Verso il 9 giugno

ErreDiPi (ancora) in piazza: «Siamo in pochi? La messa vale lo stesso»

Altra manifestazione per ribadire il sì alle misure di compensazione approvate in seguito all'abbassamento del tasso di conversione dell'IPCT
Enrico Quaresmini in un'immagine d'archivio. © CdT/Gabriele Putzu
Giona Carcano
22.05.2024 19:30

Un argine formato da scatole di cartone «per impedire che le nostre rendite vengano travolte». A una ventina di giorni dalla votazione del 9 giugno, la Rete per la difesa delle pensioni è tornata in piazza a Bellinzona. Una manifestazione – seguita da un centinaio di persone – partita dalla stazione e terminata in piazza Nosetto per dire sì alle misure di compensazione approvate in seguito all’abbassamento del tasso di conversione dell’Istituto di previdenza del canton Ticino (IPCT).

Un simbolico argine, si diceva, per frenare una tendenza che – come sottolineato dagli organizzatori – rischia di colpire anche il settore privato. «Giù le mani dalle pensioni», dunque, uno slogan più e più volte sentito da un anno a questa parte in occasione dei raduni di piazza. Oggi, tuttavia, la partecipazione è stata molto bassa. «Siamo meno delle scorse volte? Anche se in pochi, la messa vale lo stesso», attacca Enrico Quaresmini, portavoce dell’associazione. «Non dobbiamo delegare la difesa delle nostre pensioni, dobbiamo metterci la faccia». In pochi o in tanti. «Aveva dunque senso trovarci oggi per ribadire una volta di più pubblicamente il nostro sostegno alle misure di compensazione proposte. Non facciamo altro che sostenere una modifica di legge accolta dal Parlamento».

Ciò che serve, al di là delle presenze in piazza, «è smontare una narrazione», sottolinea ancora Quaresmini. «Ciò che verrà deciso il 9 giugno è se 17.000 persone in Ticino (dipendenti pubblici, ndr) dovranno o meno rinunciare a due mensilità. Persone che, ricordo, non hanno nessuna colpa. Hanno solo pagato contributi che saranno ridotti di molto. Ripeto, non ha senso togliere loro due mensilità. Ciò potrebbe portare a un contagio, a una rottura dell’argine appunto, che potrebbe colpire altre casse pensioni. Ecco perché è importante dire sì». Il portavoce torna poi sulla scarsa adesione. Un boomerang? «Lo sapevamo, per le scuole è un periodo molto intenso», rilancia. «Tenete anche conto che negli scorsi giorni c’è stato un battage per non venire da parte di tutte le forze sindacali e dei partiti. Ma va bene anche così».

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