Festival

Endorfine presenta storie di vite blindate

Tra gli ospiti più famosi della rassegna ci sono il magistrato antimafia Nicola Gratteri e il giornalista Michele Santoro - La figlia di Aldo Moro incontrerà degli ex brigatisti che parteciparono al rapimento del padre - Sarà presente anche il reporter pachistano che intervistò Osama bin Laden dopo l’11 settembre
© Reuters
John Robbiani
07.09.2021 06:00

Vite blindate. Nell’ultimo anno e mezzo un po’ tutti noi, soprattutto durante il lockdown, ne abbiamo avuto un piccolo assaggio. Ma c’è chi da anni, alcuni perfino dalla nascita, vive una vita blindata. Per scelta o perché il destino ha voluto così. Ed è a loro che è dedicata l’edizione 2021 di Endorfine. Il festival porterà a Lugano diversi personaggi della scena internazionale. Un magistrato antimafia costretto a vivere sotto scorta, la madre di un terrorista, la figlia di un politico assassinato dalle Brigate Rosse e il giornalista che riuscì a incontrare e a intervistare Osama bin Laden proprio mentre le più potenti agenzie d’intelligence gli davano la caccia. Storie interessanti, toccanti e che fanno riflettere. E con un programma del genere non stupisce la partnership pluriennale sottoscritta recentemente da Endorfine con la Città di Lugano per l’organizzazione del festival. Ma andiamo con ordine e vediamo nel dettaglio il programma. Si inizierà venerdì 17 settembre alle 21.15 al Boschetto Ciani. Il primo ospite sarà il celebre giornalista italiano Michele Santoro, che nel 2002 venne cacciato dalla Rai (assieme a Enzo Biagi e Daniele Luttazzi) dopo «l’editto bulgaro» dell’allora premier Berlusconi. Santoro sarà a Lugano soprattutto per parlare del suo nuovo libro (Nient’altro che la verità, in cui raccoglie la voce di alcuni affiliati a Cosa Nostra) e della sua carriere televisiva. Interessante è anche l’appuntamento organizzato il giorno seguente, il 18 settembre. Si parlerà di giustizia riparativa e verrà organizzato un incontro tra due ex brigatisti (Adriana Faranda e Franco Bonisoli) e la figlia di Aldo Moro, Agnese. Con loro anche Giorgio Bazzega, anche lui figlio di una vittima - il maresciallo Sergio Bazzega - del terrorismo rosso.

Essere madre di un terrorista

Ma non è finita. Lo stesso giorno si potrà incontrare Valeria Collina, madre di Youssef Zaghba e dunque di uno degli attentatori che il 3 giugno 2017 uccisero 8 persone sul London Bridge. Zaghba, italo-marocchino di 22 anni, venne poi ucciso dalla polizia. Più leggero - ma non frivolo - l’appuntamento organizzato alle 21.15 al Palacongressi, quando prenderà la parola Teo Teocoli per raccontare la sua carriera e offrire uno spaccato su mezzo secolo di televisione italiana. E una «vita blindata» è certamente quella del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, impegnato nella lotta alla ‘Ndrangheta e che sarà a Lugano il 19 settembre (alle 11.30 al Palacongressi) per raccontare il suo infaticabile impegno di contrasto alla mafia. Lo stesso giorno, alle 15 al Boschetto Ciani, parlerà invece Hamid Mir. Il suo nome può non suonare particolarmente familiare ai non addetti ai lavori, ma basti pensare che il giornalista pakistano è stato il primo reporter a intervistare bin Laden (nel 1996) e che nel novembre del 2001 - poche settimane dopo gli attentati alle Torri gemelle - riuscì a incontrare il leader di al-Qaeda in un bunker vicino a Kabul. Nella sua carriera ha subito due attentati. C’è chi lo ha criticato, definendolo troppo vicino ai talebani, ma proprio i talebani tentarono di farlo saltare in aria nel 2012. Due anni dopo venne raggiunto da tre proiettili durante un agguato che il giornalista ritiene sia stato organizzato dai servizi pachistani. Una testimonianza, quella di Mir, di strettissima attualità visto quanto sta accadendo in Afghanistan.