Luganese

«Era una persona di grande stile e discrezione»

Non è solo il mondo dello sport a omaggiare Geo Mantegazza – Il commosso ricordo di Giorgio Giudici, Erasmo Pelli ed Ettore Vismara: «Un uomo affabile che non ha mai fatto pesare il suo stato sociale»
© TI-Press/Francesca Agosta
Nico Nonella
10.10.2024 19:21

C’è il mondo dello sport, certo, che piange una delle sue figure più rappresentative. Ma a stringersi per la scomparsa di Geo Mantegazza sono anche le istituzioni, in particolare del Luganese. La sua importanza per il distretto, infatti, è ben riassunta nelle parole dei rappresentanti degli Esecutivi di Lugano e Paradiso che negli scorsi anni e decenni hanno avuto modo di confrontarsi e interagire con lui, sia nell’ambito di un rapporto professionale tra pubblico e privato, sia personalmente.

L’ex sindaco di Lugano

«Geo Mantegazza è stato un protagonista in tutti i sensi, sia della professione di ingegnere, sia come persona di grande stile e discrezione. Ma, soprattutto, al pari di suo fratello Sergio voleva davvero bene alla città. E lo ha dimostrato attraverso lo sport, ambito nel quale ha lasciato un segno indelebile», è il commosso ricordo dell’ex sindaco di Lugano, Giorgio Giudici. Le loro strade, in passato, si sono incrociate molteplici volte. E di ogni incontro, Giudici serba ricordi positivi. «Quando abbiamo realizzato la nuova Resega abbiamo beneficiato dei suoi spunti e della sua lungimiranza. È stato facile andarci d’accordo. Quando ero presidente di Lugano Musica ricordo l’importante apporto di Geo per promuovere, un domani, la realizzazione del Polo culturale. Oppure ancora in occasione dell’ampliamento del depuratore di Bioggio: Geo era tra i privati, io il committente pubblico e tutto è filato liscio senza alcun problema».

«È stata veramente una bella figura – prosegue l’ex sindaco di Lugano –, una persona che nonostante il suo livello sociale ed economico non ha mai fatto pesare questo aspetto a nessuno. Ricordo che suo fratello Sergio era più riservato, ma entrambi non hanno mai fatto pesare la fortuna che hanno accumulato con il loro lavoro».

«Perdiamo un’altra bella figura che ha rappresentato la città», conclude Giudici. «Geo non potrà mai essere dimenticato da chi lo ha conosciuto, stimato e apprezzato».

Il vice-sindaco

Dall’ex sindaco a un’altra storica figura politica di Lugano. «Il mio ricordo di Geo Mantegazza non può prescindere da quello legato alle sorti dell’HCL», afferma dal canto suo l’ex vicesindaco Erasmo Pelli in uno scritto. «Nel 1978, infatti, la situazione della Società era altamente precaria. Il presidente Ronchetti e il Comitato avevano dato le dimissioni e il debito accumulato era consistente. Inoltre, la squadra non aveva più figure di riferimento. Si trattava, a quel momento, di agire contro il tempo e sul filo dei giorni per evitare il fallimento».

Fu allora che «Geo Mantegazza prese subito in mano la situazione e chiese a Severo Antonini e al sottoscritto di dargli una mano. Formammo un triumvirato con sede al King’s Hotel in via Balestra e le nostre riunioni avevano praticamente cadenze giornaliere e meglio serali, perché ne andava della sopravvivenza della squadra, a quel momento in serie B. Si trattava di contattare a uno a uno i giocatori, di avvertire la Federazione che si stava lavorando per iscrivere la squadra al prossimo campionato, di trattare con le banche per il debito accumulato e di trovare un allenatore».

Fortunatamente, «Geo aveva le idee chiare e dopo un paio di mesi, con l’aiuto importante di Fausto Senni, abbiamo potuto iniziare il campionato con gli stessi effettivi dell’anno precedente e con un nuovo allenatore, Jiri Kren. Campionato che il Lugano aveva iniziato alla grande, in testa alla fine del girone d’andata, per poi finire alle spalle del Davos, promosso nella massima serie. Geo, ripeto, non perdeva tempo: uomo di azione, aveva capito che il momento era difficile e si era gettato con slancio nell’impresa di salvataggio. Per Antonini e me non era facile stargli dietro, perché già allora si capiva che nell’hockey luganese sarebbe entrata una ventata di modernità e a Lugano si preparavano tempi nuovi. Lavorare fianco a fianco con Geo Mantegazza, in quel lontano 1978, è stato per me un onore e un piacere. Cordiale e alla mano, malgrado la sua indiscussa importanza in ambito sportivo e professionale, lascia un grande ricordo soprattutto, per noi tifosi, nella storia sportiva luganese».

E il sindaco di Paradiso

Non è però solo la politica cittadina a ricordare con affetto il compianto ingegnere. «Non avevo strettissimi rapporti con l’ingegner Mantegazza, ma nelle occasioni in cui ho avuto rapporti con lui si è dimostrato una persona molto affabile, alla mano, con cui era facilissimo discutere e confrontarsi», ricorda il sindaco di Paradiso, Ettore Vismara. «Quando lo incontrai in occasione della costruzione del Palazzo Mantegazza e di altre mi sono sempre sentito a mio agio, davanti a me c’era un vero signore che non faceva mai pesare la sua grande personalità».

Il legame tra la famiglia Mantegazza con il comune, in ogni caso, va al di là dell’omonimo palazzo sul lungolago. «La famiglia è sempre stata vicina a Paradiso, sul cui terreno hanno diverse proprietà immobiliari. Io – prosegue Vismara – ho ottimi rapporti con il figlio Mario e aver saputo della morte di suo papà mi ha lasciato senza parole. Il tempo, purtroppo, passa per tutti e lasciamo ai posteri ciò che siamo riusciti a fare nella vita. Ecco: Geo Mantegazza ha lasciato tanto, sia per Paradiso che per il Luganese. È stata una grande perdita per tutti», conclude Vismara.

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