti blu. Impossibile, dunque, non notarli. Una scena – stando alle testimonianze che abbiamo raccolto in queste settimane – che dall’inizio dell’anno si sta ripetendo in maniera piuttosto costante lungo le vie che conducono dalla rimessa dei pompieri al Centro federale d’asilo di Pasture, situato tra Novazzano e Balerna. Un movimento sicuramente anomalo che abbiamo deciso di approfondire. Ci sono stati incendi o inquinamenti? No, niente di tutto ciò. Stando a quanto abbiamo potuto appurare, le decine e decine di interventi sono dovute a dei falsi allarmi. Settantasette per l’esattezza, da inizio anno.

Intervento d’urgenza

Abbiamo quindi interpellato il presidente della Delegazione Consortile – l’organo esecutivo – del Consorzio Centro Soccorso Cantonale Pompieri Mendrisiotto Samuel Maffi. Alla domanda se effettivamente vi sia un problema, Maffi ci conferma che esiste una «tematica molto sensibile che stiamo affrontando come centro cantonale di soccorso dei pompieri. Un fenomeno già visto nel corso dello scorso anno ma che nel 2023 ha acquisito un’importanza da assolutamente non sottovalutare». E i numeri, in tal senso, evidenziano la presenza di un problema: «Indicativamente – spiega il nostro interlocutore – contiamo da gennaio ad oggi un’ottantina di interventi dei pompieri per allarme incendio al Centro federale d’asilo di Pasture. In concreto – prosegue Maffi – si è potuto riscontrare che queste richieste di intervento sono dei falsi allarmi». Per intenderci, come quelli che a volte si attivano anche in certe strutture industriali. Di fronte a questo tipo di allarme «i pompieri di picchetto partono in urgenza, vanno sul luogo, per spegnere l’incendio che poi si rivela non esserci».

La dinamica di quanto avviene è sostanzialmente nota: «Il Centro in oggetto dispone di un sistema antincendio con degli appositi tasti che innescano l’allarme e per un’ottantina di volte gli ospiti per innavvertenza, per ignoranza, rispettivamente per dispetto, hanno schiacciato questo tasto il quale innesca una procedura di emergenza». Una volta partito l’allarme – la struttura nella quale sono alloggiati ora i richiedenti l’asilo è vetusta e non è possibile ritardare l’allarme – il gruppo di picchetto dei pompieri si attiva immediatamente. Gruppo di picchetto che è composto da 8 uomini e da un ufficiale.

«Questo numero elevato di interventi – racconta il presidente – oltre a costringere i pompieri a dirigersi in tutta fretta sul luogo, ci crea anche un disagio per quel che concerne gli orari di lavoro: spesso facciamo capo con fatica a liberi professionisti o dipendenti comunali che, quindi, devono staccarsi dal loro posto di lavoro e intervenire. Farlo quando c’è una reale necessità fa naturalmente parte del servizio, dell’impegno, della disponibilità e del sacrificio che viene dato al proprio lavoro».

Diverso, invece, è farlo sistematicamente per dei falsi allarmi ma, evidenzia Maffi, «per noi il falso allarme vale come un incendio, non possiamo tirarci indietro». Il tutto, inoltre ha un costo. A dipendenza delle fasce orarie d’intervento (diurne o notturne), il costo varia dai 700 ai mille franchi. E in questo caso «vengono addebitati alla Confederazione».

Si sensibilizza

Per cercare di ovviare al problema gli enti di primo intervento hanno già organizzato degli incontri. In concerto con il personale attivo all’interno del Centro, non è da escludere che si possa trovare una maniera efficace di sensibilizzare gli ospiti.

In aggiunta – racconta il presidente della Delegazione consortile – «il nostro comando è in contatto con i responsabili logistici della struttura per vedere se si possano implementare accorgimenti interni specifici da adottare sotto loro responsabilità». Come ad esempio verificare la possibilità di ritardare l’intervento dei pompieri effettuando prima una verifica.

Alla Perfetta nessun problema

La tematica, quando si parla di richiedenti l’asilo, è sensibile. Nel Mendrisiotto in particolar modo. Per questo motivo Maffi (che è anche capodicastero Sicurezza della Città di Mendrisio) tiene a fare alcune precisazioni: «Io non voglio esprimere un giudizio di merito sulle diatribe che sono legate alla gestione dei migranti. Sto constatando una situazione oggettiva che stiamo cercando di migliorare anche con la sensibilizzazione degli ospiti. Noi vogliamo risolvere questo tipo di problema». Anche perché in altre occasioni tutto è andato bene: «Quando una parte dei richiedenti l’asilo è stata ospitata alla Perfetta di Arzo non vi è stato il minimo problema dal lato della sicurezza e dal lato pompieristico». Resta il fatto – tornando ai falsi allarmi del Centro d’asilo di Pasture – che questo tipo di comportamento non giova a nessuno. «Inoltre – ravvisa – schiacciare inutilmente un allarme incendio è potenzialmente un reato penale. Molto probabilmente le autorità preposte si sono mosse anche in questo senso, ma l’effetto deterrente si un’eventuale pena rischierebbe di avere poco effetto».