Ex Filanda tra polemiche e consensi

Il progetto ha accumulato ritardo e la situazione finanziaria non è ottimale, ma il centro ci vuole
Leila Bakkers
25.08.2014 06:00

MENDRISIO - Non tutti a Mendrisio hanno avuto il tempo di sfogliare il nuovo messaggio approvato dall'Esecutivo per la costruzione di un centro culturale nello stabile ex Filanda, ma già si odono le prime reazioni. «Abbiamo preso atto che il nuovo messaggio prende in considerazione quanto già proposto dal sottoscritto e dai colleghi PLR in Commissione della gestione, sebbene ci fosse stato inizialmente detto che quei correttivi non erano possibili – fa notare il capogruppo PLR in Consiglio comunale Giovanni Poloni –. Il progetto ha accumulato ritardo e nel frattempo la situazione finanziaria non è migliorata, ma la città ha bisogno di questo centro culturale anche a livello urbanistico poiché lo stabile appare trascurato. La spesa certo è più elevata rispetto a ciò che era stato stimato: quando l'edificio è stato acquisito, su spinta del PPD, pensavamo che 6 milioni sarebbero bastati alla costruzione del centro, ma i calcoli erano sbagliati e 6,5 milioni serviranno a realizzare solo la prima fase. Grazie ai vari sussidi e contributi però l'investimento a carico della città ammonta a circa 500.000 franchi. Bisogna pensare al futuro ed è giusto investire in qualcosa di nuovo quindi sosterremo questo progetto. Inoltre la biblioteca cantonale di Mendrisio va salvaguardata e questo è l'unico modo per farlo. Quello che chiediamo al Municipio ora, è che si metta in moto per valutare il parco immobiliare della città e capire se vi è la possibilità di vendere qualche proprietà. Il capodicastero Costruzioni l'aveva promesso ma non ha ancora mantenuto».

Soddisfatto anche il PPD per le misure di risparmio messe in atto dal Municipio, in particolare la riorganizzazione delle forze interne che permetterà di impiegare dipendenti del Comune nel centro culturale. «È fondamentale aver ripreso questo progetto – afferma Paolo Danielli, capogruppo PPD –. Lo vogliamo fortemente. Non solo il Municipio ha accolto le suggestioni della Gestione, ma ha fatto di più: le cifre ora sono davvero ridotte all'osso. Questo è un bene per la fase iniziale. Ci aspettiamo ad ogni modo uno sviluppo successivo, quando le finanze lo permetteranno. Ci fidiamo dell'impostazione scelta per l'avvio del centro ma la consideriamo una fase iniziale, non definitiva».

«Quello che manca - dichiara Rezio Sisini, capogruppo di Insieme a Sinistra - sono i contenuti e sapere chi se ne occuperà. Il nostro gruppo ha già chiesto più volte quale tipo di politica culturale sarà messa in atto ma aspettiamo ancora una risposta concreta. Sono aspetti importanti che i cittadini desiderano conoscere e che sarebbe utile sapere anche in vista di un'eventuale raccolta firme. Non va dimenticato che in gioco vi è pure la convenzione tra Cantone e Comune per la biblioteca cantonale: rischiamo di perderla dopo anni di lotta. Come gruppo non abbiamo ancora una posizione ufficiale su questo nuovo messaggio, ma le discussioni girano intorno a questi aspetti» conclude Sisini.

«Come Verdi – spiega il consigliere comunale Tiziano Fontana – non abbiamo ancora discusso il nuovo messaggio riguardante la Filanda. Quello approvato dal Municipio negli ultimi mesi dello scorso anno presentava però molte criticità e bisognerà valutare bene le questioni rimaste aperte».

L'ombra del referendum

Il gruppo Lega-UDC-indipendenti dal canto suo, sebbene il municipale leghista Massimiliano Robbiani si sia opposto alla proposta dell'Esecutivo, non ha ancora preso una decisione sulla possibilità di contrastare il progetto in sede di Legislativo, né tanto meno sull'eventualità di portare il popolo alle urne con un referendum: «Non ci opponiamo per una questione di principio alla realizzazione del centro culturale: se lo faremo sarà solo dopo un'attenta valutazione degli interrogativi che erano rimasti ancora aperti. Esamineremo i correttivi apportati nel nuovo messaggio e in seguito prenderemo posizione. Personalmente – dice Daniele Caverzasio, consigliere comunale leghista – penso che se dobbiamo realizzare un centro culturale, bisogna costruirlo in modo serio e per farlo bisogna mettere in conto un certo costo. In questo momento inoltre molti mettono l'accento sul fatto che realizzando il centro salveremo la biblioteca cantonale di Mendrisio. Quello che non è stato specificato a questo proposito è che non è il Consiglio di Stato a decidere se chiudere la biblioteca di Mendrisio o meno: questo è un compito del Gran Consiglio. Invece di pensare a realizzare una struttura unica, il Municipio ha optato per questo centro cultuale e la città si ritroverà con quattro biblioteche quando sarà edificata anche quella compresa nel progetto per il campus della SUPSI. Qualche tempo fa abbiamo chiesto l'opinione di alcuni studenti del liceo di Mendrisio. È emerso che usano la biblioteca in particolare durante le ore buche, ma che non si sposterebbero dall'altra parte del Borgo qualora la biblioteca dovesse sorgere nello stabile ex Filanda, preferendo invece restare nella struttura scolastica».