"Dovevamo incontrare gli albanesi"

Uno degli arrestati si dice estraneo all'omicidio - Inizialmente era previsto un regolamento di conti a Lugano
Red. Online
15.10.2015 06:00

CHIASSO - Alla tragica spedizione di giovedì scorso a Chiasso, culminata nell'uccisione di un 35.enne portoghese, c'è chi avrebbe preso parte a sua insaputa. È uno degli importanti elementi emersi nelle prime fasi dell'inchiesta, segnatamente dalle deposizioni dei cinque arrestati, sui quali la procuratrice pubblica Pamela Pedretti dovrà fare massima chiarezza, soprattutto per evitare di prolungare la carcerazione di persone che potrebbero essere totalmente o quasi estranee ai fatti.

Reclama in particolare la propria innocenza il 29.enne kosovaro finito in prigione venerdì scorso. Lui, ha spiegato agli inquirenti, il giorno dell'omicidio, verso sera, ha ricevuto un messaggio da un amico, che lo invitava a presentarsi in via Ciani a Lugano, nei pressi del parcheggio del cimitero. Era convinto di dover fronteggiare un gruppo di albanesi col quale era scoppiata una selvaggia lite in una discoteca del Luganese il lunedì sera di settimana scorsa.

Cinque spari in cerca d'autore

Le indagini proseguono intanto a pieno regime. Sul luogo della sparatoria sono stati rinvenuti cinque bossoli di proiettile: quattro appartengono a una calibro 45 e uno a una calibro 9. Non lontano dalla scena del crimine, come anticipato da questo giornale, è stata ritrovata, sotto un'auto, una pistola: si tratta di una calibro 45. All'appello mancherebbero ancora due pistole.

Solo le ricostruzioni e il rapporto della balistica potranno determinare chi abbia fatto esplodere i proiettili: quelli che non hanno centrato un obiettivo, quello che ha raggiunto la gamba della vittima e quelli, infine, che si sarebbero rivelati letali, prima al torace e quindi al mento. Parziali ricostruzioni parlano di un primo colpo non andato a segno e partito dall'arma impugnata dal 35.enne portoghese (non si sa quale) mentre il 26.enne italo-brasiliano lo aggrediva. A quel punto sarebbe intervenuto il 26.enne svizzero di origini kosovare che avrebbe sparato due colpi. Resta il grande interrogativo sugli ultimi due spari, partiti quando il portoghese era a terra. Un'ipotesi è che siano partiti dalla pistola della vittima quando era sul punto di spirare. Le immagini della videosorveglianza fino ad ora acquisite non aiutano e le versioni degli arrestati non convincono o divergono.

Maggiori dettagli nell'edizione odierna del CdT.

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