Destinazione Ticino: la sanità varesina perde un altro protagonista

La sanità italiana continua a perdere i pezzi. Quest’oggi la Prealpina non nasconde una certa preoccupazione nel parlare dell’ennesima fuga verso la Svizzera di un professionista del settore sanitario: si tratta dell’angiologo Walter Ageno, attuale direttore del Pronto soccorso dell’ospedale di Circolo, nonché docente universitario all’Insubria. Il dottor Ageno è stato nominato primario di Medicina interna all’ospedale regionale di Bellinzona e Valli ed entrerà in carica dal primo aprile del 2024. Per Varese si tratta della quarta perdita di spicco in poco tempo, dopo il trasferimento a Como di tre noti camici bianchi attivi nella sanità e nella formazione varesine. Senza contare le costanti difficoltà del Pronto soccorso (definito negli scorsi mesi un «girone dantesco», scrive la Prealpina), sempre sotto pressione per l'elevato numero di pazienti e le carenze di personale. Ma quello della Città Giardino è in realtà un problema che riguarda tutta la Penisola.
Secondo Il Sole 24 Ore, in Italia mancano all’appello più di 80 mila operatori sanitari tra medici e infermieri. La carenza più importante è ovviamente quella che riguarda il settore infermieristico, nel quale il buco sarebbe di circa 70 mila lavoratori. Secondo il sito Nurse24, nell'ultimo anno si sono registrate circa 6 mila cancellazioni dall’albo nazionale degli infermieri in Italia, tra chi è andato all'estero e chi ha cessato l'attività. Le cancellazioni hanno interessato soprattutto la Lombardia (1006) e il Piemonte (432).
Tra le priorità del Governo italiano, oggi, c’è il tentativo di tamponare la fuga all’estero del personale sanitario italiano. Va proprio in questa direzione la proposta di una «tassa sulla salute» per i frontalieri: il balzello imposto a tutti i lavoratori attivi fuori dai confini nazionali andrebbe infatti a rimpolpare gli stipendi di medici e infermieri che lavorano in Italia, spingendoli a restare sul territorio. Il problema è noto da tempo, specialmente nelle provincie di Como, Varese e Sondrio, dove si stima che dopo la pandemia siano stati 450 gli infermieri partiti per il Ticino. I frontalieri della sanità nel nostro cantone, nel 2023, sono stati circa 5 mila. Il conto diventa più pesante aggiungendo chi si è trasferito all'estero. E non si parla solo di Svizzera, ma di nuove allettanti mete per gli infermieri italiani: oggi le proposte arrivano anche dalla Norvegia.