Ecco come il fiume cambia volto dopo un secolo

Dopo oltre un secolo a Bellinzona il fiume cambia volto. Se cent’anni fa era stato fatto di tutto per incanalarlo, arginarlo proprio nel senso letterale, ora lo si fa «esondare», ma in maniera controllata. Non dobbiamo temere nessuna inondazione, anzi. Si tratta del progetto per un parco fluviale denominato «Saleggi-Boschetti», dal nome delle due aree, tra Bellinzona sud e Gudo, che saranno al centro dei principali interventi, nei prossimi anni. Con un investimento che potrebbe toccare gli 80 milioni di franchi, in buona parte coperti da Berna. La prima tappa è avanzata velocemente nel corso dell’estate, e con l’aiuto degli escavatori ha visto la creazione di nuove insenature in tre punti: all’altezza del bagno pubblico (da dove sono partiti gli «esperimenti»), in zona Liceo-Commercio e infine all’altezza del ponte della Torretta. Nei primi due punti i lavori sono già terminati, nel terzo sono in fase avanzata. L’impatto è notevole, come dimostrano in modo eloquente le foto scattate dal drone, immagini che la Città ha messo a disposizione del CdT.
Obiettivi tecnici e ricreativi
Al progettone partecipano anche Comune di Bellinzona e Cantone, ma sono commissionati dal Consorzio arginature fiume Ticino. Gli obiettivi tecnici sono i seguenti: avvicinare il fiume Ticino alla gente che ci vive attorno approfittando della sistemazione idraulica del corso d’acqua che secondo gli esperti è oramai indispensabile per motivi tecnici e di sicurezza. Nel corso dell’estate, alla ricerca di un po’ di frescura, la gente ha iniziato a frequentare le nuove aree, ovviamente ancora un po’ grezze e in pieno cantiere.

