Falda contaminata dal cloro, piscina chiusa per precauzione

Sono tempi davvero difficili per gli acquedotti del Mendrisiotto. Da un lato, la mancaza di precipitazioni sta mettendo a dura prova la ricarica dei serbatoi. Dall’altro, alcuni cittadini starebbero comunque continuando a utilizzare con poca sensibilità «l’oro blu». Questo malgrado diversi Comuni abbiano emanato il divieto di utilizzare l’acqua per scopi non domestici.
E poi, purtroppo, c’è anche l’imprevisto, che in queste settimane può allarmare non poco. Ecco, l’imprevisto è successo tra Chiasso e Vacallo. «Una decina di giorni fa AGE (l’azienda Acqua, Gas ed Elettricità di Chiasso, ndr) ci ha segnalato una piccola contaminazione» ci spiega il sindaco di Vacallo Marco Rizza. Di cosa si tratta? In sostanza, l’acquedotto comunale di Vacallo capta l’acqua da una falda che si trova sotto il sedime delle piscine comunali della cittadina. Da un controllo è infatti emerso che nell’acqua di Vacallo ci fosse presenza di cloro. «Si tratta di una piccola contaminazione – ribadisce Rizza – e siamo sotto i valori di allerta. L’acqua, dunque, è potabile». A titolo precauzionale – in attesa che vengano effettuati tutti gli accertamenti – è stata chiusa la piscina riservata ai bambini del centro balneare. «È una precauzione – rimarca Sonia Colombo-Regazzoni -, per un problema che si era già presentato in passato ma che attualmente è sotto controllo. Stiamo lavorando per risolverlo».
Il periodo, come anticipato, è difficile. «Se dovessimo chiudere anche solo temporaneamente quella falda, vorrebbe dire che dovremmo attingere quasi esclusivamente dal pozzo Pra tiro – rileva infine Rizza–. Pozzo al quale attingono già diversi altri Comuni ed è già molto sollecitato».
Vasche per l’emergenza idrica
Sono invece d’emergenza le due vasche che da alcune ore sono ufficialmente a disposizione a Rancate in via Prati Maggi. Sono state allestite per permettere il prelevamento d’acqua dal pozzo Sulmoni, riattivato per l’occasione. La gestione dell’impianto è affidata al Consorzio Acquedotto Regionale.
La soluzione d’emergenza è pensata soprattutto per gli agricoltori e viticoltori momò, i quali hanno la precedenza per riempire le loro botti al fine di uso irriguo, vista la necessità di garantire il raccolto e salvare le piante. Oltre a loro anche gli enti pubblici sono autorizzati a farne uso se valutato pertinente dal Consorzio. La Protezione civile Mendrisiotto si è impegnata a montare entrambe le strutture, la prima contiene 33 mila litri, mentre la seconda fornita dall’Esercito ha una capienza di 53 mila litri.
Il comandante dei civilisti Marco Quattropani spiega: «La vasca piccola è concepita come provvisoria; contenendo meno litri ed essendo perciò più bassa è comoda per le autobotti, mentre i trattori hanno più facilità a riempire le cisterne con quella dell’Esercito». Un addetto dell’Ufficio tecnico di Mendrisio è sul posto e si occupa della gestione dei flussi di utilizzatori. Il rischio, come ci conferma Quattropani, è che la domanda d’acqua superi l’offerta: «Il problema potrebbe porsi a dipendenza della durata del periodo di siccità, ma al momento non ci sono difficoltà».
Un pozzo «d’emergenza» con acqua non potabile è stato attivato anche a Stabio. Si tratta di quello denominato Savoy che è a disposizione dei servizi esterni del Comune e delle aziende agricole in difficoltà.