Sotto la lente

Ex Monteforno: il rilancio quasi pronto alla svolta

Bodio-Giornico, per il comparto strategico diventato Polo di sviluppo economico si lavora su due binari paralleli - Da una parte quello gestionale-economico, dall’altro quello legato agli aspetti pianificatori - Intanto i giudici del Tribunale amministrativo federale hanno fatto un sopralluogo nell’ambito dei ricorsi inoltrati contro la zona di pianificazione per le nuove Officine FFS di Castione
© CdT/Archivio
Alan Del Don
15.06.2021 06:00

È l’ultimo, in ordine cronologico, ad aver visto la luce nel Bellinzonese e valli. Non solo, è stato altresì il più inaspettato. E forse è anche per questo che l’entusiasmo è alle stelle da ormai due anni e mezzo. Il comparto dell’ex Monteforno di Bodio-Giornico, su volontà del Governo stesso, è un Polo di sviluppo economico (Pse) del Piano direttore cantonale al pari di quelli di Biasca, Castione, Giubiasco-Camorino e dell’area che dal 2026 verrà lasciata libera dalle Officine FFS in Città. Dopo una prima «radiografia» della situazione attuale (la storica acciaieria, ricordiamo, ha cessato l’attività nel 1994) ed aver fatto un giro d’orizzonte con le ditte attive nel settore ferroviario che si sono nel frattempo insediate e con i proprietari dei terreni, si sta ora procedendo su due binari paralleli: il primo è quello gestionale-economico, il secondo è relativo agli aspetti pianificatori.

C’è grande unità d’intenti

Per fare il punto sull’importante progetto abbiamo interpellato il direttore dell’Agenzia dell’Ente regionale per lo sviluppo del Bellinzonese e valli Manuel Cereda, il quale al pari dell’Area manager Stefano Melera sta accompagnando passo dopo passo i Comuni bassoleventinesi unitamente ai preposti uffici cantonali. «Il nostro è un supporto ai Municipi, in quanto non è naturalmente sufficiente avere l’etichetta Pse per attrarre nuovi insediamenti. Occorre definire un concetto e una strategia di sviluppo per l’importante comparto dell’ex Monteforno, stabilire la governance. Parallelamente dovrà essere elaborato uno studio intercomunale che sfocerà nella variante pianificatoria. In questa fase si dovrà dialogare in primis con i proprietari fondiari», rileva il nostro interlocutore.

A questo proposito, puntualizza Manuel Cereda, c’è consapevolezza da parte di tutti gli attori coinvolti che si tratta di «un’operazione win-win. E proprio per questo si sta lavorando in modo compatto per portare avanti un discorso in grado di aprire scenari interessanti per la bassa valle, rilanciandola a livello svizzero ed internazionale grazie a quel comparto strategico ma non solo. Ci stiamo adoperando con la giusta pazienza e con le dovute attenzione e cura di ogni aspetto».

Nuova linfa per il comprensorio

Il coinvolgimento di quelli che in burocratese vengono chiamati gli stakeholder (ovvero le parti interessate) è infatti fondamentale per gettare delle solide basi. L’insediamento e lo sviluppo di attività economiche è imprescindibile per l’area parzialmente dismessa da quasi un trentennio. «La concretizzazione di questo progetto potrà portare nuova linfa a un comprensorio che da troppi anni soffre un continuo degrado soprattutto in termini economici», è la convinzione messa nero su bianco dalla Commissione di studio per l’aggregazione fra Bodio, Giornico, Personico e Pollegio nel rapporto alla base della votazione consultiva del 13 febbraio 2022. D’altronde è un’iniziativa partita dal basso, grazie alla spinta data dalle 10.000 persone che hanno sottoscritto la petizione lanciata per il rilancio delle zone industriali dismesse, l’ex Monteforno di Bodio-Giornico in primis, dopo che era naufragato il sogno delle Tre Valli di vedervi edificate le moderne Officine FFS che come noto verranno realizzate a Castione.

Una «visita» apprezzata

A questo proposito, come appreso dal CdT, settimana scorsa due giudici del Tribunale amministrativo federale (Taf) di San Gallo hanno fatto un sopralluogo in Ticino di alcune ore. Si sono recati all’ex Monteforno e a Castione, ovvero le due aree che si erano candidate per accogliere l’avanguardistico stabilimento industriale delle Ferrovie. Che ci facevano i magistrati a Sud delle Alpi? Presto detto. Contro il via libera dell’Ufficio federale dei trasporti alla zona riservata per circa 150.000 metri quadrati a Castione, per ospitare il sito produttivo, sono stati inoltrati nel marzo 2019 dei ricorsi al Taf, fra i quali quello dei Comuni di Bodio, Giornico e Personico secondo cui la soluzione ottimale era e resta il comparto lasciato libero dall’acciaieria.

Nessuno si sbilancia in bassa Leventina sulla «visita» dei giudici confederati, ma il fatto che si siano scomodati per vedere con i propri occhi le superfici e farsi pertanto un’idea che va oltre i dossier accatastati sulla loro scrivania fa ben sperare. Una decisione da parte del tribunale dovrebbe giungere entro la fine dell’anno.