Ecco le ricette di Lugano contro l'assenteismo al lavoro

Nel secondo rapporto di sostenibilità della Città di Lugano, pubblicato alcuni mesi fa, all’improvviso a pagina 26 appariva una cifra «monstre»: il numero medio di giorni d’assenza per malattia fra i collaboratori cittadini nel 2023 si fissava a 16,2 giorni l’anno. Cifra «monstre» dato che nel 2024 la media svizzera si situava a 8,5 giorni e quella nell’amministrazione cantonale attorno agli 11. Impiegati luganesi molto cagionevoli, quindi? No, piuttosto dati non paragonabili, come ci ha riferito recentemente la Divisione risorse umane, da noi interpellata in merito. Il dato giusto o, meglio, paragonabile agli altri (quello «monstre» comprendeva anche i fine settimana e i festivi) è invece di 10,2 giorni l’anno per il 2023 e 11,3 per il 2024. Il rapporto di sostenibilità è nel frattempo stato aggiornato con le nuove cifre. Si tratta insomma di un dato sì superiore a quello svizzero, ma congruo con quello ticinese. Guardandola da un’altra prospettiva, il tasso d’assenza dal lavoro in Svizzera nel 2024, comprendendo sia malattia che infortuni, sfiorava il 4%. A Lugano nel 2023 è stato del 5% (5,5% nel 2024), mentre ad esempio a Bellinzona si era registrato un 7,4%, cosa che aveva portato il Municipio della capitale a prendere contromisure (vedi CdT del 2.4.2025).
Un anno di programma ad hoc
L’assenteismo sul lavoro è sia un tema complesso sia un fenomeno in crescita da alcuni anni in Svizzera e nel mondo, con cui deve fare i conti ogni datore di lavoro. La Città di Lugano, ci fanno sapere le Risorse umane, si è dotata di un programma ad hoc esattamente un anno fa: «Ridurre il tasso di assenza richiede un approccio integrato, che agisca sia sulle cause (prevenzione) sia sulla gestione (monitoraggio e interventi mirati). Nel 2024 la nostra amministrazione ha avviato un programma di gestione strutturata delle assenze, non finalizzato a un controllo, ma a un investimento che porti benefici economici, organizzativi e umani. I responsabili di linea, in collaborazione con le Risorse umane, si occupano della gestione delle assenze dei propri collaboratori e collaboratrici, offrendo un aiuto concreto per il reinserimento dopo una malattia o un infortunio di lunga durata e analizzando le cause che determinano assenze frequenti. I principi guida sono chiari: affrontare i problemi e non ignorarli, prevenire invece di curare, agire anziché reagire, recuperare e riabilitare invece che invalidare». Per sapere come sta andando, è forse ancora troppo presto: «Trattandosi di un intervento strutturale che richiede tempo per essere consolidato e portare effetti misurabili, non è ancora possibile disporre di dati statistici significativi. Il tasso di assenza parziale 2025, calcolato sui primi sei mesi di quest’anno, è del 4,2%; mentre il dato dei primi sei mesi del 2024 era di 4,4%. Sarà necessario un periodo di osservazione più ampio per raccogliere e analizzare indicatori attendibili sull’andamento delle assenze e sull’efficacia delle misure introdotte». Un esempio concreto: «Grazie alla nuova impostazione, i consulenti del personale hanno trattato una trentina di casi di assenze di lunga durata, mentre per le frequenti assenze (più di 3 assenze di breve durata inferiori o uguali a 3 giorni) si contano una cinquantina di casi trattati dai responsabili di linea. Questi momenti di confronto diretto rappresentano un passo fondamentale per rafforzare il dialogo interno, individuare tempestivamente eventuali criticità e offrire un supporto mirato, nel pieno rispetto della sfera personale e delle normative vigenti». Oltre a ciò, essendo la questione piuttosto sfaccettata, la Città punta molto sulla conciliabilità vita-lavoro e sulla flessibilità lavorativa: questi due aspetti «non cancellano le cause oggettive di malattia, ma riducono quelle assenze legate a stress, disorganizzazione o difficoltà tra vita privata e lavoro, che possono rappresentare una quota del tasso di assenteismo dove il datore di lavoro può intervenire». A completare la profilassi, poi, vi è da tempo una costante offerta di sensibilizzazione e formazione di corsi inerenti alla sicurezza e salute sul lavoro.
I dati nei Dicasteri
Tornando ai dati, le Risorse umane ci hanno inoltre fornito i tassi di assenteismo per Dicastero, con due importanti premesse: un confronto storico è complicato, essendo mutata nel frattempo la conformazione degli stessi; e, dato il campionario statistico tutto sommato ristretto, bastano poche assenze di lunga durata a fare schizzare in alto il dato: «È quindi possibile fare confronti diretti tra un dicastero e l’altro solo tenendo in considerazione questi aspetti, i quali possono variare da un anno all’altro in modo del tutto imprevedibile». Detto ciò, il tasso d’assenza (comprensivo sia di malattia che d’infortunio) nei singoli Dicasteri è il seguente: Istituzioni 2,8%; Consulenza e gestione 2,5%; Immobili 7,1%; Sicurezza e spazi urbani 7,5%; Formazione, socialità e sostegno 5,2%; Cultura, sport ed eventi 4%; Sviluppo territoriale 2%; e altro personale (dove vengono accorpate le persone occupate nell’ambito di misure di riqualifica, a beneficio dell’invalidità, in formazione, in stage, e supplenze attive per più dicasteri) 4,3%. Dal dato delle assenze per malattie, e chiudiamo, è poi possibile scorporare quello relativo alle assenze brevi (da uno a tre giorni), che a Lugano si fissa a 1,9 giorni all’anno per impiegato. Perfettamente in linea con il dato cantonale: due giorni in media.