«È una legge per far chiudere i postriboli»

«Ricorrere contro la nuova legge no, ma di occasioni per metterla in discussione giuridicamente ce ne saranno parecchie». È così che alcuni avvocati, rappresentanti di alcuni locali a luci rosse, ci hanno confermato la volontà di modificare la Legge sull’esercizio della prostituzione (LProst), entrata in vigore in luglio. Legge destinata a cambiare profondamente in Ticino le attività legate al mestiere più vecchio del mondo. Le novità sono diverse. Due su tutte: l’obbligo per i locali a luci rosse di disporre di una licenza edilizia attestante che l’edificio può essere destinato a quello scopo (passaggio a locale erotico) e l’attivazione di una tassa forfettaria giornaliera di 25 franchi a carico delle operatrici del sesso (ma incassata dai gestori dei postriboli, chiamati poi a riversarla allo Stato). Per adeguarsi alle nuove normative è stata concessa una proroga di sei mesi. Vale a dire che bisognerà avere tutte le carte in regola entro il 31 dicembre. Prostitute e gestori hanno dunque tre mesi (scarsi) per ottemperare la regolamentazione. Dalla polizia non trapela nulla sull’andamento delle varie autorizzazioni. «È troppo prematuro visto che sono stati concessi 6 mesi per allinearsi alla nuova normativa». Stesso discorso per quanto riguarda il settore tributario: «Un bilancio potrà essere tracciato non prima della fine del primo trimestre 2020». Tutto fermo dunque? No. Nell’ambiente a luci rosse la legge non è condivisa da tutti e crea malumori. Alcuni, comunque, ci provano o vogliono provarci: i proprietari del palazzo che ospita il Saidara Club di Chiasso, ad esempio, hanno inoltrato una domanda per il cambio di destinazione. Ma la problematica è complessa: i gestori spesso non riescono a soddisfare i requisiti richiesti dalla LProst.
«Non sarà pronto nessuno»
«L’intento della legge - ci spiega Michel Da Ros, del BamBoo Club di Lugano - per me è chiaro: provocare la chiusura di tutti i postriboli e degli appartamenti del sesso. Il prelievo dei 25 franchi va contro la Legge. Non posso essere io l’esattore, va contro tutti i principi». «La legge - ci spiega un avvocato che cura gli interessi di un locale erotico (e che chiede di restare anonimo) - ha tre criticità. Non capisco perché i postriboli dovranno chiudere alle 3 anziché alle 5 come oggi. Se è per l’ordine pubblico già oggi si può intervenire. L’altro aspetto riguarda l’obbligo di avere un gerente (oltre al responsabile), che per i locali significherà pagare una persona in più». C’è comunque già chi ha trovato una soluzione a questo, togliendo il bar e installando dei distributori automatici di bibite. «Un po’ squallido», commenta l’avvocato. La terza contestazione si riallaccia a quanto segnalato da Da Ros. «Che siano i locali a dover trattenere i 25 franchi non è corretto. Le ragazze sono indipendenti. Scelgono quando lavorare e se andare o meno con un cliente. Poi c’è la questione della licenza edilizia. Non si può pretendere che vengano presentate delle costose domande di costruzione per delle semplici modifiche formali nella destinazione dell’immobile. Domande soggette a possibili opposizioni». Come appunto accaduto recentemente al Saidara. E pure l’avvocato Marco Garbani (anche lui ha tra i suoi clienti dei locali a luci rosse) si è detto pronto a modificare la legge. «Ci sono degli aspetti che non funzionano. La tassa è in contrasto con i Bilaterali, visto che gli svizzeri non la devono pagare. Poi non fa distinzione tra le capacità economiche delle persone. Ho seguito il caso di una prostituta che aveva solo 5 clienti al mese. Con questa Legge dovrebbe pagare anche per i 25 giorni in cui non lavora». Gli avvocati probabilmente contesteranno la prima tassazione emessa. «Il Governo potrebbe non darci ragione, un Tribunale sì». E poi ci sono aspetti anche più coloriti. per esempio la distribuzione gratuita dei preservativi alle ragazze da parte dei gestori. «Come se il Fox Town regalasse i rullini di carta per gli scontrini ai negozi del centro commerciale» taglia corto Da Ros.