Demolizione dei portici contestata dalla STAN

Tempi difficili per i progetti che riguardano la zona della stazione FFS di Locarno-Muralto e le sue immediate vicinanze. Nell’occhio del ciclone non è finito solo il cosiddetto nodo intermodale, sul quale aleggia l’ombra di un referendum, ma anche il lato opposto di via Stazione. Dopo essersi opposta alla domanda di costruzione, la Società ticinese per l’arte e la natura (STAN) ha infatti presentato ricorso contro la licenza edilizia rilasciata dal Municipio di Muralto al progetto «Urbania» promosso dalla Renzetti Properties SA e dalla Posteggi Stazione Muralto SA. Prevede la completa riqualifica del fronte sud del comparto Grand Hotel, dal torrente Ramogna all’autosilo, compresa la demolizione degli attuali portici. Proprio ciò che contesta la STAN.
Comparto strategico
«Il comparto Ramogna Grand Hotel è strategico nel contesto urbano e, al contempo, presenta inequivocabili caratteristiche di luogo sensibile ed è inserito nell’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere (ISOS) con obiettivo di salvaguardia massimo: questo implica per le autorità di dovere ponderare gli interessi in gioco soppesando tutti i valori urbanistici, architettonici, storici esistenti», rileva la STAN, secondo la quale tali interessi in gioco non sono stati sufficientemente ponderati. «Il progetto contestato va giudicato per il suo impatto sullo spazio del piazzale della stazione di Muralto e quindi sull’insieme degli edifici che ne fanno una piazza», precisa la STAN, aggiungendo che: «Come si può leggere anche nella descrizione della situazione storico-urbanistica dell’inventario federale degli insediamenti da proteggere - che inserisce il citato comparto tra quelli che devono godere della massima salvaguardia, ndr. -, il gioco dei portici, grazie all’unità stilistica, è pregevole e significativo. Esso si estende su un’ampia metratura e ha un disegno uniforme che fa di questo spazio un imprescindibile ambiente identitario, nel quale tanto la popolazione locarnese, istintivamente, si identifica, una scenografia unica ed accogliente, una sorta di grande “vestibolo” di tutto l’agglomerato locarnese». Secondo la società che si batte per la tutela del patrimonio architettonico e paesaggistico ticinese, «l’espressione architettonica della lunga facciata del progetto sulla piazza (che andrebbe a sostituire gli attuali portici, ndr.) presenta una tale schematicità da dover considerare l’intervento in urto con il principio dell’inserimento “ordinato e armonioso” come vuole l’articolo 104 della Legge sullo sviluppo territoriale».
Un corridoio verde unico
Va poi considerata, sempre secondo la STAN, l’importanza che rivestono nel contesto urbano il riale Ramogna e il suo corridoio verde, minacciati dal progetto che prevede un’importante edificazione nelle vicinanze del corso d’acqua. Pertanto secondo la STAN, il progetto misto commerciale-amministrativo-residenziale che richiederà un investimento stimato in oltre 30 milioni di franchi «è da reimpostare, poiché quello che oggi beneficia di un’autorizzazione a costruire banalizzerebbe e danneggerebbe non solo l’immagine della piazza della stazione di Muralto, ma tutto il paesaggio urbano del Locarnese».
Il nodo non è ancora sciolto
Intanto, sul possibile referendum contro il cosiddetto nodo intermodale della stazione FFS con nuova pensilina per gli autobus per il quale la settimana scorsa il Gran Consiglio ha stanziato un contributo di 7 milioni di franchi, il comitato Salva viale Cattori, riunitosi ieri sera, ha deciso di prendere tempo. Il gruppo era riuscito a raccogliere in poche settimane quattromila firme in una petizione contro il passaggio degli autobus lungo gli 80 metri di strada in porfido rosso, appunto viale Cattori. Al centro della questione, poi, ci sarebbe anche il sottopassaggio, per il quale - sempre in Gran Consiglio - era stato respinto un emendamento dell’UDC. «Una soluzione che permetterebbe ai pedoni di evitare l’attraversamento di via Stazione, bloccando il traffico», avevano sostenuto i promotori.