Demolizione e rimozione: c’è la richiesta (a posteriori)

È stata depositata giovedì scorso dal Comune di Lugano la domanda di demolizione e rimozione delle macerie all’ex Macello. La domanda fa seguito al messaggio dello scorso 14 novembre con il quale il Municipio chiede al Consiglio comunale un credito di 527 mila franchi per la rimozione delle macerie che si trovano ancora sul sedime dell’ex centro sociale autogestito, demolito nella notte tra il 29 e il 30 maggio 2021. Il messaggio dell’Esecutivo è a sua volta la conseguenza della decisione di dissequestro del procuratore generale Andrea Pagani, risalente allo scorso settembre, nel frattempo cresciuta in giudicato, con la Città e gli autogestiti che avevano trovato un accordo per quanto riguarda la denuncia per danneggiamento presentata da questi ultimi in relazione agli oggetti personali di loro proprietà ancora sul sedime. La querela è stata ritirata e in cambio la Città verserà un risarcimento di 35 mila franchi. L’accordo con gli autogestiti prevedeva la possibilità di rinunciare al risarcimento nel caso in cui fosse stata ritrovata una nuova sede per l’autogestione. Uno scenario, questo, non attuabile in quanto per la Città non ci sono opzioni. Resta intanto aperta l’inchiesta legata alla demolizione dell’ex centro sociale autogestito: nel dicembre 2021 il procuratore generale Andrea Pagani aveva emanato un decreto di abbandono in relazione alle ipotesi di reato di abuso di autorità, violazione delle regole dell’arte edilizia e infrazione alla Legge federale sulla protezione dell’ambiente. Nel giugno 2023 la Corte dei reclami penali aveva però rinviato gli atti al Ministero pubblico.
Il dissequestro ha consentito alla Città di sbloccare il progetto «Campus Matrix» pensato nell’area dell’ex Macello in collaborazione con l’USI. Nella «cittadella della cultura» troveranno posto attività in sinergia con quelle accademiche, quali alloggi temporanei di breve e media durata, attività culturali, didattiche, espositive ed aggregative, piccoli spazi commerciali e di artigianato.
Prima di arrivarci, bisognerà però concludere la demolizione dell’edificio F (l’ex dormitorio degli autogestiti) iniziata nella notte tra il 29 e il 30 maggio 2021. È quanto si apprende leggendo la domanda di costruzione depositata giovedì. Che dunque non è intesa solo a sgomberare le macerie – operazione che è stata concordata con la Sezione protezione aria, acqua e suolo del Dipartimento del territorio e con la SUVA – ma a finire in qualche modo il lavoro. Tanto più, si legge, che la demolizione dello stabile F era già prevista, «anche se con tempi differenti e più sinergici allo sviluppo del cantiere del progetto di concorso». A lavori ultimati, in accordo con la Polizia comunale, verrà poi posata una recinzione di legno temporanea alta 2.5 metri sul confine Sud pitturata di bianco «per maggiore decoro». Gran parte della domanda si concentra sulle sostanze inquinanti, tra cui l’amianto – individuato in un frammento di lastra piana in fibrocemento, nello stucco dei vetri, in un tratto di tubo in fibrocemento e nei residui di colla bituminosa – di cui già si sapeva, e sul loro corretto smaltimento.