Lavizzara

Diga del Sambuco, prima dell'innalzare si sonda la roccia

Inizieranno fra qualche giorno i sondaggi e carotaggi per approfondire la geologia delle pareti della montagna sulle quali poggerà l’estensione di 15 metri in altezza dello sbarramento idroelettrico – L’apertura del cantiere principale da parte di OFIMA è prevista nel 2027 per un investimento di 120 milioni di franchi
© CdT/Chiara Zocchetti
Spartaco De Bernardi
01.07.2025 06:00

Assicurarsi che la roccia su cui poggerà l’estensione di 15 metri in altezza dello sbarramento idroelettrico del Sambuco sia solida e, soprattutto, stabile. In questo consisteranno i sondaggi che dovrebbero iniziare nel corso del corrente mese di luglio in alta Val Lavizzara. Sono previsti in particolare carotaggi in roccia e in materiale sciolto, nonché prove nei fori, prove dilatometriche e prove speciali per evitare, appunto, di imbattersi in brutte sorprese quando si tratterà di dare avvio ai lavori veri e propri d’innalzamento della diga di proprietà delle Officine idroelettriche della Maggia (OFIMA), che verrà portata dagli attuali 130 a 145 metri di altezza.

Un progetto ritenuto prioritario

Il progetto, che rientra fra i 15 scelti dalla tavola rotonda per l’idroelettrico a livello nazionale, è ritenuto prioritario per aumentare la produzione idroelettrica invernale nel Canton Ticino e favorisce di riflesso la sicurezza dell’approvvigionamento energetico. «Per quanto riguarda sondaggi e carotaggi nella parte superiore della diga siamo in fase di delibera», spiega al CdT Andrea Baumer, responsabile della Sezione sbarramenti di OFIMA e OFIBLE. Per quanto attiene alla parte bassa dello sbarramento, segnatamente la zona del pozzo piezometrico e della centrale di Peccia, il bando di concorso per gli interventi ispettivi è attualmente in pubblicazione con le offerte che devono essere presentate entro il prossimo 22 luglio. Questi lavori ispettivi, precisa l’ingegner Baumer, forniranno informazioni utili per il progetto principale d’innalzamento di 15 metri della diga del Sambuco. Progetto che in questi mesi i tecnici stanno affinando. «Prevediamo di pubblicare la domanda di costruzione alla fine dell’anno prossimo, così da poter aprire il cantiere l’anno successivo», aggiunge responsabile della Sezione sbarramenti di OFIMA e OFIBLE. Parallelamente, si procederà con la fase degli appalti per i lavori dal costo stimato in 120 milioni di franchi. Evidentemente, tanto l’affinamento del progetto esecutivo quanto l’assegnazione degli appalti permetteranno di stabilire se i costi preventivati saranno rispettati. Assodata, per contro, la durata dei lavori prevista sull’arco di quattro anni.

Tappa dopo tappa

Lo studio di fattibilità, svolto da AET nel 2022, ha ipotizzato un innalzamento dello sbarramento fino ad un massimo di 15 metri. L’altezza della diga del Sambuco verrà quindi portata da 130 a 145 metri. Ciò consentirà di aumentare del 27% la capienza del bacino artificiale, per un totale di 80 milioni di metri cubi di acqua. Detto in altri termini, il futuro potenziale dell’impianto idroelettrico dell’alta Val Lavizzara avrà un potenziale di 46 GWh di energia invernale supplementare (220 GWh in tutto). Ma non è tutto. Parallelamente all’innalzamento dello sbarramento si procederà, infatti al completo rinnovo della centrale di Peccia, che sarà dotata di due nuovi gruppi di produzione da 31 MW di potenza l’uno (+29% rispetto alle due turbine Pelton attualmente in esercizio) e due pompe dalla potenza complessiva di 42 MW (+75% rispetto a quelle odierne). Per sfruttare in maniera efficiente la maggior capacità di pompaggio e stoccaggio, anche il bacino di compenso di Peccia sarà ampliato: la sua capacità passerà da 110 a 160 mila metri cubi, migliorando la flessibilità anche della centrale di Cavergno. I lavori sulla corona della diga, attorno al bacino, si concluderanno, a meno di clamorosi imprevisti - leggi opposizioni e ricorsi, come quello inoltrato dal Comune di Lavizzara contro la modifica della scheda del Piano direttore cantonale , ricorso nel frattempo decaduto - prima della riversione degli impianti OFIMA prevista nel 2036. Proprio per questo il progetto di innalzamento viene sviluppato congiuntamente da OFIMA e da AET, futuro proprietario dell’impianto, con la supervisione del Cantone.

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