E se Chiasso vedesse la luce in fondo a quel tunnel?

È un progetto di cui si è parlato in lungo e in largo e che ha decisamente stuzzicato la fantasia dei ticinesi. Perché un po’ tutti si rendono conto che Chiasso meriterebbe di più e che quell’autostrada che taglia in due il territorio oggi rappresenta un limite. Una barriera. Ma l’idea - elaborata dall’architetto Elena Fontana - di trasferire in galleria l’A2 sotto la collina del Penz non si limita a questo. Il tunnel rappresenta semmai lo spunto per i titoli dei giornali. Non a caso lo studio si chiama «Pianificazione transfrontaliera per lo spazio funzionale di Chiasso». Una pianificazione transfrontaliera che parte sì dallo spostamento dell’autostrada, ma aprendo orizzonti interessantissimi.
Da un’altra prospettiva
La grande forza dello studio elaborato da Fontana è la capacità di fare astrazione dei confini nazionali e guardare il territorio dall’alto, dimostrandone le potenzialità. «Vale la pena - ci si potrebbe chiedere - investire tutti quei milioni per una regione, il Basso Mendrisiotto, che alla fine conta solo 30.000 abitanti?». La prospettiva cambia radicalmente se, come suggerisce lo studio, si considera che in un raggio di 25 chilometri da Chiasso vivono 1,6 milioni di persone. Una metropoli più grande di Monaco di Baviera inserita in un territorio caratterizzato da un’economia stabile e in cui si stanno sviluppando importanti centri di ricerca e formazione. Una metropoli con importanti spostamenti interni, basti pensare ai quasi 70.000 frontalieri che ogni giorno da Como o Varese si spostano verso Chiasso, Mendrisio o Lugano. È la Porta Sud delle Alpi.
Un luogo in cui sperimentare
«Lo spazio funzionale di Chiasso - si legge nello studio - è un caso esemplare per il tema della pianificazione transfrontaliera. È un laboratorio in cui sperimentare nuovi approcci. In quest’area infatti sono concentrate problematiche che vengono riscontrate in altre zone di frontiera, in Svizzera e all’estero».
L’entrata a Novazzano
Lo studio, ed è per questo che dicevamo che non solo di un tunnel si tratta, persegue diversi scopi. La riorganizzazione e ricollocazione degli spazi doganali, il potenziamento dell’offerta di trasbordo delle merci tra gomma e rotaia, l’integrazione del tracciato AlpTransit con l’uscita autostradale in corrispondenza del Punto Franco, la necessità di introdurre un sistema elettronico di sdoganamento delle merci e la valorizzazione dello spazio del fiume Breggia a scopi ricreativi e di tutela ambientale. Prima cosa da fare sarebbe dunque spostare il tracciato dell’A2 in galleria, attraversando il sottosuolo della collina del Penz. L’uscita di Chiasso e la nuova dogana si troverebbero dunque nell’area industriale tra Novazzano, Balerna e Chiasso, nel Pian Faloppia. Il tunnel, lungo 4 chilometri, dovrebbe essere dotato di un sistema di digitalizzazione degli arrivi e delle partenze delle merci. È stimato un costo di 82 milioni per senso di marcia. Tanto? L’investimento rappresenta grossomodo quello che Italia e Svizzera dovranno comunque spendere nei prossimi anni per sistemare l’autostrada.
L’uscita a Monte Olimpino
E anche l’Italia ci guadagnerebbe. La galleria sbucherebbe infatti a Monte Olimpino (dove verrebbe mantenuta l’uscita autostradale). Così facendo si potrebbe smantellare l’uscita Como Nord e non sarebbe necessario mantenere infrastrutture impattanti per il paesaggio (per esempio i viadotti di 50 metri e le rampe di raccordo, che tra l’altro hanno bisogno di un risanamento). In Italia si potrebbe così provvedere al recupero del carattere residenziale della collina di Sagnino.
La nuova dogana
Se si sposterà l’autostrada occorrerà anche realizzare una nuova dogana che approfitterebbe di nuovi spazi di ampliamento e di una integrazione funzionale con i nuovi servizi intermodali previsti della visione 2040-2050 dalle FFS per la stazione di Chiasso.
Ridar vita al laghetto
Spostando autostrada e dogana si potrebbe valorizzare l’intera area oggi occupata dalla (gigantesca) dogana di Brogeda. Si propone per esempio la creazione di un parco tecnologico. E si potrebbe ripristinare l’antico laghetto di Brogeda.
Riscoprire il fiume
Spostare l’autostrada significherebbe valorizzare l’intero percorso del fiume Breggia, che si troverebbe liberato dalla presenza dell’A2. Chiasso potrebbe così prolungarsi lungo il fiume e riappropriarsi di un parco balneare. E si potrebbe anche immaginare un’espansione degli spazi del fiume verso la città, allargandone il letto e spostando le arginature. Significa piste ciclabili e spazi di svago.
Un dizionario italiano-svizzero
Parte importante dello studio è l’analisi dei diversi strumenti pianificatori tra Svizzera e Italia, tra Ticino e Lombardia. «Attualmente non sono attivi formali tavoli di confronto e discussione per i territorio transfrontalieri. Non esiste una pianificazione transfrontaliera fra Italia e Svizzera, e non esistono strumenti pianificatori comuni». In Italia, per esempio, non esiste il Piano direttore, che invece è vincolante in Svizzera