Mendrisiotto

Due mosse a sorpresa accendono il voto su Valera

A inizio settimana il Gran Consiglio si esprimerà sul messaggio per trasformare il comparto in un polmone verde – Il titolare della ditta presente nell’area scrive ai parlamentari: «Conseguenze letali» – E c’è chi propone un emendamento
Un binario collega la ferrovia con la ditta presente nel comparto. ©CdT/Chiara Zocchetti
Lidia Travaini
17.09.2022 06:00

Il rapporto «mi ha lasciato basito e sconfortato e, proprio per tale motivo, ho deciso di scrivervi personalmente per illustrarvi le conseguenze catastrofiche che tale modifica pianificatoria comporterebbe alla mia azienda di famiglia, Fontana Leonello SA, attiva da oltre 75 anni».

Il momento del voto è sempre più vicino (il Gran Consiglio si esprimerà lunedì o martedì) e la discussione si annuncia molto calda. Non solo perché il comparto Valera attende di capire il suo futuro da un ventennio. Ma anche a causa di due documenti giunti sui tavoli dei granconsiglieri nelle scorse ore. Documenti che potrebbero cambiare gli equilibri del voto sul messaggio da 16,9 milioni di franchi per l’approvazione del Piano di utilizzazione cantonale (PUC) del comparto di Valera.

La frase riportata all’inizio dell’articolo viene da uno di questi documenti: una lettera inviata a tutti i granconsiglieri da Alan Fontana, il titolare di una delle aziende oggi presenti nel comparto che si estende tra Mendrisio, Genestrerio, Ligornetto e Rancate e che il Cantone vorrebbe sostanzialmente trasformare in un polmone verde dedicato a svago e agricoltura. L’intento è chiaro, illustrare le conseguenze negative che l’accoglimento del messaggio avrebbe sull’attività il PUC di Valera, visto che il terreno che la ospita cambierebbe destinazione.

«Nessun terreno adatto»

La lettera inizia parlando del rapporto recentemente firmato dalla Commissione ambiente, territorio ed energia del Gran Consiglio che, di fatto, ha aperto le porte al voto: «Detto rapporto non entra minimamente a valutare le negative conseguenze per la mia azienda che, leggendolo, sembrano meno importanti della realizzazione di un’area pic-nic» (area che si chiede esplicitamente di creare nel rapporto). I motivi citati per cui la modifica pianificatoria «sarebbe letale» per l’azienda sono due: «Non ci sono terreni disponibili con le caratteristiche e la destinazione che permetterebbero di accogliere questo tipo di attività. Nel caso avvenisse l’esproprio nessun cliente mi darebbe più alcun incarico per lavori e i miei 23 dipendenti (con famiglia) che sono già in fibrillazione, lascerebbero l’azienda per posti di lavoro più sicuri».

Una caratteristica in particolare del terreno che oggi accoglie l’attività è descritta come rara e imprescindibile: l’esistenza di un binario di raccordo che collega il terreno della Fontana LeonelloSA con la linea ferroviaria. «La mia ditta – scrive Fontana a titolo di esempio – è da oltre 40 anni l’unico fornitore ufficiale di ballast (la ghiaia posata sotto i binari, ndr) per le FFS in Ticino. Nei prossimi anni la linea ferroviaria Mendrisio-Melide sarà sottoposta a degli enormi lavori di infrastruttura e ammodernamento» e laFontana Leonello SA «è già stata individuata e contattata come partner per tale realizzazione», che si protrarrà fino al 2030.

La proposta alternativa

Nella missiva non si chiede apertamente di votare contro il PUC di Valera. Anzi, ciò che si chiede ai chiede ai granconsiglieri è di «prendere in considerazione» un’alternativa (anche se questa non sembra una decisione direttamente nelle mani dei membri del Parlamento cantonale). La soluzione proposta da Fontana è di «traslare» la sua attività, concedendogli di spostarla dal terreno attuale alle particelle «che si trovano di fianco alla strada cantonale Mendrisio-Rancate, di fronte all’ingresso dell’autostrada e accanto al raccordo ferroviario citato».

L’emendamento

Il secondo documento giunto sotto gli occhi dei granconsiglieri è un emendamento firmato da Tamara Merlo e Maura Mossi Nembrini. Un emendamento che segue metaforicamente la scia della lettera citata poc’anzi. «Al di là degli aspetti giuridici e pianificatori, non possono essere dimenticati gli aspetti umani ed economici», scrivono le due deputate citando l’esistenza dell’azienda che dà lavoro a 23 persone «oltre alla famiglia d’imprenditori. Non è ammissibile che il pur lodevole progetto di Valera cancelli delle attività economiche e dei posti di lavoro». La loro proposta è di aggiungere un articolo nel decreto legislativo concernente l’approvazione del PUC. Un articolo che recita così: «Sono salvaguardate le attività economiche esistenti nel comparto in questione e il Consiglio di Stato si impegna a trovare loro una collocazione adeguata a mantenere la funzionalità delle stesse».

No all'espansione

L’attività protagonista della lettera inviata ai granconsiglieri è al centro anche di una recente sentenza del Tribunale Federale. Riguarda due diverse domande di costruzione legate alla ditta, di cui una per la costruzione di un secondo capannone. La sentenza conferma la decisione delle istanze inferiori, in particolare del Tram, confermando la mancata concessione delle licenze edilizie. Le richieste erano state sospese in attesa della definizione della nuova pianificazione di Valera e questo fatto era stato motivo di reclamo. A torto, conclude il TF.

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