Viaggi

E se tornassero i cinesi?

Nonostante le attuali restrizioni gli operatori svizzeri e ticinesi del turismo sono fiduciosi: la clientela asiatica, non appena sarà possibile, visiterà di nuovo il nostro Paese
Turiste asiatiche a Lugano nel 2017. © CdT/Archivio
Marcello Pelizzari
04.01.2021 17:07

Torneranno, eccome se torneranno. I turisti cinesi, già. Prima della pandemia, ogni anno spendevano qualcosa come 250 miliardi di euro in tutto il mondo. E amavano l’Europa: era la loro destinazione non asiatica preferita. E adesso? Segnali veri e propri di ripresa non ce ne sono. Arriveranno più tardi. Tuttavia, una volta che il vaccino sarà abbastanza diffuso la Cina reciterà (di nuovo) la parte del leone. Anzi, del Dragone.

Ma le restrizioni restano

Certo, la situazione epidemiologica e le attuali restrizioni non permettono chissà quali voli pindarici. «Le vaccinazioni sono iniziate in molti mercati importanti per il turismo svizzero, ma finché avremo questi tassi di infezione le restrizioni di viaggio resteranno in vigore» spiega Véronique Kanel, portavoce di Svizzera Turismo. «Nel 2021 concentreremo i nostri sforzi promozionali sul mercato interno e su quelli europei, ma investiremo anche sui mercati più lontani entro la fine dell’anno». Nel 2019, sul fronte turistico, quasi un quarto dei pernottamenti in Svizzera era legato a mercati distanti, su tutti Asia e Nordamerica. Rispetto all’anno appena conclusosi, disastroso, ci sarà un aumento del 4% mentre da qui al 2023 la quota citata si assesterà sul 15%. I cinesi, dicevamo, torneranno. Il problema, semmai, è resistere da qui ai prossimi sei mesi. Ancora Kanel: «Dall’industria del turismo cinese riceviamo feedback positivi, la Svizzera suscita sempre un grande interesse. Quando i viaggi verso il nostro Paese saranno nuovamente possibili, i cinesi ritorneranno da noi. Va detto, però, che questa pandemia ha cambiato e cambierà il modo di viaggiare». Tradotto, i turisti sceglieranno la Svizzera a patto che le nostre strutture siano trasparenti in termini di igiene e sicurezza e, ancora, che si mostrino flessibili. Ad esempio, qualora un viaggio dovesse essere annullato all’ultimo. «Un ritorno dei turisti cinesi non avverrà prima del terzo trimestre del 2021. In generale, il ritorno dei turisti provenienti dai mercati lontani più importanti per noi, Cina e Stati Uniti, avverrà gradualmente». Torneranno, spera Kanel, anche le visite al portale MySwitzerland.com provenienti dalla Cina: nel 2020 erano crollate del 61% se paragonate al 2019.

Dai gruppi ai viaggiatori singoli

Ma c’è di più. Un tempo, i turisti cinesi arrivavano in larghe (e rumorose) comitive. Oggi, a prevalere è la figura del turista individuale. Che viaggia da solo o accompagnato dalla sua famiglia. «Serviranno servizi più personalizzati» chiarisce Kanel. È un aspetto, questo, colto anche da Ticino Turismo. Dal 2011 al 2018 i pernottamenti dei turisti cinesi da Chiasso ad Airolo sono passati da 15.405 a 31.917, per una variazione del 107,2%. Nel 2019 si erano stabilizzati su 30.914. Oddio, i cinesi nel nostro Cantone rappresentano soltanto l’1,4% del totale (2018). Ma, appunto, torneranno. Anche perché il Dragone vanta un’economia florida al netto della pandemia e, soprattutto, può contare su una base di popolazione benestante sempre più larga. Una base che ama viaggiare e, va da sé, spendere: 380 franchi al giorno a persona, secondo una stima di Svizzera Turismo. Che, fra le altre cose, confida nelle Olimpiadi invernali del 2022 a Pechino per attirare pure turisti-sciatori sulle nostre montagne.

Il Ticino insiste. E agisce di concerto con Svizzera Turismo, sorta di ambasciata per i vari operatori regionali. Non solo: per il terzo anno di fila l’Agenzia turistica ticinese proseguirà la sua collaborazione con China Star, gruppo basato a Lugano che organizza viaggi in tutta Europa. Il fatto che il nostro Cantone si trovi fra Milano e Lucerna aiuta, lo stesso dicasi per il Fox Town. Una tappa obbligata per i turisti cinesi. Grazie a China Star, poi, il Ticino ha individuato una nicchia emergente all’interno della Cina. La regione di Chengdu: il 70% dei cinesi che ha soggiornato nel nostro Cantone arrivava da questa zona.

L’importanza degli svizzeri

Anche Interlaken, una delle capitali cinesi in Svizzera, ha sofferto molto. Eppure, c’è stato spazio per qualche sorriso. «Abbiamo registrato un netto aumento di ospiti svizzeri» dice Nicole Wenger di Interlaken Tourismus. «Gli elvetici sono il gruppo più numeroso in termini percentuali nella nostra regione. Da sempre. Detto ciò, Interlaken non è cambiata. Le ragioni che spingevano gli ospiti a frequentarla sono rimaste le stesse nonostante la pandemia. Sì, torneranno anche i clienti dei mercati più lontani non appena sarà loro possibile». Da un lato l’auspicato ritorno dei turisti cinesi, dall’altro le vacanze «sul posto» degli svizzeri. Due fronti caldi: «La clientela elvetica era già la più importante per il nostro turismo» chiarisce Kanel. «Prima della pandemia, i clienti svizzeri rappresentavano il 45% dei pernottamenti. Ora, questa fetta è essenziale per la sopravvivenza di molte imprese turistiche». Nel 2021, gli svizzeri dovrebbero arrivare a garantire un 60-65% di pernottamenti nel nostro Paese.

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