Sotto la lente

Ecco come si vive facendo il solletico al cielo

Bedretto, piccolo paese leventinese, negli ultimi 30-40 anni ha pressoché raddoppiato la popolazione - Il sindaco Ignazio Leonardi: «Il segreto? Ottima qualità di vita e servizi all’avanguardia» - Per l’Alto Ticino però gli scenari sono negativi
Bedretto. © Comune Bedretto
Alan Del Don
10.09.2021 06:00

«Si può tranquillamente abitare anche qui. Ci sono quasi tutte le comodità che si trovano in città». Ci fidiamo eccome di Ignazio Leonardi, sindaco di Bedretto, il piccolo paese che ha saputo invertire il trend dello spopolamento con lungimiranza e senso pratico. E con quello spirito combattivo che forgia il carattere delle persone che vivono lassù, dove la montagna fa il solletico al cielo. Il fenomeno, d’altronde, è di quelli che non fanno dormire sonni tranquilli. I numeri sono impietosi: dal 2016 all’anno scorso il Ticino ha avuto un calo di 3.389 abitanti.

Il dato nudo e crudo preoccupa (al momento solo in parte) la politica e gli ambienti economici nonché, tra l’altro, Coscienza Svizzera che al tema martedì scorso ha dedicato un’interessante serata e che a fine ottobre affronterà il problema in un congresso. Lo sappiamo, quando si sparla di spopolamento viene scontato pensare subito alle valli, che più di altre lottano irriducibilmente contro la decrescita demografica. È l’occasione, dunque, per gettare lo sguardo sulla situazione dell’Alto Ticino (e non solo) e sugli scenari futuri.

Il Bellinzonese sorride

La tendenza, diciamolo subito, riguarda purtroppo l’intero territorio. Nel 2020 ben quattro regioni su cinque - riporta l’ultimo bollettino dell’Ufficio cantonale di statistica (Ustat) - non sono sfuggite alla diminuzione della popolazione. Tanto che solo il Bellinzonese ha chiuso con il il segno «+» davanti con ulteriori 152 domiciliati, per un totale di 55.511. Nelle Tre Valli si è registrato il secondo calo più consistente (-137) dopo il Mendrisiotto, portando i residenti a 24.829 (7,07% del totale). Più che da altri Cantoni, i nuovi arrivi provengono da altre nazioni, con una percentuale molto simile fra Bellinzonese (68,1%) e Alto Ticino (64,6%).

Significativo è il dato concernente i movimenti interni, che premiamo maggiormente il nostro comprensorio rispetto al resto del Cantone nella misura di, rispettivamente, +165 e +36. Chi parte da Riviera, Blenio e Leventina lo fa in primis verso altri Paesi (58,9%), mentre chi lascia la Città e i Comuni del distretto sceglie in egual misura altri Cantoni e gli Stati esteri. Veniamo ora all’evoluzione demografica degli ultimi due lustri in cui – nel complesso – le Tre Valli hanno «perso» 246 abitanti ed il Bellinzonese ne ha guadagnati 5.059. In quest’ultima regione la crescita è stata costante di anno in anno, mentre più a nord si è avuto un continuo saliscendi sfociato negli ultimi quattro anni in un progressivo decremento (-581).

Sguardo rivolto al futuro

Arriviamo dunque al nocciolo della questione: come sarà il futuro? Sempre l’Ustat nella recente pubblicazione di Danilo Bruno, con orizzonte il 2040 e prendendo in considerazione tre possibili scenari, evidenzia che il Bellinzonese dovrebbe avere una crescita compresa fra il 3% ed il 13,6%. Lo scenario alto indica un aumento per tutti e otto i distretti ticinesi tranne che per quello di Blenio (-0,7%); lo scenario basso sorride per contro solo al Bellinzonese (+3%) ma non a Leventina (-9,7%) e Blenio (-8,6%); quello medio è da allarme rosso, ancora, per la Leventina (-4,7%).

Il ritorno dei giovani

Queste ultime annotazioni ci forniscono l’assist per parlare di un paese che è orgogliosamente in controtendenza. Bedretto, il Comune più occidentale del Ticino, a 1.402 metri di altitudine. Negli ultimi 30-40 anni la popolazione è passata da 60 (il picco più basso) a poco più di 100. Un dato che sorprende noi profani ma non il sindaco Ignazio Leonardi, in carica dal 2016, in precedenza segretario comunale.

«Chi viene ad abitare da noi lo fa perché vuole lasciare la città e poiché sa di trovare tutti i servizi anche in un villaggio di montagna, persino la fibra ottica presente addirittura nella capanna Piansecco. Fino a qualche anno fa, inoltre, c’era il timore delle forti nevicate, ma adesso non è più un problema: la strada viene pulita dagli operai del Cantone appena iniziano a scendere i primi fiocchi», esordisce il nostro interlocutore. I nuovi arrivi sono da ascrivere perlopiù al ritorno... dei giovani bedrettesi, che decidono di ristrutturare l’abitazione dei genitori o dei nonni, e dai pensionati che vogliono godersi la pace e la tranquillità di Bidré, come lo chiamava affettuosamente il poeta Giovanni Orelli.

Il moltiplicatore ed il poeta

«È una scelta di vita personale, nella quale entrano in gioco fattori sui quali noi come autorità non abbiamo nessun peso. La bellezza di Bedretto, la regione attrattiva, l’ottima qualità di vita ed il legame con il territorio sono indubbiamente degli aspetti rilevanti nella decisione di trasferirsi. Aggiungerei anche la vicinanza con lo svincolo autostradale di Airolo che favorisce chi lavora a Biasca oppure a Bellinzona. Certo, non va nascosto che per le famiglie con bambini è più complicato. Eppure nella frazione di Villa ve ne è una, quindi è fattibile...», specifica il sindaco Ignazio Leonardi.

Il moltiplicatore al 60% (il più basso della nostra regione) può risultare decisivo? «Probabilmente sì, ma in ogni modo va detto che compensa alcuni svantaggi che, è inutile nasconderlo, ci sono, come ad esempio l’assenza di negozi», chiosa Leonardi. Come affermava il figliol prodigo Orelli, can c’u pic’a sott i unc i’s marìdan chi da Runch, «quando il freddo picchia sotto le unghie si sposano quelli di Ronco». Bedretto, insomma, vi aspetta: auguri e tanti figli (maschi o femmine). Per scaldare i cuori. E far vivere il paese.