Il caso

È un ticinese l'uomo condannato a Malta per molestie sessuali

Secondo informazioni raccolte dal Corriere del Ticino l'uomo è stato candidato al Consiglio comunale di Ascona
L'hotel Corinthia St George's Bay. ©Shutterstock
Paolo Gianinazzi
06.08.2025 11:31

(Aggiornato)
È un ticinese, già candidato al Consiglio comunale di Ascona sulla lista del Centro, l’uomo di 59 anni condannato lunedì a Malta per aver molestato sessualmente una donna addetta alle pulizie nell’albergo in cui stava soggiornando per le vacanze. La notizia della condanna (a due anni sospesi con la condizionale, oltre a un ordine restrittivo di tre anni per l’imputato nei confronti della vittima) è stata riportata nella giornata di lunedì da diversi media maltesi.

Il tutto si è svolto con grande rapidità: i fatti risalgono a domenica scorsa, 3 agosto, e la sentenza delle autorità giudiziarie maltesi è giunta per direttissima, il giorno seguente.

Come riportato nella sentenza anonimizzata pubblicata sul sito web delle autorità giudiziarie maltesi, il 3 agosto, verso mezzogiorno, la polizia locale è stata informata che una dipendente dell’hotel era stata aggredita sessualmente mentre si trovava sul posto di lavoro. La vittima stava pulendo la sua stanza e, a un certo punto, ha lasciato la camera dell’imputato per passare alla prossima stanza. A quel momento, l’uomo l’ha chiamata per chiederle una bottiglia d’acqua e quando la donna è tornata nella stanza l’ha trovato nudo. Lui si è avvicinato alla porta per impedirle di scappare, l’ha afferrata per mano e ha iniziato a baciarla. Fortunatamente, la vittima è riuscita a fuggire e ha segnalato l’accaduto alla direzione dell’hotel.

Nel riportare della sentenza, va poi detto, i media maltesi lunedì hanno spiegato che il nome dell’uomo non sarebbe stato reso noto. E questo perché il tribunale stesso ha accolto la richiesta della difesa di vietarne la pubblicazione, in quanto si tratta di una «persona politicamente esposta» e la vicenda potrebbe avere gravi conseguenze per la sua carriera. Stando a verifiche del Corriere del Ticino, però, è stato possibile confermare che, come detto, l’uomo è un ticinese, già candidato per il legislativo comunale di Ascona. Non certo, verrebbe da dire, una persona particolarmente esposta dal punto di vista politico. È stato sì candidato per una carica pubblica, ma non è mai stato eletto.

Tornando alla sentenza, va infine detto che, come scritto dalla Corte, l’uomo ha ammesso tutte le accuse a suo carico. Per stabilire la pena, inoltre, la Corte ha tenuto conto del fatto che l’uomo ha una fedina penale pulita e che questa, dunque, era la prima volta che commetteva un reato. In tal senso, si legge ancora nella sentenza, la Corte non ritiene che una pena detentiva sia appropriata in tali circostanze. Tuttavia, ritenendo che i reati commessi dall’imputato siano molto gravi e debbano comportare una pena considerevole, come detto, l’ha condannato a due anni di reclusione sospesi con la condizionale per un periodo di tre anni. Oltre a ciò ha emanato un ordine restrittivo nei confronti dell’uomo a favore della vittima, sempre per la durata di tre anni.

I legali (svizzeri) dell’uomo, contattati da laRegione, hanno fatto sapere che intendono impugnare la sentenza. E questo perché, in sintesi, le accuse nei suoi confronti sono «infondate». E sarebbero state fatte con il fine di estorcergli denaro per ritirare le accuse. La decisione di ammettere la sua colpevolezza davanti al giudice sarebbe invece stata dettata dalla volontà di poter tornare in patria il prima possibile, anche alla luce dal suo precario stato di salute (avrebbe avuto problemi cardiaci durante la detenzione). 

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