Diossine nei suoli ticinesi, «nessuna criticità»

Nel 2021, le autorità del Canton Vaud avevano informato sui risultati di dettaglio relativi all’elevata presenza di diossine nei suoli della città di Losanna. Dal 2021 al 2024, il Dipartimento del territorio ha svolto diverse campagne analitiche per ricercare le tracce di diossine attorno a impianti che, per tipologia, in passato potrebbero avere contribuito a questo tipo di inquinamento. I risultati sono stati raccolti in uno specifico rapporto
Le diossine sono una famiglia di composti organici persistenti e si possono creare a seguito di processi di combustione incompleta o reazioni chimiche secondarie in processi industriali. Sono state emesse nell’ambiente principalmente attraverso l’attività umana prima degli anni ’90 del secolo scorso e tra gli impianti più impattanti figurano gli inceneritori di rifiuti di vecchia generazione. Grazie a successivi accorgimenti tecnici, in seguito l’emissione di diossine nell’ambiente è stata fortemente limitata.
Dopo la comunicazione di risultati parziali nel 2022 e nel 2023, la Sezione della protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo (SPAAS) del DT ha completato l’indagine di diossine nei suoli, raccogliendo i risultati complessivi in uno specifico rapporto. Sono stati analizzati in totale 60 campioni, raccolti nei dintorni di impianti che, per tipologia, possono rientrare in linea di conto per questo tipo di contaminazione.
I risultati confermano che le concentrazioni nell’ambiente di diossine sono principalmente riconducibili ad attività di diversi decenni fa. I residui rilevati nelle vicinanze di importanti attività industriali del passato o del presente non sono particolarmente appariscenti. Quale eccezione emergono i valori riscontrati nei suoli attorno agli ex impianti di incenerimento dei rifiuti CER di Bioggio e CIR di Riazzino, mediamente più elevati rispetto ad altri punti di prelievo. Tuttavia, anche in questo caso, il valore di guardia stabilito dall’O suolo non è mai stato superato, ad eccezione di un singolo punto. La situazione è rassicurante e non impone particolari misure: i dati ottenuti confermano che la contaminazione da diossine riscontrata a Losanna rappresenta un caso isolato, come anche concluso dell’Ufficio federale dell’ambiente.
Anche i risultati del monitoraggio attorno all’attuale impianto di termovalorizzazione dei rifiuti di Giubiasco (ICTR) non evidenziano criticità. I residui di diossine osservati derivano perlopiù da contaminazioni già presenti prima dell’esercizio dell’impianto e le variazioni osservate nel tempo rientrano nell’intervallo dell’incertezza analitica. È possibile concludere che, dopo 15 anni di esercizio, l’ICTR non ha contribuito ad aumentare le concentrazioni di diossine nei pressi dell’impianto, almeno non in quantitativi misurabili.