Territorio

Ecco la Mendrisio che verrà, strategie per un polo vincente

Il Municipio ha presentato il Piano direttore comunale contenente visioni e obiettivi per uno sviluppo sostenibile del paese – Questo strumento farà da guida per armonizzare e adattare i piani regolatori degli ex Comuni
Il fiume Laveggio attorno al quale ruota parte del lavoro di identificazione del capoluogo. © Cdt/Archivio
Luca Bernasconi
15.04.2021 18:16

«Il Piano direttore comunale si occupa di fissare i punti essenziali della gestione strategica dell’uso del territorio, oltre a essere un supporto per inquadrare in una chiara prospettiva di sviluppo futuro l’attività quotidiana del Comune (...) e contenere le indicazioni per allestire i piani settoriali e armonizzare i piani regolatori». Detta così, la definizione di Piano direttore comunale (PDc) potrebbe indurre qualcuno di voi lettori a voltare pagina e a smettere di leggere questo articolo. Invece si tratta di un documento molto importante per le sorti di un Comune nei prossimi decenni. Lo sa bene il Municipio di Mendrisio che, come ultimo atto di grande rilevanza della legislatura, ha presentato il suo progetto all’indirizzo del Consiglio comunale.

Documento fondamentale

A testimoniare l’importanza del momento, alla presentazione del messaggio c’erano ben sei municipali e gran parte dei tecnici che hanno contribuito all’allestimento di questo documento. Documento che si inserisce negli indirizzi strategici di Mendrisio dei prossimi decenni. «Il PDc non è un piano regolatore ma vuole essere uno strumento per fare ordine in ambito pianificatorio con delle visioni che permettano di riflettere a 360 gradi sulla città» ha detto il sindaco Samuele Cavadini.

Ma a che cosa serve concretamente il PDc? A rispondere alla domanda è stata Francesca Luisoni, responsabile del Dicastero pianificazione, che ha diretto il lavoro iniziato da Piermaria Calderari. «Serve a ristrutturare il territorio della città dopo l’aggregazione, quando sono stati ereditati i piani regolatori degli attuali quartieri, ognuno con le sue peculiarità territoriali che non sempre collimano» ha detto Luisoni. La strategia territoriale si esplica lungo tre ambiti tematici: insediamenti, paesaggio e ambiente, spazio pubblico e mobilità.

Insediamenti

Per quanto riguarda il capitolo «insediamenti», si deve partire dal principio di base, peraltro già noto, del sovradimensionamento degli attuali PR per quanto riguarda le riserve di zone edificabili. Ergo, la potenzialità edificatoria di tali aree dovrà essere ridotta attraverso adeguate strategie.

Gli obiettivi indicati sono i seguenti: mantenere la vocazione dei quartieri misti e/o residenziali ad alta intensità urbana (spazi pubblici, densità insediativa e lavorativa) in prossimità delle stazioni ferroviarie FFS di Mendrisio e San Martino e secondariamente in prossimità dei principali nodi del trasporto pubblico; mantenere la vocazione residenziale dei quartieri centrali; contenere lo sviluppo residenziale estensivo dei quartieri collinari; preservare e valorizzare i nuclei storici e i beni culturali.

Paesaggio e ambiente

Se si parla di «paesaggio e ambiente», la visione strategica ruota attorno al fiume Laveggio. Obiettivi generali sono: rinaturare i fiumi Laveggio e Morée; rafforzare le continuità paesaggistico-ambientali e le connessioni di mobilità lenta trasversali tra «Città alta» e «Città bassa», tramite un intervento sugli affluenti del Laveggio; proteggere la zona agricola e le vigne; riqualificare i settori rivieraschi proteggendo i luoghi sensibili e migliorare la fruizione pubblica (passeggiata a lago, accesso, punti di vista eccetera); valorizzare le qualità paesaggistiche intrinseche dei diversi quartieri.

Spazio pubblico e mobilità

Al capitolo «spazio pubblico e mobilità» ci si prefigge di salvaguardare e migliorare la qualità degli spazi pubblici e collettivi dei quartieri residenziali e dei nuclei; migliorare e completare le continuità pedestri e di mobilità lenta attraverso il Parco del Laveggio; rafforzare le connessioni pedonali trasversali in modo da connettere i villaggi (Città di montagna) agli assi maggiori di mobilità lenta e di trasporto pubblico (Città bassa); migliorare la continuità di mobilità lenta, specialmente attraverso i settori industriali-commerciali.

Serve l’aiuto di tutti

Se questi sono gli obiettivi, già si sta lavorando per raggiungerli, ha detto Luisoni. La visione del PDc è già nel collimatore del Municipio. Ma per arrivare al traguardo – ha concluso il sindaco Cavadini – occorre anche l’aiuto dei privati e di tutti gli attori del territorio con i quali si conta di lavorare in sinergia: «È impensabile che l’ente pubblico possa fare tutto da solo».