Diminuisce il fabbisogno, esplode il costo di un’opera

In anni in cui i Comuni si lamentano per il continuo aumento dei costi fuori dal loro controllo, una buona notizia giunge dal Consorzio depurazione acque Lugano e dintorni (CDALED). Il suo fabbisogno annuo - oltre dieci milioni spalmato su trenta Comuni, di cui la metà a carico della Città - è tornato a contrarsi dopo un paio d’anni d’esplosione dovuto al boom dei costi dell’elettricità. E le cifre non sono indifferenti: se per il 2024 si paventava un fabbisogno di quasi 14 milioni (poi diventati 11,3 a Consuntivo), per il 2026 si prevede che ne serviranno 11,6: oltre due milioni in meno pur mantenendo un livello d’investimenti annuo costante, vale a dire attorno ai dieci milioni. Il Preventivo 2026 deve essere ancora approvato dall’Assemblea consortile, al pari di una nota invece dolente: l’importante sorpasso di spesa previsto per la sostituzione del collettore consortile in territorio diCadempino, Vezia, Lugano e Bioggio, per un totale di 2,2 chilometri. Si pensava ci volessero 8,8 milioni di franchi; probabilmente ce ne vorranno 13.3. Il rincaro è dovuto in particolare a un’importante sottostima dei costi di costruzione nel progetto definitivo. Anche il sorpasso di spesa sarà sottoposto all’Assemblea il prossimo dicembre.
Disidratazione «efficientata»
I processi di depurazione necessitano di una grande quantità di energia, pertanto il CDALED si era trovato piuttosto esposto all’esplodere dei costi dell’elettricità. Al contempo era aumentato sensibilmente anche il costo degli agenti chimici necessari ai processi di depurazione. Ora la situazione sta tornando alla normalità, e ancora per l’anno prossimo è prevista una diminuzione di 600.000 franchi dei costi dell’energia «attribuibile alla strategia di acquisto definita dalla Delegazione consortile, all’installazione di pannelli solari sul fabbricato deposito fanghi e all’evoluzione favorevole del mercato energetico». Calati anche sensibilmente (meno centomila franchi) i costi degli agenti chimici, e una pari cifra è stata risparmiata grazie a «un efficientamento del processo di disidratazione che ha portato ad una diminuzione del fango prodotto e di conseguenza da smaltire».
Tutto ciò ha permesso di confermare il piano d’investimenti che prevede spese di dieci milioni l’anno. Metà di questa cifra verrà impiegata per un po’ per il maxi progetto da 75 milioni di rinnovamento e ammodernamento del depuratore di Bioggio. Ma all’orizzonte vi sono altri importanti progetti, come il risanamento del canale Genzana tra Massagno e Lugano centro, un nuovo bacino di chiarificazione al Lambertenghi e, appunto, la sostituzione del collettore consortile fra Cadempino e Bioggio.
Costi sottostimati
Quest’ultima opera è considerata prioritaria nel Piano generale di smaltimento, perché dal collettore transitano le acque reflue dalla valle del Vedeggio sino al depuratore. E le tubazioni, che si trovano in zona di protezione dei pozzi di captazione delle AIL, sono sottodimensionate. Con il risultato che bastano poche precipitazioni per causare fuoriuscite indesiderate. L’intervento, ha dunque lo «scopo di evitare di compromettere le zone di protezione e di riversare periodicamente nei ricettori naturali limitrofi (Roggia dei Mulini e riale Gaggio) importanti quantitativi di acque reflue». Si tratta in sostanza di sostituire le tubazioni (quelle attuali peraltro contengono amianto) con altre di maggior diametro.
Il progetto era pronto a partire, quando è emerso il problema. Per ben due volte le offerte ricevute dal CDALED in seguito al bando d’appalto presentavano «un netto scostamento» rispetto a quanto preventivato nel progetto definitivo. Le seguenti verifiche hanno permesso di appurare che quest’ultimo «è risultato essere carente in particolare per quanto riguarda la quantificazione di costi di costruzione». Costi che erano stimati in circa due milioni di franchi in meno rispetto all’effettivo fabbisogno. A ciò vanno poi aggiunti 1,1 milioni per «delle opere supplementari non preventivate» aggiunte nel frattempo dalla Delegazione consortile, l’aumento generale dei costi di costruzione, dell’accantonamento per imprevisti e dell’IVA, per un sorpasso totale di spesa pari a 4,5 milioni di franchi.