Docenti neoabilitati, consegnate oltre 2.200 firme

Il sindacato VPOD ha consegnato questa mattina oltre 2.200 firme per la petizione al Consiglio di Stato e al DECS «Per un sostegno occupazionale ai neoabilitati e l’approfondimento di una riforma del DFA’», lanciata lo scorso 26 marzo in occasione dell’assemblea sindacale a cui avevano partecipato una sessantina di aspiranti docenti di svariate materie, annate e scuole.
Attualmente numerosi docenti neoabilitati e abilitandi sono colpiti dalla carenza di sbocchi professionali, da una crescente precarietà e dall’incertezza sul proprio futuro. In questo contesto, la petizione rivendica delle misure concrete e urgenti volte a garantire il necessario sostegno occupazionale alla categoria.
Nello specifico vengono richieste soluzioni orientate alla definizione delle prospettive occupazionali dei neoabilitati e abilitandi; alla creazione di classi meno numerose; a un’attribuzione più mirata degli sgravi orari; alla creazione di progetti speciali nelle sedi; alla priorità nell’accesso alle supplenze per la categoria; al ripristino della trasformazione delle supplenze in incarico dalla 17. settimana; alla trasparenza nei criteri di valutazione e nelle assunzioni; al diritto di partecipare all’attribuzione di ore libere nel settore professionale, così come ai concorsi interni presso l’Amministrazione cantonale.
La petizione richiede inoltre un approfondimento, che coinvolga le associazioni magistrali e gli attori del mondo della scuola, volto a riformare «in maniera profonda e complessiva» il sistema di abilitazione. In questo senso, la riforma dovrebbe affrontare tra l’altro il problema della qualità dell’offerta formativa e della conciliabilità tra tempo di formazione e quello di lavoro nel percorso di abilitazione.
La prossima settimana una delegazione plurale di docenti neoabilitati e abilitandi, accompagnata dal sindacato VPOD, incontrerà il DECS per sviluppare un dialogo attorno a una serie di misure concrete. A seguito della consegna della petizione è stato inoltre richiesto un incontro con il Consiglio di Stato, che permetta di approfondire un confronto sulle rivendicazioni presentate a sostegno della categoria.