Il caso

Ecco come funziona la truffa delle immatricolazioni

Il presidente di UPSA Roberto Bonfanti spiega il raggiro scoperto nei garage del Gruppo Cadei - Il consiglio ai clienti: «Se in un garage non autorizzato vedete un’auto nuova fatevi sempre due domande»
© CdT/Gabriele Putzu
John Robbiani
29.01.2020 17:29

Che i controlli di polizia in tre autosaloni ticinesi non fossero una visita di cortesia lo si era intuito subito, ma solo nelle ultime ore si è capita l’ampiezza dell’inchiesta. Si parla, se le accuse saranno confermate, di alcune centinaia di clienti truffati, tanto che si è resa necessaria l’apertura di una helpline (0840.117.112) per rispondere alle chiamate e raccogliere i dati dei veicoli potenzialmente al centro del raggiro.

Quattro i fermi

Sotto la lente del Ministero pubblico sono finiti i tre garage del Gruppo Cadei, con sede a Mendrisio e punti vendita a Grancia e a Cadenazzo. In stato di fermo sono finiti un 62.enne e una 24.enne italiani residenti nel Mendrisiotto, un 35.enne svizzero del Luganese e una 35.enne di Como. Le accuse, anche se nei loro confronti vale il principio d’innocenza, sono pesanti. Avrebbero omesso di riportare nella documentazione presentata a Camorino (alla Sezione della circolazione) la data della prima immatricolazione all’estero delle auto, facendo così figurare informazioni non corrispondenti al vero sulla licenza di circolazione. E omettendo dunque anche di informare i clienti sulla reale età del veicolo acquistato.

Rimasti senza garanzia

Far figurare sulla carta grigia una data di prima immatricolazione diversa da quella reale comporta una svalutazione dell’automobile. In questo caso non si tratta - come accaduto in altri garage ticinesi in passato - di manipolare il contachilometri (diminuendone la svalutazione), ma è chiaro che un’automobile che ha 10 mesi avrà un valore superiore a quello di un veicolo che ha due anni. Il problema principale è però in realtà un altro. Ci sono clienti che hanno comprato automobili convinti che fossero nuove ma che poi, andati in dei garage autorizzati per delle riparazioni o dei controlli, si sono visti rispondere che l’auto non era più in garanzia. «Ma come?», devono aver sfuriato. «L’ho comprata pochi mesi fa». E proprio a seguito di un caso del genere che Ministero pubblico e Sezione della circolazione hanno aperto un’inchiesta che ha portato ai quattro fermi di ieri.

La parola all’esperto

È un caso che - soprattutto per chi non bazzica il mondo delle automobili - è piuttosto complicato. Proprio per questo abbiamo chiesto un aiuto a un esperto, il presidente di UPSA (l’Unione professionale svizzera dell’automobile) Roberto Bonfanti. Ma la garanzia di due anni, chiediamo, non dovrebbe partire dal momento in cui acquistiamo l’automobile? «La garanzia fornita dalle case produttrici - ci spiega - inizia nel momento in cui viene effettuata la prima immatricolazione». Nei casi delle importazioni parallele, quando cioè i garage (quelli non autorizzati, spesso sono i multimarca) non si affidano all’importatore ufficiale, la prima immatricolazione non avviene necessariamente in Svizzera. Anzi, spesso non avviene in Svizzera. «Attraverso i nostri computer - ci spiega Bonfanti - è facile vedere il percorso e la storia di ogni singolo veicolo. Noi garage autorizzati, collegandoci ai computer della casa madre, riusciamo per esempio in fretta a capire quando un’automobile è uscita dalla fabbrica». E capita appunto di vedere auto che, prima di arrivare in Ticino per essere vendute, hanno trascorso uno, due o addirittura tre anni in giro per l’Europa.

Quel dato sulla carta grigia

Alcuni clienti di Cadei hanno contattato il CdT per raccontarci la loro storia. Uno di loro ci ha spiegato per esempio di aver comprato un’auto nel 2015, convinto che fosse nuova, e di aver poi scoperto grazie alle ricerche di un rivenditore autorizzato che era in realtà stata costruita due anni prima. Ma il fatto che sia uscita di fabbrica due anni prima non significa necessariamente che sia poi stata immatricolata in altri Paesi prima di arrivare in Svizzera. «E invece sì», ci spiega Bonfanti. «Il punto è proprio questo. In altre parti d’Europa ci sono autosaloni giganteschi che, per raggiungere gli obiettivi di vendita, a fine anno immatricolano numeri altissimi di automobili (facendo partire il periodo di garanzia, ndr)». Ed è ad autosaloni di quel tipo (e non agli importatori ufficiali) che poi i garage in Svizzera che fanno importazione parallela si rivolgono. «Il mio appello ai consumatori - conclude Bonfanti - è semplice: se in un garage non autorizzato vedete un’auto nuova fatevi sempre due domande».