Sala capriasca

Ecco la contestata statua di Alfonsina Storni

Il Municipio di Capriasca ha svelato l’opera di Eva Antonini e ha risposto alle critiche piovute al riguardo «prima ancora di essere stata vista» - Verrà posata nella prossima Legislatura: «Speriamo che ora si possa mettere alle spalle questa infruttuosa polemica»
Federico Storni
24.03.2021 11:06

Alfonsina Storni, nata a Sala Capriasca ed emigrata a Buenos Aires in giovane età, è una delle maggiori potesse argentine del Novecento. In tempi recenti il Municipio di Capriasca, nel quadro della riqualificazione urbanistica del nucleo di Sala, ha deciso di commissionare all’artista locale Eva Antonini una statua della poetessa, da posare sulla piazza di fronte alla chiesa. Una decisione che non ha però fatto l’unanimità in paese (al pari dei lavori di riqualificazione), tanto che - alla notizia che l’artista intendeva ritrarre Storni nel momento in cui decideva di incamminarsi nel Mar del Plata per togliersi la vita nel 1938 - si è levata più di una voce critica, che considerava la scelta del soggetto poco opportuna. Ne sono seguite interpellanze al Municipio, una petizione e, recentemente, anche un ricorso in materia edilizia al Consiglio di Stato per contestare la posa del busto. Fra i più attivi in questo senso, la consigliera comunale Carla Borla.

Tutto questo, senza che nessuno avesse mai visto l’opera di Antonini. Opera che è stata presentata oggi dal Municipio, che ne ha diffuso una foto. Foto accompagnata da una lunga nota dell’Esecutivo che prende posizione sulla vicenda e difende il suo operato.

©GIUSEPPE PENNISI
©GIUSEPPE PENNISI

Criticare senza vedere

«Può un’opera d’arte commemorativa essere criticata prima ancora di essere stata vista? - inizia il comunicato del Municipio -. Domanda questa che nella Pieve di Capriasca sembra purtroppo aver trovato risposta affermativa, ma questo Municipio non ci sta». E continua: «Se ne sono viste e sentite di tutti i colori: si è partiti con fantasticherie circa il costo dell’opera, per poi passare a denigrarla in quanto il soggetto, svelato dall’artista in un atto di perfetta buona fede in occasione di un’intervista televisiva, parrebbe urtare la sensibilità dei cittadini e potrebbe addirittura istigare al suicidio. Si è criticata la scelta dell’artista da parte del Municipio (aspetto su cui torneremo in seguito). Si è poi insinuato che la statua possa rappresentare un pericolo per i bambini che giocano in Piazza, pretesa nostalgica di un fenomeno purtroppo ormai scomparso. Va osservato che la Piazza in questione è pure una strada dove transitano da sempre veicoli a motore, tant’è che il progetto di riqualifica del nucleo di Sala è stato sottoposto e approvato secondo la procedura della Legge sulle strade. Si è quindi arrivati al punto di ostacolarne la posa con un ricorso al Consiglio di Stato, nel quale oltre a sollevare alcuni degli aspetti appena esposti, si è cavalcata la tesi secondo cui una statua sarebbe equiparabile ad una costruzione edile, o meglio ad un edificio, e quindi dovrebbe rispettare le normative ad esso correlate. Ultimo ma non meno importante, è stato contestato l’inserimento paesaggistico dell’opera, misconoscendo la natura intrinsecamente estetica di un’opera d’arte e tentando per l’appunto di relegarla al rango di mero oggetto inespressivo e privo di significato».

Il Municipio parla in questo senso di «un atto inscenato ad arte che avrà la conseguenza di ritardare la posa di una scultura commissionata ed eseguita oltre un anno orsono e che, al pari della poetessa che raffigura, rischia di venir sopraffatta da un oceano, in questo caso di infamie, prima d’esser ammirata per la sua pregevolezza». La statua non potrà infatti essere posata al termine dei lavori di riqualificazione del nucleo ed entro la fine della Legislatura, come auspicava il Municipio. Starà al nuovo Esecutivo occuparsene.

Un riconoscimento per l’artista

Come detto, anche la scelta dell’artista è stata criticata: «In risposta possiamo asserire che è stata una decisione che definiremmo naturale, in quanto Eva Antonini è una delle poche scultrici contemporanee attive in Capriasca e soprattutto è colei che aveva già dedicato spontaneamente la propria ispirazione artistica ad Alfonsina Storni, realizzando un suo busto in argilla esposto proprio nell’omonima piazza nell’ambito del Festival “La Carezza perduta”, dedicato alla Poetessa e tenutosi nel mese di giugno del 2018.

Tale scelta ha voluto tra l’altro fungere da riconoscimento all’artista, la quale da anni è attiva nel promuovere le sue opere attraverso numerose mostre anche fuori dai confini nazionali, e più in particolare nel riconoscerle il tangibile sostegno dell’intero movimento artistico pievasco, essendo lei una delle animatrici dell’apprezzata manifestazione artistica biennale Open Studio Capriasca». Concretamente, il busto di Storni sarà alto 130 centimetri e posato su un piedistallo nella piazza a lei dedicata: si intitola «Vestida de mar».

Voltare pagina

La speranza dell’Esecutivo è che, ora che la scultura è stata resa nota, la polemica possa essere messa alle spalle data la bellezza dell’opera: «Nella speranza che il valore artistico metta a tacere questa infruttuosa polemica, auspichiamo che presto la cittadinanza possa ammirare l’opera originale, posta in quella che è l’ubicazione per cui è stata creata e a cui appartiene, il luogo cui si ritiene spetti una più piena significazione e una preferibile valorizzazione estetica».