Politica

È (di nuovo) bufera sull'imposta di circolazione

Gli iniziativisti del Centro/PPD inoltrano reclamo al Consiglio di Stato: «La Cancelleria ha apportato modifiche al testo, un grave tentativo del Governo di attribuire agli iniziativisti valutazioni che non condividono»
©Chiara Zocchetti
Paolo Gianinazzi
30.08.2022 21:22

«La Cancelleria ha apportato modifiche al testo» dell’opuscolo informativo con le argomentazioni a sostegno dell’iniziativa «per un’imposta di circolazione più giusta»: si tratta di «un grave tentativo» da parte del Consiglio di Stato «di attribuire agli iniziativisti valutazioni che non condividono». Ecco perché, in estrema sintesi, il deputato Marco Passalia (Il Centro/PPD) lunedì ha deciso di inoltrare un reclamo direttamente al Governo per chiedere di «ordinare alla Cancelleria l’immediata rettifica dell’opuscolo informativo inserendo la versione originale del testo predisposto dal Comitato d’iniziativa». Non dovesse essere così? Si passerà alle vie legali.

Versioni a confronto

L’oggetto del contendere riguarda il libretto informativo sull’iniziativa «Per un’imposta di circolazione più giusta» sulla quale i ticinesi saranno chiamati a votare il 30 ottobre. Nel dettaglio, Consiglio di Stato e iniziativisti non concordano sul montante che i cittadini, complessivamente, risparmierebbero nel caso in cui l’iniziativa (targata Il Centro/PPD) venisse approvata dal popolo. Il Governo stima infatti che l’incasso ammonterebbe nel 2024 a circa 91,5 milioni di franchi, mentre per il 2023 l’importo potrebbe essere analogo o leggermente inferiore tenendo conto della «moratoria» inerente ai vecchi veicoli, immatricolati prima del 2009. Secondo gli iniziativisti, invece, l’incasso totale dovrebbe aggirarsi attorno agli 85 milioni di franchi.

Di conseguenza, siccome oggi l’incasso totale si aggira intorno ai 110 milioni di franchi, secondo il Governo lo sgravio per i cittadini sarebbe (all’incirca) di ‘soli’ 15 milioni di franchi. E non quindi di 25 milioni come indicato dagli iniziativisti nel testo che avevano preparato per il libretto informativo.

E ora, dopo una lunga corrispondenza via e-mail tra Passalia e i servizi predisposti del Cantone, il 26 agosto il Consiglio di Stato ha trasmesso all’iniziativista l’opuscolo informativo nella sua versione approvata dal Governo stesso. Un opuscolo in cui, lo avrete capito, l’Esecutivo cantonale ha inserito le ‘proprie’ cifre, stimando quindi uno sgravio di 15 milioni, e non di 25 milioni.

Detto. Fatto. Nel giro di tre giorni l’iniziativista ha inoltrato un reclamo al Governo con il quale si chiede di: ordinare alla Cancelleria di sospendere la stampa dell’opuscolo (e di distruggere gli eventuali esemplari già stampati); di rettificare il contenuto dell’opuscolo, inserendo la versione originale degli iniziativisti. In via subordinata, «nella denegatissima ipotesi» in cui le operazioni di voto dovessero proseguire senza rettifica dell’opuscolo, nel reclamo viene chiesto che «sia accertata l’irregolarità della procedura preparatoria, annullato l’esito della votazione e ordinata la ripetizione della stessa». Ad ogni modo, come detto, nel comunicato del partito trasmesso martedì sera, «gli iniziativisti confidano che il Consiglio di Stato vorrà intervenire subito, evitando che si renda necessario dare avvio a un contenzioso in sede giudiziaria».

Diritti popolari

«Se dovesse essere necessario andremo fino al Tribunale federale», commenta Marco Passalia da noi raggiunto in serata. «Ma non è certo quello il nostro obiettivo. Ci auguriamo che il Governo torni a più miti consigli, inserendo nell’opuscolo la nostra versione del testo». E questo perché, ci tiente a precisare il deputato del Centro (PPD), «stiamo parlando dell’espressione dei diritti popolari, di un’iniziativa popolare che ha raccolto migliaia di firme. Questi aspetti vanno quindi chiariti nell’interesse dei cittadini: è importante che possano avere un’informazione corretta e trasparente».