Bettina stark

«Ecco come far ripartire il Mendrisiotto»

Parla la direttrice dell’ERS Mendrisiotto e Basso Ceresio, che si appresta ad andare in pensione dopo un decennio alla guida dell’ente: «Dopo il coronavirus servirà innovazione ma valorizzando il locale»
All’orizzonte c’è anche la ristrutturazione della masseria di Vigino. © CdT/Gabriele Putzu
Lidia Travaini
24.04.2020 06:00

Cambio al vertice all’orizzonte per l’Ente regionale per lo sviluppo del Mendrisiotto e Basso Ceresio (ERS-MB). In luglio Claudio Guidotti subentrerà a Bettina Stark. L’abbiamo intervistata per tracciare un bilancio del suo lavoro e parlare del potenziale della regione, tra innovazione, mobilità, ripartenza dopo il coronavirus e valorizzazione del locale.

Si appresta a lasciare la direzione dell’ente dopo una decina di anni. L’ERS regionale ha preso forma ed è cresciuto con lei. Qual è il suo bilancio personale?

«L’iter che ha portato alla nascita dell’ERS-MB è iniziato nel 2008 ed è stato laborioso. Nel 2011 l’ente è diventato operativo attivando lo sportello regionale nel Municipio di Chiasso. In questi anni il ruolo dell’ERS-MB si è molto consolidato nella sua funzione di antenna sul territorio e le richieste di sostegno che ci raggiungono sono costanti ed interessanti. Dal 2012 ad oggi abbiamo sostenuto quasi 150 progetti di valorizzazione e di avvio di micro imprese utilizzando aiuti dal nostro fondo di promovimento regionale per oltre 3,7 milioni di franchi generando una settantina di posti di lavoro nelle aree periferiche e discoste della regione. I progetti approvati nei settori economia e turismo rappresentano circa tre quarti delle proposte sostenute, mentre gli altri aiuti stanziati hanno riguardato progetti di valorizzazione storico-culturale e del paesaggio. Senza un aiuto dal nostro fondo la maggior parte di questi progetti non avrebbe mai visto la luce. È anche interessante notare che di questi progetti solo due non sono andati a buon fine. Il bilancio è quindi positivo e indica che stiamo operando sulla giusta strada».

La nostra è una regione piccola ma ricca e diversificata dal punto di vista naturalistico, ma anche di sviluppo economico e territoriale. Secondo lei, su cosa si deve puntare per valorizzarla al massimo?

«Il Mendrisiotto e Basso Ceresio è una regione dinamica e competitiva che oltre a beneficiare delle eccellenti condizioni quadro svizzere e di una favorevole posizione geografica sull’asse nord-sud, offre un tessuto economico ricco di realtà imprenditoriali in settori ad alto valore aggiunto e con buone prospettive di crescita. Per valorizzarla al massimo, ora più che mai, è necessario puntare sull’aumento della capacità d’innovazione, soprattutto le piccole e medie imprese, affinché si possano rilanciare e affrontare la concorrenza sul piano nazionale e internazionale. Gli strumenti messi a disposizione dal Cantone e che trasmettiamo a nostra volta, sono il consolidamento del sistema regionale d’innovazione, la formazione della manodopera, la creazione di centri di competenza e di reti interaziendali, lo sviluppo delle specializzazioni intelligenti e la presenza sul territorio del Tecnopolo Ticino. Recentemente si è parlato molto di responsabilità sociale delle imprese, un tema importante per l’economia sia come strumento di attrattività territoriale, sia come strumento d’innovazione e di competitività per le imprese. Un’altra questione che ci occupa intensamente dal 2012 è la mobilità che prima del lockdown aveva raggiunto livelli sproporzionati in quanto a sostenibilità e qualità dell’aria. Affrontare questi temi rientra nelle nostre priorità e si tratterà ora di promuovere più misure orientate a migliorare la qualità dell’ambiente oltre a sostenere la ripartenza dell’economia locale con iniziative orientate a prediligere l’acquisto di prodotti e servizi locali».

I progetti principali a cui state lavorando sono quelli per il recupero della masseria di Vigino a Castel San Pietro e delle vecchie fornaci di Riva S. Vitale e quello che mira alla valorizzazione delle cave di Arzo. A che punto sono?

«Il Parco delle Cave di Arzo è operativo dal 2017 dopo cinque anni di progettazione e di lavori. Oggi questo sito rappresenta un meraviglioso biglietto da visita per tutti coloro che accedono al Monte San Giorgio. Per quanto concerne il quartiere antiche fornaci, il Comune ha già ottenuto la licenza di costruzione e le pratiche per ottenere il credito di costruzione saranno presentate a breve al Consiglio comunale e al Cantone. Non da ultimo la masseria di Vigino che ha trovato una fondazione privata interessata al suo recupero facendo proprio il progetto già approvato. La valutazione si trova attualmente sui tavoli del Cantone».

Qual è il progetto di cui si è occupata in questi anni a cui si è affezionata maggiormente?

«C’è un progetto regionale che mi affascina in modo particolare ed è il Parco del Laveggio, un’area che si sta riappropriando in maniera intelligente dello spazio perduto fra capannoni, cemento e case. Non è un progetto di cui ci siamo occupati direttamente ma che abbiamo sostenuto con convinzione sin dall’inizio finanziando una parte dello studio di fattibilità assieme al Cantone e alla Confederazione. I prossimi anni saranno importanti per il parco per renderlo più fruibile al pubblico e per valorizzare i molti aspetti naturalistici che lo rendono unico nel suo genere».

Il grande rammarico di Villa Vescovile

«Nel 2017 il Comune di Balerna e il nostro ente hanno partecipato ad un bando cantonale proponendo il Palazzo Vescovile di Balerna quale nuova sede del Museo di storia naturale - spiega Stark quando chiediamo se c’è un progetto che non si è concretizzato come sperava -. Questo pregiato edificio protetto, edificato nel 1706 per volere del vescovo di Como, rappresenta una rarissima testimonianza dell’architettura del Barocchetto. Una vera perla per l’intero Cantone e un sogno poterlo recuperare e renderlo accessibile al pubblico. Purtroppo è andata diversamente e ora la preoccupazione è quella di perdere definitivamente un patrimonio storico-culturale così pregiato».

Un avvicendamento in tempi difficili

Bettina Stark si godrà presto la meritata pensione. Il suo successore, scelto nelle scorse settimane, sarà Claudio Guidotti (classe 1966, di Coldrerio). «Entrerà in servizio in un momento difficile e complicato della nostra economia, quando commerci ed imprese avranno da poco ripreso le loro attività produttive e si tratterà di attuare le misure di rilancio - dice in merito Stark -. Il nostro ente partecipa a questa delicata fase in coordinamento con Cantone e Comuni. Sarà una sfida che sicuramente riusciremo ad affrontare se agiremo tutti insieme operando nella stessa direzione. Un avvio di attività impegnativo per chi mi succederà».

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