Locarno

Disagi alla Polcantonale? «Sono in corso degli approfondimenti»

Dopo il «dossier» PolCom trapelano criticità nell’ambiente di lavoro della Ferriera, sede della Gendarmeria
La sede alla Ferriera della Polizia cantonale di Locarno. © CdT
Mauro Giacometti
22.11.2022 06:00

Tira aria un po’ fredda a Locarno per gli agenti di polizia. Dopo il caso dei malumori e delle lettere aperte e anonime nella Polizia comunale, «dossier» che con diversi filoni e conseguenze ha tenuto banco per diversi mesi in città, un clima gelido avvolgerebbe anche le stanze della Gendarmeria tra via Ciseri e via della Posta, sede della Polizia cantonale. Malumori e disagi che si sarebbero già evidenziati in un sondaggio interno. Su possibili situazioni di criticità, abbiamo interpellato il responsabile del Servizio comunicazione, media e prevenzione della Polizia cantonale Renato Pizolli che tiene a ribadire come la promozione della salute resti «un obiettivo imprescindibile per il Comando della Polizia cantonale». E ricorda un sondaggio denominato “Fisicamente” i cui risultati sono già stati comunicati ai membri del corpo, tramite newsletter, ad inizio marzo 2021, così come nell’ambito del rapporto di Corpo 2022: «Ci preme sottolineare che da sempre il capitale umano rappresenta uno dei nostri principali punti di forza. Come già osservato in precedenti occasioni, la promozione della salute resta un obiettivo imprescindibile per la Polizia cantonale, istituzione in costante evoluzione, che vede operare centinaia di collaboratrici e collaboratori dislocati sull’intero territorio cantonale con differenti mansioni e competenze professionali. In quest’ottica si inserisce anche il progetto denominato “Fisicamente”, finalizzato a perfezionare – attraverso un’analisi strutturata – le dinamiche per prevenire ogni possibile forma di disagio sull’ambiente di lavoro», precisa.

Lo studio psicologico

Secondo nostre informazioni, nella Gendarmeria di Locarno sussisterebbero tuttora elementi di attrito nei rapporti tra agenti e ufficiali, tensioni e malumori già evidenziati durante incontri e colloqui individuali e di gruppo con la psicologa della Polizia cantonale, Marina Lang Bindella, nell’ambito appunto del progetto “Fisicamente”. «Quanto emerso dallo studio - specifica Pizolli - ha fornito una serie di indicazioni che hanno permesso di implementare, laddove necessario, misure di sostegno mirate. Dai risultati dello studio si ritiene positivo che un’ampia parte del Corpo di polizia si dichiari soddisfatta della propria situazione lavorativa ed esprime un sentimento di affiliazione al corpo», evidenzia il responsabile comunicazione della Polcantonale. Che poi però sottolinea: «Non è passato inosservato il dato che mostra un senso di affaticamento in una parte del personale, ma non solo quello legato alle gendarmerie. Risultato quest’ultimo che ha poi portato ad ulteriori approfondimenti e conseguenti incontri a più livelli. Dapprima a livello generale e poi in maniera puntuale verso il personale toccato, anche attraverso il coinvolgimento degli psicologi di polizia. Ciò nell’ottica e con l’obiettivo di offrire un ambiente lavorativo capace di rispondere alle difficoltà intrinseche di una professione dalla forte connotazione relazionale ed ancorato alle richieste del territorio», conclude Pizolli. 

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