Chiasso

È un rosso relativo

Il Preventivo 2026 stima un disavanzo d’esercizio di 3,9 milioni di franchi – Il Municipio però guarda al futuro con ottimismo: la cittadina sta vivendo un momento positivo con l’arrivo di nuove aziende e progetti immobiliari in corso che alimentano le prospettive di sviluppo locale – Il moltiplicatore rimane invariato all’88%
©CdT/Chiara Zocchetti
Lidia Travaini
30.10.2025 18:45

A Chiasso si respira ottimismo; malgrado le cifre rosse. Un preventivo non è fatto di soli numeri, le previsioni economiche fatte per il 2026 nella cittadina di confine ne sono la prova. Perché malgrado il disavanzo d’esercizio stimato per il 2026 sia «ancora impegnativo» – non ha negato il capodicastero Finanze Luca Bacciarini –, la tendenza in corso permette di cedere all’ottimismo e quindi di «mantenere il moltiplicatore politico d’imposta all’88%, sia per le persone fisiche, sia per quelle giuridiche».

Sulle ragioni dell’ottimismo e del trend positivo in corso torneremo tra poco. Per fornire un’istantanea della situazione economica della cittadina di confine partiamo dai numeri e dalle parole del sindaco Bruno Arrigoni. Il Preventivo 2026 di Chiasso stima un disavanzo d’esercizio di quasi 3,9 milioni di franchi (il Preventivo 2025 tratteggiava un meno 5,9 milioni). Un risultato frutto di spese per 76,6 milioni, ricavi per 48,6 milioni e un fabbisogno di circa 28 milioni (in calo di oltre 900 mila franchi), parzialmente coperto da un gettito fiscale che sfiora i 24,2 milioni (in aumento di 1 milione circa). «Il contesto economico è ancora instabile, ma ci sono segnali di rallentamento dell’inflazione e un allentamento delle condizioni monetarie. A livello locale la situazione si presenta stabile dal punto di vista normativo, ma gli effetti delle riforme fiscali entrate in vigore nel 2025 continuano a pesare» ha riassunto il sindaco prima di illustrare le sfide con cui si trova confrontata Chiasso: «Il costante aumento delle spese di trasferimento e la necessità di razionalizzare la spesa pubblica senza intervenire sul moltiplicatore». Così come gli obiettivi: «Proseguire con le misure di riequilibrio e contenimento dei costi, valorizzare il territorio e attrarre nuovi contribuenti e investitori».

Aziende e appeal

Misure che stanno dando i primi frutti e che non sono finite, se così possiamo dire. Nuovi passi per razionalizzare la spesa sono infatti all’orizzonte (o in fase di studio). La loro efficacia già dimostrata, sommata alla crescita del gettito delle persone giuridiche e delle imposte alla fonte, ma anche alla tendenza in corso che vede nuove aziende (soprattutto tecnologiche) insediarsi a Chiasso, hanno quindi convinto l’Esecutivo a non proporre alcuna modifica della pressione fiscale, ha riassunto Bacciarini. «I poli a noi più vicini, Mendrisio e Lugano, hanno aumentato il moltiplicatore per le persone giuridiche e ora propongono una pressione fiscale vicina alla nostra. Questo era il nostro tallone d’Achille per l’attrattiva nei confronti delle aziende, vista la nostra posizione privilegiata e strategica» ha aggiunto Arrigoni. Le prospettive sono quindi di sviluppo e sono alimentate da alcuni progetti in corso, come la realizzazione della scuola di moda e la rinascita dell’ex Credit Suisse.

Misure e investimenti

Torniamo alle misure di contenimento del disavanzo, perché durante la conferenza stampa di oggi Bacciarini ha illustrato anche qualche intenzione futura. Le misure riguardano soprattutto le spese per il personale («non attraverso tagli lineari ma grazie a una strategia attiva», ad esempio il blocco delle assunzioni non essenziali), la razionalizzazione degli investimenti per cui si prevede un onere netto di 1,1 milioni (meno o posticipati, «come il Gleis 4 e la rinaturazione del Faloppia che sono congelati»), la revisione delle convenzioni intercomunali («è in fase di studio quella del servizio di polizia con un contributo maggiore da parte dei Comuni che fanno capo al servizio»), e il rafforzamento del gettito grazie al marketing territoriale. «I vari capidicastero – ha aggiunto Bacciarini – hanno proposto un pacchetto di circa 40 misure che sono in fase di analisi».

L'aggregazione come opportunità

Ottimismo per le prospettive economiche, ottimismo per le prospettive aggregative. Bruno Arrigoni non ha nascosto che questo è il sentimento del Municipio anche nei confronti del progetto aggregativo del Basso Mendrisiotto. Malgrado non manchino delle perplessità, ha spiegato il sindaco, «noi siamo sempre positivi, per me in Ticino 30-40 Comuni sarebbero sufficienti e questa aggregazione è un’opportunità per razionalizzare costi e strutture».