«Di quei cuccioli molti scapperanno o finiranno al canile»

Quando raccontiamo la storia dei cani bloccati a Brogeda, il presidente della Protezione animali di Bellinzona Emanuele Besomi si arrabbia subito: «Quante volte abbiamo detto e scritto di mai andare a prendere cani in Italia da venditori sconosciuti. Quasi sempre non si conosce la vera storia di quell’animale, da dove viene e come è stato trattato. Perché il problema non è tanto comprarlo ma sono i guai che possono sorgere dopo». Il riferimenti va a quei 24 cuccioli intercettati in Italia poco prima della dogana. Provenivano dalla Calabria e sono stati consegnati a compratori svizzeri. Le autorità italiana comunque indagano in merito al trasporto di animali vivi e alle modalità e all’ammontare della compravendita.
Besomi, dall’alto della sua esperienza, parla di “mine vaganti”, di cani provenienti da situazioni traumatiche e con i quali non tutti i proprietari sanno comportarsi, soprattutto quando l’animale diventa minaccioso. E via via ci racconta di persone morsicate, di cani disubbidienti e diventati pericolosi. «Sono pronto a scommettere che, faccio un esempio, su 20 cani importati 5 scapperanno, 10 finiranno in una società protezione animali e 5 avranno un destino ignoto. Insomma, il rischio è grosso».
E Besomi è anche convinto, come succede spesso, che i cani di ieri sarebbero arrivati in Svizzera illegalmente: «Devono avere passaporto e microchip ed essere vaccinati contro la rabbia nei 21 giorni precedenti. Al confine vanno sdoganati e una volta da noi segnalati alla banca dati svizzera».
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