È calato il gelo sulla progressione a freddo
Niente compromessi o passi indietro, nonostante l’appello del Consiglio di Stato a «guardare le misure di risparmio nel loro insieme». La maggioranza della Commissione gestione e finanze ha deciso di tirare dritto sul meccanismo per la compensazione della progressione a freddo, bocciando la misura avanzata quest’estate dal Governo. Una proposta che mirava a dare proprio all’Esecutivo la facoltà di applicare in maniera parziale il meccanismo e che sempre il Governo ha già messo a preventivo con l’obiettivo di risparmiare circa 8 milioni. Ma un’alleanza formata da Centro, Lega, UDC e quasi tutto il PLR ha sottoscritto il rapporto di Maurizio Agustoni (Centro) che affossa la proposta. Come riferito nei giorni scorsi, dunque, una delle tre misure di competenza del Gran Consiglio nel contesto del secondo pacchetto di risparmi proposto dal Governo appare destinata a «morire» in Parlamento nella prossima sessione di metà ottobre.
«Stiamo parlando del 2 per mille delle entrate cantonali (8 milioni a fronte di circa 4 miliardi, ndr), non di una misura esistenziale», relativizza il capogruppo del Centro. Ma, detto ciò, anche nel merito la misura non ha convinto per nulla. «È anche una questione di principio», prosegue Agustoni: «Il popolo ha votato il principio secondo cui i conti dello Stato vanno risanati senza ricorrere a un aumento degli oneri fiscali, e questo è proprio un meccanismo che serve per evitare di far pagare l’inflazione ai cittadini pure tramite la fiscalità». E poi, «soprattutto in questo periodo delicato ci è sembrato inopportuno caricare ulteriormente i cittadini delle conseguenze dell’inflazione». Senza dimenticare che «la delega al Consiglio di Stato avrebbe potuto avere criticità pure dal punto di vista giuridico» poiché, in sintesi, «stabilire l’entità del prelievo fiscale è una delle tipiche competenze che spettano al Legislativo, non all’Esecutivo».
La stoccata all’UDC
Intanto, sempre oggi, in Gestione è arrivata pure la firma al rapporto di minoranza su un altro dossier «scottante» di cui il Gran Consiglio discuterà tra un paio di settimane: la tassa di collegamento.
Come noto, la scorsa settimana una maggioranza formata da UDC, Centro e PLR ha firmato il rapporto che mira ad abrogare il «balzello» sui posteggi per direttissima, senza passare dal voto popolare. Oggi, invece, la minoranza composta da Verdi, PS e Lega ha sottoscritto l’altro rapporto (relatrice la co-coordinatrice degli ecologisti Samantha Bourgoin) che propone invece di approvare il controprogetto del Governo. E questo per due motivi distinti. Da una parte perché si ritiene comunque positiva la versione «light» proposta dal Consiglio di Stato (la tassa originale da cui sarebbero esentati i grandi centri commerciali). Dall’altra, soprattutto, perché si ritiene che una misura già approvata dal popolo per essere abrogata debba per forza passare nuovamente dalle urne. In questo senso, le conclusioni del rapporto sono durissime: «Già lascia di per sé perplessi – si legge – la volontà dell’iniziativa di volere eliminare la tassa di collegamento decisa in votazione popolare e non ancora entrata in vigore. Ancor di più sconcertante risulta voler impedire alle cittadine e ai cittadini stessi di fare eventualmente questa scelta personalmente». E poi arriva pure la stoccata all’indirizzo dei democentristi: «Ma ci pare proprio di cattivo gusto che a farsi beffa dei diritti popolari sia in particolare l’UDC che ha lanciato l’iniziativa e che si fregia in ogni occasione di essere paladino del loro rispetto, salvo calpestarli miseramente quando lo ritiene più conveniente». La minoranza, in sostanza, ritiene dunque «indispensabile» permettere ai cittadini di esprimersi nuovamente sulla tassa.
Vedere con i propri occhi
Un ultimo accenno va all’altro grande tema affrontato oggi dalla Commissione, sicuramente meno politico (e polemico), ma non per questo meno importante. La Gestione si è infatti recata in Vallemaggia per vedere da vicino quanto accaduto nella notte del 30 giugno. Anche perché sarà proprio la Gestione a occuparsi dei messaggi governativi con le richieste di credito per la ricostruzione. E in questo senso, ci ha spiegato il presidente Bixio Caprara (PLR), «era fondamentale avere informazioni di prima mano sui lavori che si stanno approntando, incontrando al contempo le autorità locali». I temi affrontati sono stati molti, dal problema viario a quello degli acquedotti danneggiati, fino alle aziende che dovranno essere delocalizzate. «Evidentemente – chiosa Caprara – in questa fase non c’è una soluzione per tutto, ma perlomeno si è potuto capire quali sono le problematiche e quali sono le opzioni sul tavolo».