Lo studio

Ecco i possibili scenari a Lugano se la crisi dovesse peggiorare

Il Servizio di statistica urbana ha monitorato la situazione attuale e creato delle proiezioni sulle ricadute socioeconomiche a livello regionale – Aumento dei costi fissi e dei prezzi, diminuzione del reddito delle famiglie e stangata nel terziario
© CdT/Gabriele Putzu
Valentina Coda
01.12.2022 20:00

Se la crisi globale dovesse andare di male in peggio, quali sarebbero le ricadute socioeconomiche su Lugano? Ebbene, il Servizio di statistica urbana della Città ha monitorato il contesto attuale e ha creato delle proiezioni sugli effetti a livello regionale, come l’impatto sulla qualità di vita dei luganesi e sulle attività economiche. La situazione che si verrebbe a creare, come si può facilmente intuire, risulterebbe pessima. Ma niente allarmismi, precisiamo, perché rimangono pur sempre proiezioni, oltre a essere un prezioso strumento nelle mani del Municipio per «sapere a cosa andiamo incontro nel peggiore delle ipotesi e dare ai servizi la possibilità di reagire in modo tempestivo e mirato», come sottolineato dal municipale e capo dicastero Consulenza e gestione, Tiziano Galeazzi.

Più migrazione e assistenza

Dati e effetti concreti sulla socialità e sulla fiscalità si potranno vedere alla fine del primo trimestre del 2023, ha rimarcato il responsabile del Servizio di statistica urbana Giorgio Maric. «Il nostro compito è osservare, comprendere e modellare le misure in base alla situazione», ha aggiunto. La previsione scaturita dal monitoraggio, però, vede nuvole nere all’orizzonte: gli aumenti dei prezzi e dei costi fissi comporteranno presumibilmente una diminuzione del reddito disponibile delle famiglie, del 6% per una persona sola del luganese e del 21,2% per una famiglia di quattro componenti. Più in generale, si potrebbe assistere a un aumento delle migrazioni di economie domestiche a medio-basso reddito verso Comuni dal costo della vita più contenuto e un incremento delle richieste di assistenza. Passiamo adesso a uno dei tanti tasti dolenti: l’effetto dell’aumento dei premi di cassa malati sul reddito imponibile. Dati gli extra costi legati ai premi dell’assicurazione malattia che sono deducibili dal reddito imponibile, rispetto al 2018 (ultimo anno fiscale con emissione di imposta superiore al 90%) il Servizio di statistica urbana prevede una riduzione del reddito imponibile medio dei cittadini luganesi tra lo 0,8% al 2,7% a seconda della composizione dell’economica domestica. Quindi anche del gettito fiscale. Facciamo un semplice esempio sull’evoluzione del reddito imponibile medio delle persone fisiche. Se nel 2018 si attestava a 57.229 franchi, nel 2022 è del 56.227.

Energia, quanto mi costi

Andiamo dritti al punto senza tanto girarci intorno. Il fenomeno dei rincari energetici potrebbe toccare circa il 30-40% dei luganesi. Potrebbe verificarsi, infatti, un aumento del prezzo dell’elettricità tra il 34% e il 36%, mentre per quanto riguarda il costo del gas parliamo del 40,3%. Nel rapporto si evidenzia altresì che, in base ai dati del Registro federale degli edifici e delle abitazioni, il 49,3% degli edifici sono alimentati a olio da riscaldamento, che diventerà più conveniente nel corso della prossima stagione invernale rispetto alle altre fonti energetiche. Particolarmente toccati dai rincari energetici saranno invece coloro che possiedono immobili di proprietà all’interno di edifici con alimentazione elettrica o a gas, che corrispondono rispettivamente al 12% e a circa il 21% del totale. L’ultimo punto toccato dalle previsioni riguarda i costi delle materie prime per le attività economiche. L’incremento dei prezzi delle materie prime e di quelli energetici ha un effetto diretto sugli oneri delle imprese. Tradotto: potrebbero ridurre le assunzioni o chiudere la propria attività. A Lugano, quasi l’88% delle aziende è attiva nel settore terziario, circa il 12% in quello secondario e lo 0,2% nel settore primario. Le attività economiche più soggette agli aumenti sono l’allevamento, l’agricoltura e la selvicoltura per il settore primario, il manufatturiero, le attività estrattive, energia, acqua e raccolta dei rifiuti, costruzioni e ingegneria per il secondario, e trasporti e logistica per il terziario. Data l’alta percentuale di imprese attive nel settore dei servizi, circa il 15-20% delle aziende a Lugano è esposta in maniera importante. Al netto di tutto, quali soluzioni potrebbe adottare la Città? Se la situazione dovesse aggravarsi, l’amministrazione pubblica potrebbe prevedere alcuni interventi mirati in materia di assistenza sociale per limitare le conseguenze sulle fasce più povere e su quelle maggiormente esposte agli aumenti dei costi energetici.