Elezioni comunali

Destituzioni, estromissioni, battaglie: ne vedremo delle belle

Continua il viaggio nei Comuni del Luganese in vista del 5 aprile: Cademario torna alle urne dopo che il sindaco è stato obbligato a lasciare la carica, ad Alto Malcantone 4 liste corrono per 5 seggi
Dietro le nubi a Cademario potrebbe spuntare il sole. © CDT/GABRIELE PUTZU
Chiara Nacaroglu
07.03.2020 06:00

Continua il nostro viaggio nei comuni del Luganese in vista delle elezioni del 5 aprile. Oggi andiamo in Malcantone, dove tra destituzioni, equilibri in forse ed estromissioni ne vedremo delle belle. Partiamo da Alto Malcantone, dove la partita è più aperta che mai dato che una delle cinque liste rappresentate in Municipio, «Insieme Alto Malcantone», non si ripresenta (lascia quindi il municipale Andrea Frank). Nell’Esecutivo comunale uscito dalle urne quattro anni fa regna infatti l’equilibrio con un municipale per ogni lista: «Popolari Alto Malcantone» (17% dei voti di scheda nel 2016), «Alto Malcantone Forum» (17,%), PLR (15%), Lega-UDC (13,5%) e, appunto, «Insieme Alto Malcantone» (13,5%). Per i «Popolari» si ripresenta il sindaco Giovanni Berardi ma la lista si allarga rispetto al 2016: si chiama «Alto Malcantone c’è» e rimane di area PPD ma apre agli indipendenti. Con lui ci sono Francesca Perucchi Casamassima e Caterina Toffoletto. Per «Alto Malcantone Forum», invece, non si ricandida la vicesindaca Silvia Mordasini e corrono Sandro Poncini e Mario Zecchin. Per il PLR cerca un altro mandato Sandro Patocchi, mentre per Lega-UDC si ripresenta Alfredo Bazzocco, con lui in lista anche Markus Burkhard. Guardando i numeri di quattro anni fa, a guadagnare un seggio in più potrebbero essere le liste «Alto Malcantone c’è» o «Alto Malcantone Forum», ma il distacco dal PLR è piccolo così come lo è quello da Lega-UDC, quindi tutto può succede.

Quel sindaco destituito

Passiamo a Cademario, dove poche settimane fa una sentenza del Tribunale cantonale amministrativo ha destituito il sindaco Fabio Debernardis («Cademario 2020») che, avendo la residenza a Massagno, è stato obbligato a lasciare la sua carica con effetto immediato. Dopo esser stato sfiduciato dai colleghi e rieletto dai cittadini un anno fa, aveva dichiarato al CdT che non si sarebbe comunque ripresentato ad aprile.

E ora? Tra gli uscenti si ripresentano in due: Pietro Righetti di «Cademario 2020» e Cristina Dotesio che, eletta 4 anni fa nella lista civica «Cademario indipendente» (15% dei voti di scheda nel 2016) cerca una nuova legislatura con il PLR (27%). Sono solo tre le liste in corsa, oltre alle due appena elencate c’è «Uniti per Cademario» (11,5%) per la quale si candidano Aleardo Zaccheo, William Sawyer e Pietro Magaton. Con i liberali ci sono anche Michele Müller, Francesco Licht, Antonio Rezzonico e Filippo Civetta, mentre per «Cademario 2020» (24,5%) corrono pure Fabio Signorini, Lorenzo Forni, Enzo Zanotti e Serenella Bignasca.

E quel «no» di Lega-UDC

A Novaggio le novità sono in casa Lega, UDC e indipendenti, lista per la quale i due municipali uscenti, Felice Campana e Franco Rodigari, non si ripresentano. Campana corre però la lista civica «Noi Voi Novaggio» dopo essere stato «cacciato» da Lega e UDC. «Abbiamo avuto discussioni e non mi hanno più voluto con loro, – spiega il diretto interessato – allora ho optato per la lista civica». A correre per la compagine di destra (che quattro anni fa aveva ottenuto il 26,8% dei voti di scheda) sono invece Delia Ambrosca-Catenazzi e Renè Delmenico. Oltre a Campana, per la lista civica (16%) si ripresenta il vicesindaco Emilio Marcoli, insieme a Michele Balmelli, Sonja Delmenico e Alessio Zarri. Per il PLR e lista giovani, partito di maggioranza con il 33,5% dei voti ottenuti nel 2016, si ricandidano il sindaco Paolo Romani e il municipale Fabio Zanella. Con loro anche Piergiorgio Morandi, Alisia Papa e Fabrizio Villa. Rispetto alle ultime elezioni, quest’anno la lista rossoverde «Spazio libero insieme per ambiente e socialità» ci prova non solo in Consiglio comunale ma anche in Municipio proponendo quale candidato all’Esecutivo il consigliere comunale Andrea Pozzi. Circondato da realtà dove le elezioni sono tacite (parliamo dei Comuni di Bedigliora, Miglieglia e Curio) o sono addirittura saltate (Astano), Novaggio risalta per la sua politica combattuta. «Siamo molto orgogliosi – spiega il sindaco Romani – di essere un comune attrattivo che ribadisce la propria progettualità anche in politica». Ad Aranno, che aveva ottenuto una proroga dal Servizio cantonale dei diritti politici per decidere chi avrebbe assunto la carica di sindaco nell’ambito delle elezioni tacite, si è trovata la quadratura del cerchio. A capo dell’Esecutivo sarà l’attuale vice Osvaldo Daldini, mentre chi assumerà la carica di vicesindaco sarà invece deciso nella prima seduta di Municipio. Restano nell’Esecutivo anche l’attuale sindaco Paolo Felix, Tiziano Brenni e Stefano Magini, mentre al posto di Germano Canella entrerà Omar Antonelli. Tutti fanno parte della lista civica «Uniti per Aranno».

Astano verso la gerenza

Come anticipato qualche giorno fa, la proroga del termine di presentazione delle liste per le comunali ad Astano non ha dato i frutti sperati. E ora la palla passa nelle mani del Servizio dei diritti politici e della Sezione Enti locali (SEL), che dovranno valutare se concedere un’ulteriore proroga oppure (ed è questa l’ipotesi più concreta) se andare verso un intervento di vigilanza che porterebbe un gerente a coprire le funzioni normalmente svolte dal Municipio.

L’ultimo Comune messo sotto gerenza in Ticino è Corippo, che tra poche settimane farà parte del nuovo comune di Verzasca. Come ci spiega il caposezione della SEL, Marzio Della Santa, è uno scenario sempre più raro: «Avendo aggregato quelli più piccoli, Comuni come Astano, Miglieglia o Bedigliora sono ultimi scampoli di una realtà comunale in via di trasformazione».

Secondo il nostro interlocutore, infine, «negli ultimi anni è evidente che il rischio di mettere gerenti si è ridotto: aggregazioni di piccole realtà ticinesi sono state volute dagli stessi Comuni proprio perché, ad un certo punto, non si trovavano più persone disposte a mettersi in lista».