La domenica del Corriere

Destra e sinistra a confronto sulle ricette per il ceto medio

Visioni contrapposte sulla socialità e alleanze non sempre idilliache al centro della puntata - Morisoli: «Non aiuti, ma più soldi nelle tasche dei cittadini» - Noi: «Sussidi necessari perché i redditi sono bassi»
©Chiara Zocchetti
Red. Ticino&Svizzera
19.03.2023 21:20

Destra e sinistra. Questo il titolo della puntata de La domenica del Corriere andata in onda ieri su Teleticino e con in studio quattro ospiti moderati da Gianni Righinetti: da una parte Sabrina Aldi (Lega), affiancata da Sergio Morisoli (UDC), e dall’altra Marco Noi (Verdi) e Ivo Durisch (PS). Al centro del dibattito, il confronto interno a destra (smorzato dai due protagonisti) e il “volemose bene” che è il fil rouge dell’alleanza rossoverde.

Un’alleanza, ha fatto notare in apertura il vicedirettore del CdT, che sembra creata per far eleggere comodamente Marina Carobbio. «È chiaro - ha ammesso Noi - che Marina Carobbio parte avvantaggiata, ma l’alleanza non è stata pensata in questo modo». «Siamo partiti mettendo per iscritto gli obiettivi comuni e non pensando ai nomi, che sono arrivati dopo», gli ha fatto eco Durisch. L’obiettivo del fronte rossoverde è quello di rafforzare la propria presenza in Parlamento, e in caso di marcia sul posto - o peggio di un arretramento - «è chiaro che ci sarebbe delusione», ha detto Noi. «Anche se - ha aggiunto Durisch - l’alleanza con i Verdi è solo un punto di partenza, la nostra è un’intesa a lungo termine». Se la sinistra appare coesa, a destra dello scacchiere politico si respira una certa tensione. «Ma la nostra non è un’alleanza nuova. Ci sono temi comuni e, soprattutto, c’è la volontà condivisa di mantenere due seggi a destra», ha evidenziato Aldi. Del resto, ha aggiunto da parte sua Morisoli, «quando c’è qualcosa da conquistare si litiga. Siamo diversi, ma lo scopo che ci lega è superiore alle nostre diversità». A sinistra, ha proseguito il capogruppo democentrista, «non si litiga perché non c’è nulla da conquistare, non c’è gara. Hanno deciso loro in partenza chi dovrà vincere. Da noi il vincitore lo decideranno i ticinesi». All’interno della destra, ha rilevato invece Durisch, «sembra che la Lega abbia perso un po’ di pepe e di slancio, recuperati invece dall’UDC». È una Lega «divanata», ha chiesto quindi Righinetti? «Non credo», ha ribattuto Aldi. «Parla la forza dei fatti. I nostri due consiglieri di Stato hanno lavorato bene, bisognerà invece capire se in Gran Consiglio il gruppo terrà, visto che i sondaggi ci danno in perdita».

Il confronto tra le due «visioni del mondo» di destra e di sinistra ha tenuto banco anche nella seconda parte della puntata, accesa da uno scontro sul ceto medio e le sue necessità. «La Lega è una destra sociale - ha rimarcato Aldi - mentre l’UDC è una destra borghese». «Peccato - ha però fatto notare Noi - che questa anima sociale venga rispolverata solo con l’avvicinarsi delle elezioni, mentre non si è vista per tutta la legislatura». Secondo Morisoli, invece, «socialità significa lasciare più soldi nelle tasche dei cittadini, ma anche difendere il mercato del lavoro, girare sicuri per le strade. Socialità, insomma, è far stare bene la gente, non distribuire sussidi, come vuole la sinistra». Immediata la replica di Noi: «Questa è la storiella che piace raccontare a Morisoli. La socialità serve perché la maggioranza delle persone non riceve salari sufficienti». Secondo Durisch, inoltre, «il metodo delle deduzioni fiscali, caro alla destra, non fa che aumentare le disuguaglianze». I poli - ha aggiunto il capogruppo socialista - «si stanno estremizzando: i partiti di centro-destra si sono appiattiti sull’UDC».

Tra i due estremi, quindi, potrebbero guadagnare consensi il Centro e il PLR? «Assolutamente no - ha risposto Durisch - in tutte le decisioni importanti si sono posizionati dalla parte della destra. Ma se andiamo avanti con le ricette della destra non andremo molto lontano». Secondo Morisoli, invece, «spesso si abusa del termine ceto medio o lo si scopre improvvisamente. La grossa differenza è che per la sinistra il ceto medio è qualcuno da assistere con i soldi dello Stato, per noi, invece, è una categoria che vuole potercela fare da sola, senza dover elemosinare i sussidi pubblici». Il punto, ha ribattuto Noi, «è che bisogna sussidiare le persone, compreso il ceto medio che sta scivolando sempre più verso il basso, perché non hanno redditi sufficienti. Ma i redditi li fanno gli esponenti della destra. I soldi in Ticino arrivano, ma poi vengono ripartiti in maniera iniqua».

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